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lunedì 11 novembre 2024

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IT44V0501803200000017119678 Associazione Cassa di Resistenza Operaia ODV, causale

Contributo di solidarietà”. Da sempre, e ancor di più negli ultimi mesi, ci stiamo collettivamente impegnando contro i criminali piani di guerra e contro il DDL 1660, un dispositivo di controllo e repressione degli strati popolari che colpirà tutte e tutti con particolare veemenza contro gli “ultimi” e le “ultime” che provano ad alzare la testa per i propri diritti e quelli della propria terra, per condizioni salariali migliori, per uscire dal precariato e della disoccupazione. Stiamo organizzando, insieme ad altre realtà e movimenti, diverse iniziative nell’ambito della rete Libere di Lottare sul territorio flegreo e in città. La realtà è però più cruda delle narrazioni. Sono circa dieci anni che subiamo continui attacchi da procure, questure e PM, forse in vena di far carriera sulle nostre lotte, forse sotto indicazione politica e di chi teme che il diffondersi e lo svilupparsi delle nostre mobilitazioni metta in discussione i suoi interessi particolari. Solo nell’ultimo mese i processi che abbiamo dovuto affrontare sono stati 7 e hanno coinvolto circa 30 compagni e compagne. Questo senza contare i processi a carico “solo” del Movimento di Lotta – Disoccupati 7 Novembre e dei militanti con cui abbiamo costruito quei momenti di lotta. A questo conto vanno aggiunti i 4 avvisi orali di pericolosità sociale e i 2 fogli di via (ricevuti insieme ad altri 5, arrivati a militanti di altre realtà cittadine). Solo nell’ultimo mese i processi che abbiamo dovuto affrontare sono stati 7 e hanno coinvolto circa 30 compagni e compagne. Questo senza contare i processi a carico “solo” del Movimento di Lotta – Disoccupati 7 Novembre e dei militanti con cui abbiamo costruito quei momenti di lotta. A questo conto vanno aggiunti i 4 avvisi orali di pericolosità sociale e i 2 fogli di via (ricevuti insieme ad altri 5, arrivati a militanti di altre realtà cittadine). Presidi e iniziative simboliche in occasione del Consiglio Comunale al Maschio Angioino, per rivendicare risposte concrete per il lavoro, e in piazza, per pubblicizzare lo sciopero generale del 29 gennaio 2021 quando denunciammo la gestione criminale, capitalistica, repressiva della crisi sanitaria da Covid-19 chiedendo misure reali per la sicurezza dei lavoratori e la garanzia di salario, sono stati accorpati nel maxiprocesso per 43 disoccupati, sindacalisti e nostri militanti avviato nell’aula bunker del carcere di Poggioreale. Un maxiprocesso in cui l’accusa combina le iniziative dal dicembre 2020 al marzo 2023, quando le istituzioni fecero saltare da un giorno all’altro il tavolo di concertazione per la formazione e i progetti per il lavoro. Le ultime denunce sono arrivate proprio in queste ore, per le mobilitazioni del luglio 2024 a Bagnoli e per le iniziative di solidarietà a sostegno dei 4 militanti sottoposti alla misura coercitiva degli obblighi di firma. La Procura criminalizza chi si impegna a dare un’alternativa alle fasce deboli, che sia lottare attivamente per i propri diritti, senza intraprendere strade di microcriminalità, cedere al ricatto dell’ipersfruttamento o, nel peggiore dei casi conosciuti, a decidere di togliersi la vita. Il nostro indirizzo è sempre stato quello di convergere tutte le forze e la rabbia in percorsi di lotta legittimi. Indirizzo che qui ribadiamo e rilanciamo, invitando gli uomini e le donne dello stato nel provare a conoscere le realtà tragiche che esistono in città, invece di provare a fare carriera spendendo milioni di soldi pubblici in repressione e processi campati in aria. Quello dell’ordine pubblico come dispositivo di gestione delle gravi questioni sociali è l’attacco che oggi subiamo come militanti politici, organizzazioni, movimenti ambientalisti, sindacati combattivi, collettività autorganizzate, studenti, migranti, lavoratori e disoccupati in lotta. Noi però sappiamo che le nostre azioni sono legittime e stanno portando alla vittoria una vertenza che, da un lato, coinvolge 600 nuclei familiari, che avranno modo di trovare un lavoro per uscire dalla povertà estrema e poter sostenere gli studi e la vita dei propri figli; ma che, dall’altro, parla di un inserimento al lavoro per la messa in sicurezza dei nostri territori, per la cura del verde urbano e per la bonifica delle periferie inquinate. Perché le nostre lotte parlano di un modello di sviluppo diverso, in cui i fondi sono destinati tutti alla salute fisica e al benessere psicologico e sociale, per la cura dei territori e per una vita di qualità, e non alle guerre, alle forze armate e a sostegno alle grandi imprese come invece vogliono Stato e Confindustria. Per questo non ci fermeremo e continueremo a lottare, fino alla vittoria, costi quel che costi! L’appello qui non è soltanto a impegnarsi ognun sui suoi territori per moltiplicare le iniziative di lotta contro la guerra e l’economia che ne deriva, ma anche perché la repressione ha un costo sempre maggiore, che va sostenuto per garantire i compagni più esposti e tutti coloro i quali verranno attaccati in futuro dagli organi di Stato. Vogliamo qui anche ringraziare il lavoro brillante dei diversi avvocati e, in particolar modo, quelli che ci seguono: gli studi di G.P. Picardi, A. Tatarano, M. Prosperi, C. Calia, nonché Natalia, Gaia, Nicole, Andrea e tutti gli altri che donano tempo e competenze fondamentali per costruire il fronte degli oppressi e delle oppresse e organizzarlo contro quello degli oppressori.