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giovedì 27 febbraio 2025

LA PACE È VICINA O ANCORA LONTANA? 
di Luigi Mazzella



Come una rondine non fa primavera, così è difficile che il desiderio di pace di Papa Francesco e di Donald Trump riesca a prevalere sull’ansia di guerra di tanta parte dell’Occidente.
La domanda è: la popolazione è in preda a una vera e propria crisi di cupio dissolvi o è la classe politica Europea, tutta intera, da destra a sinistra, passando per il centro, che
a) essendosi posta al servizio di Biden e del suo Partito Democratico, 
b) avendo sposato le tesi della propaganda anti putiniana 
c) essendosi resa conseguentemente responsabile di cospicui finanziamenti a favore di Zelensky e a danno dei propri contribuenti (addirittura superiori a quelli americani), si trova ora in difficoltà di accettare che la “pace” sancisca inequivocabilmente la sua stupidità politica e corresponsabilità finanziaria?



La seconda delle due alternative sembra la più probabile.
Le ragioni e gli ostacoli, però, non si fermano qui.
E vero che a differenza del Pontefice, osteggiato dalla sua stessa Curia, interessata alle finanze dello IOR, il Neo eletto Presidente Nordamericano sembra godere di un consenso molto ampio tra i suoi più vicini e potenti collaboratori, ma l’ “accrocco” da lui sconfitto alle elezioni non fa parte di quelle gang che si lasciano “liquidare” agevolmente. 
L’unione è arroccata intorno a un Partito Democratico che con l’aiuto della CIA, suo partner essenziale, ha messo radici in tutti i Paesi Occidentali con i cosiddetti “servizi deviati” ed ha alleati di ferro nella lobby finanziaria di Wall Street, in prevalenza ebraica, e nell’industria delle armi, strettamente connessa al Pentagono, che si ritiene, da molti notisti politici, dominato da generali corrotti. Trump, naturalmente, d’intesa con le maggiori potenze mondiali, che sono Russia e Cina, saprà attendere, sulla riva del fiume, il passaggio dei “cadaveri” dei suoi nemici - fuor di metafora il declino politico degli attuali governanti - salvo che in Italia dove la Meloni è già passata dalla sua parte (con un titubante Tajani e ed un ben determinato Salvini). 



Seconda domanda: Sarà l’Italia della fascista Meloni l’unica alleata di Trump in Europa? È difficile dare una risposta soddisfacente. I voltagabbana sullo Stivale riescono facilmente e in tempi anche brevi a moltiplicarsi. Sullo Stivale, per esempio, ha un suo seguito anche l’ambiguo Giuseppi, che, oggi deve ancora considerarsi una vera quinta colonna dell’esercito dei Democratici americani elettoralmente  sconfitti. Essendo prevedibile, però, che non sarà certo la sua opera di tamponamento delle perdite della Schlein, sempre meno compos sui, a creare problemi per la sconfitta, augurabilmente definitiva, dei guerrafondai incalliti, non è da escludere che il medesimo possa apprestarsi anche lui a fare il salto della quaglia.