PASOLINI E PINELLI. LA POESIA NON DIMENTICA di
Carlo Penati
Carlo Penati
Mercoledì 12 febbraio 2025 Angelo
Gaccione ha presentato a Lainate, con un racconto sapiente ed evocativo, ricco
di aneddoti e di preziosa memoria storica, due opere di cui è stato curatore: Piazza
Fontana. La strage e Pinelli. La poesia non dimentica e Intervista
a Pier Paolo Pasolini. L’incontro letterario è stato organizzato
dall’associazione Officine letterarie – Poesia 33. Alla presentazione di Angelo
ha fatto eco un reading poetico concluso dal mio instant poem, di
seguito riportato, scaturito dall’ascolto dei vari interventi. [C. P.]
Scriveva
Pasolini a Patmos con la foga di un letterato immerso nel sangue agricolo
padano, sacrificio all’altare maledetto, di piazza Fontana apocalisse. Con la foga di un profeta antico, di un Giovanni il greco ritornato
a piangere una nuova strage di uomini
innocenti. A Patmos il mare urla le sue poesie sapienti e il lungo racconto di poveri contadini tornati troppo presto a riposare nella loro terra sterile e
immota. Passavo davanti al palazzo che fu Banca dell’agricoltura, banca grande, nazionale. Era aprile e aspettavo una classe di giovani designer venuti dall’illustre scuola di
Urbino a studiare il moderno di Milano. Interrogati con l’aria un po’
furba del vecchio sociologo lombardo nessuno sapeva della strage, della bomba, del sangue, del fascismo di Stato che impresse ferite tremende alla nostra civile convivenza. Incrinata la pietra del ricordo nessuno sapeva dei diciassette
morti e nemmeno dell’ultimo, poi aggiunto alla lunga lista per un volo anarchico dall’alto. Una pietra pesante, ultimativa, sulla storia che stride e duole. Ardua la verità, che quando si svela è tardi. Come credere che una tragedia lontana chieda ancora la nostra pietà?
Milano osserva sorniona un Angelo che vola rasoterra e recita sottovoce parole sottili di compianto. Nel giorno dei funerali la macchia nera dei corpi stretti stretti nella nebbia fredda di piazza del Duomo si spande per la pianura fino agli Appennini. Risale le valli e copre altri brandelli di morte assassina. La linea nera che segna, con un grido strozzato, il marmo ignaro di piazza della Loggia è il dolore di tutte le madri del mondo. La molla intatta della nostra ribellione.