L’ATTIVITÀ DEGLI AGENTI
PROVOCATORI di Luigi Mazzella
Le tecniche degli agenti
provocatori vorrebbero rappresentare il “condensato” più raffinato e completo
dello spionaggio internazionale. Le fasi sono note: quando si coglie nelle
masse di un dato Paese un certo malumore e disappunto per una determinata
“politica”, gli spioni di professione si adoperano per creare un partito, un
movimento, un gruppo, un giornale, una televisione che, in apparenza,
sposi ed esasperi le tesi del dissenso e nella sostanza tenda a
neutralizzare gli oppositori, incanalando i medesimi in “luogo sicuro” e
utilizzando, cinicamente, ogni strumento politico volto a “bloccare” la
possibile pericolosità del fenomeno. Si vuole che in questa attività di
depistaggio dei dissenzienti, la CIA statunitense abbia raggiunto insuperabili
livelli anche nel nostro Paese. Si dice, infatti, che quando ci si
accorse, dopo una complessa operazione tesa a ottenere la conversione
all’atlantismo più sperticato dei comunisti italiani, rimasti orfani
dell’Unione Sovietica dopo il suo crollo, che il partito di Togliatti e di
Berlinguer nelle mani di Napolitano andava progressivamente assottigliandosi,
la Centrale (detta da alcuni di Langley) profuse fior di dollari per far
nascere nelle Piazze italiane un movimento più a sinistra dei comunisti per
neutralizzare i suoi effetti potenzialmente sovversivi. Si vuole che anche
un quotidiano, affidato a penne di persone con la passione del male e nemici
della verità, serva allo stesso scopo ma la cosa, come ogni attività degli
agenti provocatori, è difficile da provare. Una prova indiretta degli
artifici della CIA in America del Nord e nel mondo (per non dire nel
Cosmo) ce la offre, invece, un film apparso in streaming su
Netflix: Fly me to the moon (Le due facce della luna),
film del 2024 diretto da Greg Berlanti, un regista italo-americano poco noto, e
interpretato da una irriconoscibile Scarlett Johansson.Quale è stata la
scaltrezza dellèagenzia spionistica nel promuovere questo film di mediocre
fattura?È noto che i Russi da
tempo sostengono, dichiarando di averne le prove, che l’allunaggio
di Armstrong, Collins e Aldrin è stato solo una finzione, una messa in
scena e che sul nostro satellite non c’è nessuna bandiera
americana. Ebbene i “furbacchioni” della CIA che cosa s’inventano? Sì - dicono - è vero che
alla NASA fu creato un set cinematografico per dare una versione truccata dello
sbarco lunare in caso di fallimento della missione, ma è altrettanto vero che
dopo le prime immagini dei primi passi sulla luna degli astronauti un gatto
nero irruppe sulla scena e mandò all’aria il progetto di falsificazione,
rendendo necessaria la proiezione delle immagini vere malamente riprese da una
cinepresa portata a bordo. Domanda: Ma veramente
spioni e generali d’Oltreoceano ritengono che tutti gli abitanti del Pianeta
abbiano la sveglia al collo? È vero che la cosiddetta cultura Occidentale ha
indotto gli abitanti di questa parte del Pianeta a “credere” anzi che a
“pensare” ma est modus in rebus. E poi? Due terzi del mondo
non credono alle favolette mediorientali e alle utopie teutoniche: possibile
che si lascino convincere dalle immagini di un film mal concepito e peggio
realizzato?