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domenica 16 febbraio 2025

PASOLINI E PINELLI. LA POESIA NON DIMENTICA
di Carlo Penati


Carlo Penati
 
Mercoledì 12 febbraio 2025 Angelo Gaccione ha presentato a Lainate, con un racconto sapiente ed evocativo, ricco di aneddoti e di preziosa memoria storica, due opere di cui è stato curatore: Piazza Fontana. La strage e Pinelli. La poesia non dimentica e Intervista a Pier Paolo Pasolini. L’incontro letterario è stato organizzato dall’associazione Officine letterarie – Poesia 33. Alla presentazione di Angelo ha fatto eco un reading poetico concluso dal mio instant poem, di seguito riportato, scaturito dall’ascolto dei vari interventi.
[C. P.]
 



Scriveva Pasolini a Patmos
con la foga di un letterato
immerso nel sangue agricolo padano,
sacrificio all’altare maledetto,
di piazza Fontana apocalisse.
Con la foga di un profeta antico,
di un Giovanni il greco ritornato a piangere
una nuova strage di uomini innocenti.
 
A Patmos il mare urla
le sue poesie sapienti
e il lungo racconto
di poveri contadini
tornati troppo presto a riposare
nella loro terra sterile e immota.
 
Passavo davanti al palazzo
che fu Banca dell’agricoltura,
banca grande, nazionale.
Era aprile e aspettavo
una classe di giovani designer
venuti dall’illustre scuola di Urbino
a studiare il moderno di Milano.
Interrogati con l’aria un po’ furba
del vecchio sociologo lombardo
nessuno sapeva della strage,
della bomba, del sangue,
del fascismo di Stato
che impresse ferite tremende
alla nostra civile convivenza.
Incrinata la pietra del ricordo
nessuno sapeva dei diciassette morti
e nemmeno dell’ultimo,
poi aggiunto alla lunga lista
per un volo anarchico dall’alto.
Una pietra pesante, ultimativa,
sulla storia che stride e duole.
Ardua la verità,
che quando si svela è tardi.
Come credere
che una tragedia lontana
chieda ancora la nostra pietà?
 


Milano osserva sorniona
un Angelo che vola rasoterra
e recita sottovoce
parole sottili di compianto.
 
Nel giorno dei funerali
la macchia nera
dei corpi stretti stretti
nella nebbia fredda
di piazza del Duomo
si spande per la pianura
fino agli Appennini.
Risale le valli
e copre altri brandelli
di morte assassina.
La linea nera che segna,
con un grido strozzato,
il marmo ignaro
di piazza della Loggia
è il dolore di tutte
le madri del mondo.
La molla intatta
della nostra ribellione.