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domenica 17 novembre 2024

IL COLPO DI MANO DEL GOVERNO
di Alfonso Gianni
 


In merito alle osservazioni di Franco Astengo su “Odissea” di ieri. https://libertariam.blogspot.com/2024/11/la-consulta-e-il-referendum-di-franco.html
 
Fermo restando che bisognerà leggere in modo accurato le motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale, mi sembra chiaro che comunque la si rigiri questa è una prima sconfitta della maggioranza e del governo e un’affermazione delle tesi dello schieramento referendario. Ma l’obiettivo non è ancora interamente raggiunto. Quindi, come si suole dire la lotta continua.
Nell’immediato bisogna chiedere al governo di fermare le trattative già iniziate con alcune regioni per la devoluzione di materie considerate non Lep. Trattative che a questo punto si basano sul vuoto, visto che la sentenza della Consulta già riduce il testo Calderoli quasi a un guscio vuoto. Del resto un governo degno di questo nome avrebbe dovuto attendere il pronunciamento della Corte Costituzionale sul ricorso delle regioni, il giudizio di ammissibilità dello stesso quesito da parte della Corte, prima di cercare di costituire il fatto compiuto del raggiungimento delle intese con le regioni, con l’evidente scopo di condizionare l’orientamento della Corte Costituzionale. Come si vede non ci è riuscito e quindi, a maggior ragione, ora quelle trattative si devono fermare. Sempre a rigor di logica il quesito che propone l’abolizione integrale della legge Calderoli rimane in piedi. Proprio perché non è un quesito parziale e proprio perché la Corte non ha giudicato complessivamente incostituzionale il testo di legge. Ma proprio per questo il quesito referendario interamente abrogativo ha non solo ragione, ma necessità di esistere. Ovviamente la difesa della possibilità dei cittadini di esprimersi attraverso lo strumento di democrazia diretta rappresentato dal referendum verrà contrastata dalle forze della maggioranza, la quale marcia spedita sulla strada dell’erosione della democrazia, pezzo per pezzo. Ma anche questa è una ragione in più per battersi per il mantenimento del quesito integralmente abrogativo. La sua negazione, da qualunque parte provenga, sarebbe un vero e proprio scippo.