29 e 30 novembre: due grandi giornate
di lotta contro guerre e genocidio, DDL-1660, governo Meloni. Un'ondata reazionaria e razzista sta attraversando tutto
l'occidente. L'elezione di Trump alla Casa Bianca rafforza i venti di guerra,
in particolare in Medio Oriente, con il sostegno totale al genocidio dei
palestinesi a Gaza e all’illimitato espansionismo dello stato sionista. L’Unione europea di von
der Leyen non è da meno, scatenata nella corsa agli armamenti e la decisione di
prolungare lo scontro armato con la Russia a tempo indeterminato. A fare le
spese di questo “nuovo corso” degli imperialismi occidentali, in evidente
perdita di egemonia, continueranno ad essere – oggi come ieri – il proletariato
e le masse oppresse di tutto il mondo: con il sangue delle migliaia di vittime
delle loro bombe o, in occidente, con uno sfruttamento intensificato, l’impoverimento
e la repressione imposti dall'economia di guerra. Il governo Meloni è, sotto
ogni aspetto, l’espressione in Italia di questa tendenza generale: con la sua
politica economica tutta a favore dei padroni grandi e piccoli; con il suo
piano di deportazione degli immigrati; con il suo tentativo di instaurare uno
stato di polizia attraverso un DDL Sicurezza che criminalizza ogni forma di
lotta e di dissenso sociale, ecologico, sindacale e politico. È quella che noi
chiamiamo la guerra interna, l’altra faccia della guerra esterna, contro
chiunque non abbassa la testa davanti ai loro piani di miseria, sfruttamento e
morte. Questo brutale attacco
sta cominciando a ricevere la risposta di lotta che merita. In questi mesi le
piazze di tutto il mondo si sono riempite di milioni lavoratori/lavoratrici,
studenti/esse e attivisti/e in risposta all'infame carneficina condotta dal
sionismo nella striscia di Gaza, alla complicità dell'intero occidente con il
regime coloniale e suprematista di Israele guidato da Netanyahu e a sostegno
dell'eroica resistenza del popolo palestinese.
In Italia, grazie
soprattutto alle realtà della sinistra palestinese e agli/alle
internazionalisti/e, questa mobilitazione si è allargata alla denuncia generale
della guerra e dell'economia di guerra. Si è scaldata incontrandosi con le
lotte dei lavoratori, in primis quelli della logistica, contro i salari da fame
e le politiche di super sfruttamento portate avanti dai padroni e dal governo. Ne
sono prova: gli scioperi e le manifestazioni di novembre 2023 e di inizio 2024,
con il grande corteo di Milano del 24 febbraio; le tante iniziative contro i
traffici di armi e la Leonardo; il blocco dei porti di Genova e Salerno; le
proteste nelle università contro gli accordi tra Italia e Israele; infine, la
due giorni di scioperi e cortei del 18-19 ottobre e lo sciopero degli studenti del
15 novembre. Il prossimo 29 novembre
gran parte del sindacalismo di base ha indetto una nuova giornata di sciopero generale
nazionale, che coinciderà con uno sciopero indetto da CGIL e UIL contro le
misure economiche del governo. Il fatto che due delle tre principali
organizzazioni sindacali chiamino alla mobilitazione, dopo essere state per più
di un anno a guardare, è la riprova che le condizioni di vita della massa dei
lavoratori sono sempre più insostenibili – anche per il ruolo nefasto svolto in
questi anni dalle burocrazie confederali. Per questo pensiamo che lo sciopero
del 29 e il corteo del 30 novembre a Roma, lanciato dalle realtà palestinesi a
sostegno della resistenza, contro la guerra e contro il DDL Sicurezza, siano
due momenti inscindibili di un'unica lotta. Solo rafforzando l'opposizione di
classe al governo sarà possibile potenziare la mobilitazione a sostegno delle
masse oppresse palestinesi; solo assumendo la lotta alla guerra, all'economia
di guerra, al colonialismo e alla pulizia etnica in corso in Palestina, sarà
possibile andare alla radice delle cause dei salari da fame, dei morti sul
lavoro, dei rinnovi contrattuali-bidone, delle leggi liberticide e repressive
contro chi lotta. Come Rete Libere/i di
Lottare, GPI e UDAP, facciamo appello a tutte le forze che in questi mesi sono
state in piazza, mosse da una genuina avversione ai piani di barbarie del
capitalismo, perché queste due giornate vedano il rilancio di una mobilitazione
unitaria e realmente di massa contro il governo della guerra e del DDL-1660,
per porre fine al genocidio in Palestina e mettere in discussione dalle
fondamenta questo sistema che si nutre della distruzione, dello sfruttamento e dell'oppressione
dell'uomo sull'uomo. Lavoriamo affinché lo
sciopero del 29 novembre abbia la massima forza, estensione ed efficacia. Sabato 30 novembre
tutte/i a Roma, parco Schuster, ore 14, per fermare le guerre imperialiste, il
genocidio, il DDL-1660, contro il governo Meloni, per l'unificazione delle
resistenze di classe e anticoloniali nel mondo. Rete Libere/i di lottare
contro il DDL 1660 – GPI – UDAP