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sabato 15 febbraio 2025

L’ARRETRAMENTO DELLE LIBERTÀ
di Franco Astengo
 


Riprendo la citazione da un articolo di Anne Cècile Robert apparso su “Le Monde Diplomatique” di Febbraio 2025: “Pierre Augustin Caron de Beaumarchais: Le folle journée ou le Mariage de Figaro. Ne abbiamo abbastanza delle lettere del re. Siamo stanchi di essere gettati in carcere per ragioni segrete. Stanchi dello scandalo quotidiano che ci si presenta ogni giorno al risveglio e che la sera stessa cadrà nell’oblio. Stanchi dei ministri scialbi che pretendono di dirigerci quando loro per primi non sanno come comportarsi. Ci troviamo nel 1778 (Mozart comporrà l’opera omonima nel 1786) alla vigilia della rivoluzione francese.
Oggi nel momento dell’assunzione della Presidenza USA da parte di Donald Trump e al cospetto dei suoi primi atti di governo ci troviamo per certi versi in una situazione analoga a quella di quasi 250 anni fa. Sembra che non sia trascorso il tempo della costruzione dei regimi politici fondati sulla democrazia, sull’uguaglianza, sul riconoscimento del lavoro come valore fondamentale. Quale esempio del “nuovo corso” viene citata la dichiarazione dello stato d’emergenza al confine messicano immediatamente proclamata da Trump all’indomani dell’entrata in carica, ma come giudicare il salto in avanti sui temi scottanti delle principali guerre in corso (Gaza, Ucraina) se non nella proclamazione di una eccezionalità che si erge nel superamento delle regole stabilite e propugna la creazione di nuove condizioni di imposizione del dominio applicando una presunta “legge del più forte?”. Del resto il modello del governo italiano, pur nella sua marginalità geopolitica, è sicuramente su analoghe posizioni: come giudicare la reiterazione del tentativo di modificare la legislazione nel caso del trasferimento dei migranti in Albania, tema che fa parte del complesso scontro aperto sulla magistratura (situazione del resto già anticipata con il caso Open Arms nella precedente legislatura) o l’evidente disprezzo per l’opera di mediazione dei corpi intermedi?



Tutto questo fa parte della filosofia “Il popolo ha scelto!” e della linea del dialogo diretto “Capo-Masse” che riduce la politica a forma plebiscitaria di espressione del consenso nell’esaltazione di immagini che non esitiamo ad accostare ad una sorta di assolutismo esercitato nel più totale disprezzo dell’articolazione culturale della rappresentanza politica. Attorno al monarca si collocano i portatori di interessi che chiedono il ripristino degli antichi privilegi un tempo riservati alla nobiltà oggi rappresentata dagli over-the-top e da personaggi sedicenti “fatti da sé”. Personaggi che intendono non dovere nulla al potere politico e pretendono deroghe al diritto comune (sociale o fiscale) in nome della necessità di innovazione della quale detengono gelosamente l’esclusiva: si pensi allaereazioni riguardo il tentativo dell’Unione Europea di cercare di rendersi in una qualche misura autonoma nell’AI e alla sua “sperimentazione normativa” in materia.
Si pensa addirittura di affidare agli algoritmi l’amministrazione della giustizia in modo che il tutto sia somministrato riproducendo lo “status quo” in materia di disuguaglianze sociali. Ci troviamo in un ambito di scelte ideologiche ostili alle libertà fondamentali attorno alle quali andrebbe organizzata una difesa cosciente del fatto che si sta combattendo una nuova fase della lotta di classe nel momento in cui il pensiero egualitario e umanista sta cedendo il passo. Per quanto riguarda l’Italia non è sicuramente sufficiente aver applicato la logica parlamentare di scambio per la nomina (delicata) dei giudici costituzionali: la democrazia è in difficoltà e non basterà porsi in una condizione difensiva e di mera ricerca d’equilibrio su basi politiche e giuridiche che la destra considera come già evidentemente sorpassate.