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IT44V0501803200000017119678 Associazione Cassa di Resistenza
Operaia ODV, causale
“Contributo di solidarietà”. Da sempre, e ancor di più negli
ultimi mesi, ci stiamo collettivamente impegnando contro i criminali piani di
guerra e contro il DDL 1660, un dispositivo di controllo e repressione degli
strati popolari che colpirà tutte e tutti con particolare veemenza contro gli
“ultimi” e le “ultime” che provano ad alzare la testa per i propri diritti e
quelli della propria terra, per condizioni salariali migliori, per uscire dal
precariato e della disoccupazione. Stiamo organizzando, insieme ad altre realtà
e movimenti, diverse iniziative nell’ambito della rete Libere di Lottare sul
territorio flegreo e in città. La realtà è però più cruda delle narrazioni.
Sono circa dieci anni che subiamo continui attacchi da procure, questure e PM,
forse in vena di far carriera sulle nostre lotte, forse sotto indicazione
politica e di chi teme che il diffondersi e lo svilupparsi delle nostre
mobilitazioni metta in discussione i suoi interessi particolari. Solo
nell’ultimo mese i processi che abbiamo dovuto affrontare sono stati 7 e hanno
coinvolto circa 30 compagni e compagne. Questo senza contare i processi a
carico “solo” del Movimento di Lotta – Disoccupati 7 Novembre e dei militanti
con cui abbiamo costruito quei momenti di lotta. A questo conto vanno aggiunti
i 4 avvisi orali di pericolosità sociale e i 2 fogli di via (ricevuti insieme
ad altri 5, arrivati a militanti di altre realtà cittadine). Solo nell’ultimo
mese i processi che abbiamo dovuto affrontare sono stati 7 e hanno coinvolto
circa 30 compagni e compagne. Questo senza contare i processi a carico “solo”
del Movimento di Lotta – Disoccupati 7 Novembre e dei militanti con cui abbiamo
costruito quei momenti di lotta. A questo conto vanno aggiunti i 4 avvisi orali
di pericolosità sociale e i 2 fogli di via (ricevuti insieme ad altri 5,
arrivati a militanti di altre realtà cittadine). Presidi e iniziative
simboliche in occasione del Consiglio Comunale al Maschio Angioino, per
rivendicare risposte concrete per il lavoro, e in piazza, per pubblicizzare lo
sciopero generale del 29 gennaio 2021 quando denunciammo la gestione criminale,
capitalistica, repressiva della crisi sanitaria da Covid-19 chiedendo misure
reali per la sicurezza dei lavoratori e la garanzia di salario, sono stati
accorpati nel maxiprocesso per 43 disoccupati, sindacalisti e nostri militanti
avviato nell’aula bunker del carcere di Poggioreale. Un maxiprocesso in cui
l’accusa combina le iniziative dal dicembre 2020 al marzo 2023, quando le
istituzioni fecero saltare da un giorno all’altro il tavolo di concertazione
per la formazione e i progetti per il lavoro. Le ultime denunce sono arrivate
proprio in queste ore, per le mobilitazioni del luglio 2024 a Bagnoli e per le
iniziative di solidarietà a sostegno dei 4 militanti sottoposti alla misura
coercitiva degli obblighi di firma. La Procura criminalizza chi si impegna a
dare un’alternativa alle fasce deboli, che sia lottare attivamente per i propri
diritti, senza intraprendere strade di microcriminalità, cedere al ricatto
dell’ipersfruttamento o, nel peggiore dei casi conosciuti, a decidere di
togliersi la vita. Il nostro indirizzo è sempre stato quello di convergere
tutte le forze e la rabbia in percorsi di lotta legittimi. Indirizzo che qui
ribadiamo e rilanciamo, invitando gli uomini e le donne dello stato nel provare
a conoscere le realtà tragiche che esistono in città, invece di provare a fare
carriera spendendo milioni di soldi pubblici in repressione e processi campati
in aria. Quello dell’ordine pubblico come dispositivo di gestione delle gravi
questioni sociali è l’attacco che oggi subiamo come militanti politici,
organizzazioni, movimenti ambientalisti, sindacati combattivi, collettività
autorganizzate, studenti, migranti, lavoratori e disoccupati in lotta. Noi però
sappiamo che le nostre azioni sono legittime e stanno portando alla vittoria
una vertenza che, da un lato, coinvolge 600 nuclei familiari, che avranno modo
di trovare un lavoro per uscire dalla povertà estrema e poter sostenere gli
studi e la vita dei propri figli; ma che, dall’altro, parla di un inserimento
al lavoro per la messa in sicurezza dei nostri territori, per la cura del verde
urbano e per la bonifica delle periferie inquinate. Perché le nostre lotte
parlano di un modello di sviluppo diverso, in cui i fondi sono destinati tutti
alla salute fisica e al benessere psicologico e sociale, per la cura dei
territori e per una vita di qualità, e non alle guerre, alle forze armate e a
sostegno alle grandi imprese come invece vogliono Stato e Confindustria. Per
questo non ci fermeremo e continueremo a lottare, fino alla vittoria, costi
quel che costi! L’appello qui non è soltanto a impegnarsi ognun sui suoi
territori per moltiplicare le iniziative di lotta contro la guerra e l’economia
che ne deriva, ma anche perché la repressione ha un costo sempre maggiore, che
va sostenuto per garantire i compagni più esposti e tutti coloro i quali
verranno attaccati in futuro dagli organi di Stato. Vogliamo qui anche
ringraziare il lavoro brillante dei diversi avvocati e, in particolar modo,
quelli che ci seguono: gli studi di G.P. Picardi, A. Tatarano, M. Prosperi, C.
Calia, nonché Natalia, Gaia, Nicole, Andrea e tutti gli altri che donano tempo
e competenze fondamentali per costruire il fronte degli oppressi e delle
oppresse e organizzarlo contro quello degli oppressori.