Tre
minuti a cittadino e alle dieci tutti a nanna Ha fatto bene, il presidente del quartiere ‘Centro
storico’ di Firenze, Mirco Ruffilli, a chiudere subito i lavori dopo la prima
tornata di interventi al ‘Consiglio di quartiere aperto’ di giovedì scorso
nella palestra di San Niccolò ai piedi del Poggio delle Rovinate. Troppi
cittadini avevano profittato infatti della generosa finestra di cent’ottanta
secondi accordata per dar loro voce. E l’avevano fatto sollevando temi fuori dalle
linee-guida lungo le quali era stato istradato il dibattito. Chissà! Nell’invito
all’assemblea, forse era stata proprio l’immagine ancora romantica di quell’incrocio
iconico fra Costa dei Magnoli e Costa San Giorgio, teatro oggi di pesanti trasformazioni
urbanistiche, a far sperare gli abitanti che di Firenze invasa e vilipesa si
intendesse appunto parlare.
Non a caso il cronista della
serata ha registrato espressioni come: ‘hanno
tagliato di tutto!’ ‘hanno
distrutto tantissimi alberi!’ ‘non
vorrei ritrovarmi in Arno…’ ‘dovunque
mi sposti nella casa, non ho pace: non posso studiare! non posso lavorare! non
posso riposare!’
Qualcuno, dal mondo della cultura,
ha sintetizzato: ‘Da centro
di irradiazione, Firenze è diventata un ostacolo: se la svendiamo ai mercanti
del tempio…’. Qualcun altro si è domandato: ‘In che
maniera ci rappresentano quelli che ci amministrano?’.
Per concludere, con Lenin: ‘Che fare? ecco che fare! fare qualcosa di
più sfacciato! di più manifesto! facciamoci sentire!’
Saggiamente,
quindi, chi ha presieduto l’assemblea ha pensato bene di considerarla chiusa
alle 10 e di mandare tutti a casa, evitando una seconda pericolosa opportunità
di intervento dopo che - sui temi-canovaccio della serata - il pubblico era
stato comunque rassicurato investendo in progetti di falegnameria (i ‘tavoli’
promessi) o in sana dialettica (l’impegno a ‘confronti serrati). Insomma :
della Firenze invasa e vilipesa da super alberghi e gru e ruspe e scavi e
fracasso sul Poggio delle Rovinate (ovvero: la Collina dei Crolli), con la
targa di Cosimo che da secoli ingiunge di non tornare a costruirci, non era
proprio il caso di insistere a parlare. Tanto più che già il primo
intervento fuori dal seminato, rigorosamente interrotto dal campanello allo
scoccare dei tre minuti d’ordinanza, aveva sollevato qualcosa di più di un
semplice allarme. Definitosi un espulso da Firenze, vittima della sostituzione
civile e sociale che sta avvenendo in questa città, il presidente
dell’associazione di volontariato Idra
ha presentato infatti i contenuti del dossier di 40 pagine ‘C’era una
volta, e c’è ancora, Costa San Giorgio: antichi monasteri, impossibili
residenze di lusso e… quant’altro?’, distribuito ai partecipanti. Immagine
di copertina, la veduta aerea della ex Scuola di Sanità militare che si
affaccia sul giardino di Boboli: il complesso storico-architettonico in difesa
del quale si sono mobilitati fra l’inverno e la primavera 2021, vergando altrettanti
potenti messaggi, 46 esponenti della cultura fiorentina, nazionale e
internazionale. Fra loro, Antonio Paolucci, Luigi Zangheri, Giovanni Fanelli,
Francesco Solinas, Antonio Natali, Paolo Ventura, padre Bernardo Gianni, Mara
Visonà, Pietro Piussi, Leonardo Rombai, Angelo Gaccione, Francesco Solinas, Mario
Carniani, Pancho Pardi, Laura Baldini, Vittorio D’Oriano, Vittorio Maschietto,
Diana Hall. Ciascun contributo, pubblicato sul sito internet di Idra (www.idraonlus.it), è stato
trasmesso alle autorità amministrative di Palazzo Vecchio, che non hanno
accolto però la richiesta di condividere il progetto di percorso partecipativo
“Laboratorio Belvedere”, benché approvato e finanziato dalle Regione Toscana,
istituendo una cesura difficilmente sanabile fra istituzioni locali e
popolazione: “Abbiamo
pensato di proporre alla vostra attenzione - ha detto il
rappresentante di Idra - un ricordo
triste: il ricordo di un fallimento totale, e Mirco Ruffilli ne è testimone, la
prova plastica di una totale assenza di relazione fra l’amministrazione comunale
e la popolazione: come quei 677 cittadini dell’Oltrarno che firmarono con tutti
i loro dati la richiesta formale di aprire un processo partecipativo denegato invece
da Palazzo Vecchio”.
Chiudendo però con una nota di
ottimismo: “L’indignazione dei residenti
in Costa Scarpuccia di fronte all’ulteriore scommessa urbanistica e
idrogeologica che li affligge, e l’apparente fase di stallo in cui versano gli
stessi lavori del ‘Cinque Stelle su Boboli’, offrono forse una nuova opportunità
di contrasto allo sciagurato processo di desertificazione speculativa della
città di Firenze in atto nel cuore del suo Centro storico”. Associazione di volontariato Idra