LA PACE È VICINA O ANCORA LONTANA? di Luigi Mazzella
Come una
rondine non fa primavera, così è difficile che il desiderio di pace di Papa
Francesco e di Donald Trump riesca a prevalere sull’ansia di guerra di
tanta parte dell’Occidente. La domanda è: la popolazione è in preda a una vera e propria crisi
di cupio dissolvi o è la classe politica Europea, tutta intera, da
destra a sinistra, passando per il centro, che a)
essendosi posta al servizio di Biden e del suo Partito Democratico, b)
avendo sposato le tesi della propaganda anti putiniana c)
essendosi resa conseguentemente responsabile di cospicui finanziamenti a
favore di Zelensky e a danno dei propri contribuenti (addirittura superiori a
quelli americani), si trova ora in difficoltà di accettare che la
“pace” sancisca inequivocabilmente la sua stupidità politica e
corresponsabilità finanziaria?
La
seconda delle due alternative sembra la più probabile. Le
ragioni e gli ostacoli, però, non si fermano qui. E
vero che a differenza del Pontefice, osteggiato dalla sua stessa Curia, interessata
alle finanze dello IOR, il Neo eletto Presidente Nordamericano sembra
godere di un consenso molto ampio tra i suoi più vicini e potenti
collaboratori, ma l’ “accrocco” da lui sconfitto alle elezioni non fa
parte di quelle gang che si lasciano “liquidare” agevolmente. L’unione
è arroccata intorno a un Partito Democratico che con l’aiuto della CIA, suo
partner essenziale, ha messo radici in tutti i Paesi Occidentali con i
cosiddetti “servizi deviati” ed ha alleati di ferro
nella lobby finanziaria di Wall Street, in prevalenza ebraica, e nell’industria
delle armi, strettamente connessa al Pentagono, che si ritiene, da molti
notisti politici, dominato da generali corrotti. Trump, naturalmente,
d’intesa con le maggiori potenze mondiali, che sono Russia e Cina, saprà
attendere, sulla riva del fiume, il passaggio dei “cadaveri” dei suoi nemici - fuor
di metafora il declino politico degli attuali governanti - salvo che in Italia
dove la Meloni è già passata dalla sua parte (con un titubante Tajani e ed un
ben determinato Salvini).
Seconda domanda: Sarà l’Italia della fascista Meloni l’unica
alleata di Trump in Europa? È difficile
dare una risposta soddisfacente.I voltagabbana sullo Stivale
riescono facilmente e in tempi anche brevi a moltiplicarsi. Sullo Stivale,
per esempio, ha un suo seguito anche l’ambiguo Giuseppi, che, oggi
deve ancora considerarsi una vera quinta colonna dell’esercito
dei Democratici americani elettoralmente sconfitti.Essendo
prevedibile, però, che non sarà certo la sua opera di tamponamento delle
perdite della Schlein, sempre meno compos sui, a creare problemi per la
sconfitta, augurabilmente definitiva, dei guerrafondai incalliti, non è da
escludere che il medesimo possa apprestarsi anche lui a fare il
salto della quaglia.