Anche per gli etologhi più
esperti, alla risata fragorosa della Jena
ridensè difficile dare un significato univoco. La
tesi più accreditata e ricorrente è che il felino, ridendo a crepapelle, lanci
un fragoroso segnale di allarme e di pericolo al suo branco. Non altrettanto
facile dovrebbe essere, per gli esperti di comportamento umano (senza formulare,
per ovvia discrezione, un’esplicita e specifica domanda all’interessata) dire
al grosso pubblico che cosa significhi, invece, la risata della Harris ridens (o per gli intimi Kamala ridens?) L’aspirante alla
Presidenza degli Stati Uniti d’America appartiene a una schiera di uomini
politici che raccolgono, Oltreoceano, consensi con i loro ripetuti
(pluridecennali, dalla fine della seconda guerra mondiale) gridi di guerraai Paesi del mondo intero. Kamala fa parte
dell’entourage di quel Barack Obama che detiene il primato di ben
tre conflitti armati iniziati nel corso della sua presidenza (non a caso è
Premio per la pace di una competizione mondiale voluta dall’inventore svedese
della dinamite, Alfred Nobel), ed è stata vice di Joe Biden che è riuscito a
portare le armi della NATO nei confini dell’ex Unione Sovietica (facendo dimenticare
il suo crollo). Ciò potrebbe significare che la sua risata “a sessantaquattro
denti” sia un segnale a tutte le pulzelle occidentali che hanno imbracciato
l’ascia di guerra ( per limitarci a qualche esempio di persone nate in Paesi che
hanno conosciuto gli arditi del Duce e le SS del Fuhrer: Giorgia Meloni, Ursula
von der Layen e tra le “riserviste” Elly Schlein) che se lei vince ci sarà (al
grido cadenzato di “In Autunno verrà il bello”) di che divertirsicon lanci di bombe e di missili a lunga
gittata senza o con testata nucleare! A conferma di tale
ipotesi v’è la sua frase gridata ai quattro venti: “se qualcuno entra in casa
io sparo”. Che cosa potranno fare gli Europei alle elezioni di novembre: per
chi “tifare” e per chi “gufare”? Sul
fronte opposto della Harris
ridens, non c’è un campione di simpatia
e di fair play. Donald Trump, però, ha annunciato di volerci “decolonizzare”
e restituirci alla nostra autonomia, consentendoci di fare sbagli non
imputabili all’egemonia statunitense e ai servizi segreti “deviati” dalla CIA.
Domanda: Saprà un popolo che pure ha espresso Roberto Vannacci e Beppe Grillo
turarsi ancora una volta il naso e augurarsi che alla Casa Bianca non giunga l’Harris ridens?