L’UMANESIMO E IL SACCHEGGIO DELLE PAROLE di
Luigi Mazzella
Alla
vittoria in una guerra, segue di regola il “saccheggio” dei beni del Paese
sconfitto. L’Occidente, che in venti secoli di guerre ne ha fatte tante, ha
perfezionato una tale tecnica di impossessamento ed è riuscito a saccheggiare anche
i concetti e le parole del nemico condannato alla resa e all’estinzione. Nelle guerre
più furibonde, quelle contro la razionalità e l’edonismo vitale (combattute all’interno
dello stesso Occidente e fuori di esso) vinte dai cultori dell’irrazionale più
cieco e della esaltazione della morte come inizio di una “pretesa” vera vita
ultraterrena, i fanatici dell’assolutismo astratto e autoritario, guidati da
monarchi, principi, generalissimi, pontefici, duci e fuhrer, capi (più
sanguinari che carismatici) di rivoluzioni violente e assassine (trascinandosi
al seguito sedicenti pacifici, “moderati”, prevalentemente borghesi piccoli e
grandi che issavano la bandiera dell’ipocrisiacon le note tre scimmiette impedite a vedere per gli occhi bendati, a
parlare perché mute come pesci e a non
sentire per le orecchie tappate e che in tali condizioni ignoravano crociate, guerre
sante e laiche con atomiche, napalm et similia, genocidi variamente
motivati di popoli nei nuovi continenti, inquisizioni spietate, patiboli con
forche o ghigliottine) il “saccheggio” dei concetti e dei termini è stato un
apprezzato e ghiotto boccone. Pur non tutti (o non del tutto) ignari
dell’etimologia, nel bottino sono entrati i termini di “democrazia” e di “umanesimo”. E
così un sistema di implacabile “potere” arroccato intorno a finanzieri
giudaico-cristiani, a costruttori di armi, a spie e a generali è stato
denominato “potere (crazia) del popolo (demos)” con il plauso di beati
beoti. L’idea
dell’“umanesimo”, anch’essa nata in Grecia e a Roma, che poneva al centro di
ogni interesse e al di sopra di ogni altro valore l’uomo e la dignità della
vita umana e, in particolare la libertà e la ragione, che vi è strettamente
connessa, è stata “manomessa” fino al punto di comprendervi utopie irrazionali
e irrealizzabili che mettono al di sopra di tutti e di tutto il sovrumano Regno
dei cieli o il perseguimento di obiettivi salvifici e universali per una
umanità astrattamente e genericamente intesa. In entrambi i casi, l’Uomo, da
elemento centrale e protagonista, diventa un numero di secondario valore, mera
comparsa in una massa indistinta. Ora, anche i piùbeati e beoti Occidentali non potevano e non
dovevano ignorare che la parola “umanesimo”, venendo dal latino humanus, non
poteva essere usata da parte di movimenti
religiosi e filosofici che ponevano il trascendente e la credenza in utopie
irrazionali sovrumane al centro e al di
sopra dell’Uomo. L’umanesimo,
dopo tali manipolazioni vergognose, è diventato la bandiera di ogni genere di
atroce manifestazione di odio e di avversione rancorosa. Il “rispetto dei
cosiddetti diritti umani” ha giustificato ogni perversione bellica alla pari
della “cosiddetta” esportazione della democrazia per fini “umanitari”. Allora,
per concludere, direi ai fautori della riesumazione del sepolto umanesimo di evitare
di contrabbandare per esso le deformazioni concettuali che le religioni e le
filosofie autoritarie e intolleranti ne hanno fatto, portando l’odio tra gli
uomini o in nome di una trascendenza non verificabile o di utopie politiche
purtroppo malamente realizzatesi al prezzo di immani disastri umani: “Trovino
il coraggio di aggiungere ai tre impostori e malfattori dell’umanità indicati
da Spinoza anche Hegel, Marx, Nietzsche con i loro Stalin Hitler e Mussolini e
restituiscano all’umanità il razionalismo e l’empirismo dei nostri antenati
greco-romani, annullando gli effetti nefasti delle due ventate di irrazionalità e di barbarie
provenienti da Est e da Nord.