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giovedì 5 dicembre 2024

EUGENIO BORGNA È MORTO
di Angelo Gaccione
 

Alle 18,38 di ieri 4 dicembre mi è arrivata la notizia della scomparsa del caro Eugenio Borgna, amico e collaboratore di “Odissea”. Me l’ha comunicata Nadia la sua segretaria, con le parole di questa email: “Con immenso dolore, le comunico che il nostro amato Professore questa mattina ci ha lasciati. Un cordiale saluto. La Segretaria. Nadia”. Proprio in questi giorni avevo pensato più volte a lui e per varie ragioni: la prima, perché avendogli mandato il link dello scritto di Gabriele Scaramuzza “I libri di Borgna” pubblicato mercoledì 20 novembre sulla prima pagina di “Odissea” non mi era arrivato, come invece è sempre puntualmente accaduto, alcun messaggio. La seconda, perché su alcuni temi a lui cari pubblicati in queste recenti settimane, ce ne sono stati diversi e dunque mi aspettavo un suo commento come ogni volta avveniva. La terza, perché mi apprestavo a comunicargli notizie del contatto avuto con gli editori, per la pubblicazione del volume collettivo Città e scrittori che contiene anche due sue belle e affettuose note su Borgomanero e Novara. I luoghi dove la sua vita e la sua carriera di studioso e di psichiatra hanno avuto svolgimento. Era contento della pubblicazione di questo libro e me ne aveva scritto con il consueto entusiasmo lunedì 15 luglio scorso quando gli avevo annunciato l’idea: “Mio caro Angelo una bellissima idea e sono ben lieto che tu voglia inserire in questa raccolta anche quello che era stato il mio pensiero sulle cittadine in cui sono vissuto. Ti ringrazio infinitamente di tutto e mi complimento. Un caro saluto. 
Il tuo Eugenio”.


Il numero di Microprovincia
dedicato a Borgna

Il suo silenzio mi era suonato strano e mi era venuto il sospetto che poteva avere come causa ragioni di salute. E infatti, inviandogli quasi quotidianamente qualche articolo di “Odissea” più vicino alla sua sensibilità, gli avevo scritto di darmi notizie della sua salute e di rassicurarmi. Questo non è avvenuto fino a ieri quando ho appreso la ferale notizia prima dalla poetessa Alida Airaghi che lui stimava molto, poi dalla signora Nadia sua segretaria. Sono stato colto di sorpresa per tutto il resto della giornata e non sono stato più capace di concentrami su nulla. Volevo scriverne un ricordo subito, ma mi è stato impossibile. In me prevale il sentimento che alcune figure a cui sono affezionato siano come immuni dalla morte; non riesco mai a convincermi che possano non esserci più, che non restino eterne su questa terra. Sapevo dei suoi 94 anni e so che esiste un limite per ognuno di noi oltre il quale non si potrà andare, ma psichicamente in me avviene una rimozione che nasce dal considerare tutto questo una suprema ingiustizia, una inaccettabile crudeltà del destino. Forse anche per questo le mie rubriche hanno conservato tutti i nomi che negli anni vi ho trascritto, indifferente al passare del tempo e al destino che li ha portati via. 
Chiunque ha avuto un qualche contatto con Eugenio Borgna ne ha conservato un buon ricordo. La gentilezza e la dolcezza sono gli aggettivi più frequenti impiegati per definire l’uomo, prima che lo studioso. E del resto non avrebbe potuto essere diverso considerata la pratica di psichiatra in un luogo di dolore come l’Ospedale Maggiore di Novara. Dal comune amico e suo collaboratore Filippo Noto Campanella (che a “Odissea” collaborò fino alla prematura morte), sapevo delle pratiche innovative che avevano messo in atto. Pratiche umane e coraggiose quanto quelle di Franco Basaglia. Ma io l’ho sempre considerato “il poeta della psichiatria”, per l’attenzione che ha sempre riservato ai versi e alle vite dei poeti. Per il mio libro di versi Spore aveva scritto parole bellissime nell’aprile del 2020; parole profonde e sentite. Le conservo assieme alle sue lettere e messaggi in una cartellina a suo nome. Io di versi gliene avevo dedicati alcuni in occasione del suo compleanno, eccoli:



Compleanno 
Al poeta della psichiatria
 
Se il tempo ha imbiancato i tuoi capelli,
tu non badarci come fosse estate.
Vedi come la luce li inargenta?
È neve e il seme riposa sottoterra.
Di tanti fili ne faremo un nido:
lo scricciolo è arrivato di buonora,
e canta tutto allegro nel giardino.
È
neve, è neve, e presto è già Natale.