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lunedì 23 settembre 2024

KAMALA RIDENS  
di Luigi Mazzella 


Anche per gli etologhi più esperti, alla risata fragorosa della Jena ridens  è difficile dare un significato univoco. La tesi più accreditata e ricorrente è che il felino, ridendo a crepapelle, lanci un fragoroso segnale di allarme e di pericolo al suo branco. Non altrettanto facile dovrebbe essere, per gli esperti di comportamento umano (senza formulare, per ovvia discrezione, un’esplicita e specifica domanda all’interessata) dire al grosso pubblico che cosa significhi, invece, la risata della Harris ridens (o per gli intimi Kamala ridens?)
L’aspirante alla Presidenza degli Stati Uniti d’America appartiene a una schiera di uomini politici che raccolgono, Oltreoceano, consensi con i loro ripetuti (pluridecennali, dalla fine della seconda guerra mondiale) gridi di guerra   ai Paesi del mondo intero. Kamala fa parte dell’entourage di quel Barack Obama che detiene il primato di ben tre conflitti armati iniziati nel corso della sua presidenza (non a caso è Premio per la pace di una competizione mondiale voluta dall’inventore svedese della dinamite, Alfred Nobel), ed è stata vice di Joe Biden che è riuscito a portare le armi della NATO nei confini dell’ex Unione Sovietica (facendo dimenticare il suo crollo). Ciò potrebbe significare che la sua risata “a sessantaquattro denti” sia un segnale a tutte le pulzelle occidentali che hanno imbracciato l’ascia di guerra ( per limitarci a qualche esempio di persone nate in Paesi che hanno conosciuto gli arditi del Duce e le SS del Fuhrer: Giorgia Meloni, Ursula von der Layen e tra le “riserviste” Elly Schlein) che se lei vince ci sarà (al grido cadenzato di “In Autunno verrà il bello”) di che divertirsi  con lanci di bombe e di missili a lunga gittata senza o con testata nucleare!
A conferma di tale ipotesi v’è la sua frase gridata ai quattro venti: “se qualcuno entra in casa io sparo”. Che cosa potranno fare gli Europei alle elezioni di novembre: per chi “tifare” e per chi “gufare”?  Sul fronte opposto della Harris ridens, non c’è un campione di simpatia e di fair play. Donald Trump, però, ha annunciato di volerci “decolonizzare” e restituirci alla nostra autonomia, consentendoci di fare sbagli non imputabili all’egemonia statunitense e ai servizi segreti “deviati” dalla CIA. Domanda: Saprà un popolo che pure ha espresso Roberto Vannacci e Beppe Grillo turarsi ancora una volta il naso e augurarsi che alla Casa Bianca non giunga l’Harris ridens?