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mercoledì 13 novembre 2024

A CHI DARE LA MANO DRITTA?    
di Luigi Mazzella


 
Il problema per i lettori Occidentali, per così dire “plebei”, veri rottami malconci delle due ideologie hegeliane in progressiva debacle (fascisti e comunisti, entrambi ancora utilizzati, però, da chi comanda, a seconda dei  momenti e delle circostanze) non è solo quello di dover “sopportare” e “digerire” ciò che scrivono i pennivendoli per vocazione che, accettando di buon grado di rafforzare di fatto il mainstream ufficiale, pretendono di essere adeguatamente retribuiti dal coacervo di poteri veri (quelli finanziari) che si sono “arroccati” intorno ai “poli” di Wall Street a New York e della City a Londra (e che sono costituiti, a livello di vertici, da ricchi esponenti delle due maggiori religioni monoteistiche mediorientali: il giudaismo e il cristianesimo), ma è anche e, al punto in cui siamo arrivati con maggiore pena, quello di doversi sorbire gli articoli altrettanto confusi e pieni di incongruenze che appaiono on line o sulla stampa (che in Italia in altri Paesi sostanzialmente “colonizzati”, per mano di abili agenti provocatori, fa il gioco dei servizi spionistici anglo-americani), al fine, certamente non conclamato e segreto, di evitare che il dissenso diventi autonomo, indipendente, non pilotato da Washington e da Londra e quindi pericoloso. A Napoli (e forse anche nel resto del Bel Paese) c’è un motto che dice, per tale eventualità: Non si sa a chi dare la mano dritta. Il lettore non sprovveduto (che vuole restare legato alla razionalità) si avvede agevolmente che chi contesta il mainstream ufficiale partecipa, poi, a un coro sconnesso e sgangherato che non è meno gravido di annotazioni di abissale scemenza, soprattutto quando si trova di fronte a eventi e a personaggi fuori dal comune che non sa interpretare e ancor meno capire (Trump e Musk docent). La ragione è evidente: tutti gli Occidentali, da venti secoli, stanno dentro una sorta di uovo e sia che tentino di galleggiare nell’albume, sia che si dimenano e sbracciano nel tuorlo non sono grado di vedere, “intelligere” e descrivere per gli altri ciò che c’è fuori dal guscio. Fuor di metafora, i poveri Occidentali che non hanno avuto e non hanno modo di conoscere altra realtà che la propria (costruita con  falsità e menzogne bimillenarie), e non sono sufficientemente dotati della capacità  di capire che la loro  società che continua a credere ciecamente sempre e solo nelle utopie ultraterrene o terrene  di parolai, vestiti di nero (orbace o tonaca) o di rosso (in varie gradazioni), venditori di fumo e di fantasie irrealizzabili (in questo mondo o in altro fantasticato, ambedue  non provabili) lascia solo spazio e facilità di manovra a chi, credendo solo nel “potere” e infischiandosene delle promesse (belle o incoraggianti che siano) punta solo a mantenere il comando e il timone dell’imbarcazione, considerando i passeggeri nella stiva solo una necessaria, se non utile, zavorra.
In conclusione, al peana dei pennivendoli di regime, pronti a cambiare casacca ogni volta che sia necessario per la propria sopravvivenza e per “tirare le quattro paghe per il lesso” a compenso del loto canto nel mainstream corale, si contrappone il gracchiare confuso di chi stupidamente crede di poter combattere la sua guerra, utilizzando i vecchi arnesi dialettici dei due fanatismi politici escogitati dai seguaci fedeli di Hegel e non avvedendosi di avvoltolarsi, in tal modo, nel più beota e inconcludente irrazionalismo (che Zygmunt Bauman definirebbe “liquido” per strappare gridolini di entusiastica gioia ai professori in servizio nelle scuole medie o in pensione) e di usare il linguaggio inventato dalle “teste d’uovo” dei detentori (di sempre) del potere reale e nascosto di comando. Mentre, infatti, la CIA e l’MI6, in busta paga delle centrali finanziarie, “deviano” i servizi segreti di altre nazioni, determinano la sola politica che l’Atlantico consente di fare, controllano e sostanzialmente dirigono i governanti dei Paesi del Nuovo e del Vecchio Continente, chi intinge il suo pennino nell’inchiostro di una supposta e sterile guerra contro il “malgoverno” attuale, usa come grido per l’assalto parole abusate o utilizzate a sproposito come neo-liberismo,  post-conservatorismo, populismo, sovranismo, globalizzazione, progressismo, umanesimo o rispetto dei diritti umani e via dicendo che per combattere l’irrazionalismo che ormai stravolge profondamente la vita di tutto l‘Occidente c’entrano come il cavolo a merenda.