Caro Angelo, ti invio due
testi inediti di un progetto poetico recente. Mi sono accorta che ho
iniziato a scrivere poesia senza verbi. O meglio, ne uso pochissimi, e nelle
forme nominali. Mancano le reggenti. La sto interpretando come poesia di
momenti immobili in cui facciamo caso all’istante, e ne nasce un ricordo, una
rivelazione, un correlativo oggettivo di quelli che siamo. Questi due testi, in
particolare, sono nati dall’osservazione di due mercati di tipo diverso
a Pattaya e a Praga. [E. M.] Pattaya Night Bazaar Appuntato allo stesso
soffitto agli stessi trapezi di
tende e di notte straniamento di donnine
supine bambine lascive sdraiate fino alla
bachelite spogliate per un piccolo
prezzo all’incanto. Tutto l’incanto negli occhi del cliente.
Praga, U Elektry Da un canterano, la
maniglia da una giacca, il
bottone da un quadro, la
cornice. Valore dopo la
separazione. Valore all’unico
campione al sopravvissuto della
cristalleria. Dalla vetrina del
salotto a quella bancarella perdendo un quanto di
luce ogni giorno la stessa fierezza.