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domenica 30 marzo 2025

DISTURBARE I MANOVRATORI
di Luigi Mazzella



Panem et circenses, ma anche pace e neutralità
  
Dopo più di duemila anni di battaglie in nome di pretese verità assolute, religiose o ideologiche (rivelate rispettivamente da presunti rappresentanti sulla Terra di  divinità celesti o escogitate da sedicenti Maestri del pensiero); dopo oltre venti secoli di false fandonie su fatti alterati (se non più supposti che reali) di storia o di cronaca; dopo il crollo clamoroso di utopie fantasiose e irrealizzabili (e comunque mai realizzate o disastrosamente attuate con violenza  da tirannie feroci e sanguinarie, dopo l’accertata incapacità di fumisterie diplomatiche a incidere nei rapporti internazionali, dopo tutto ciò, la gente comune, la cosiddetta massa amorfa dei governati, in Occidente (forse) e in Italia (di certo) sembra sul punto di dire: basta!
Il che non significa che i quidam de populo, risvegliatisi da un ottundente torpore, pretendano un cambiamento che sostituisca una rotta ideale invece di un'altra: no! La loro scelta è quella di “lasciar fare” sempre di più ai cosiddetti “addetti ai lavori” (id est: gli uomini dediti alla politica). 



E ciò per effetto non di certo per una ritrovata fiducia nelle loro capacità di governo  (che diventano sempre più basse e sconcertanti) quanto per il fatto che, dopo aver concionato di finti e irraggiungibili obiettivi, si sono accordati tutti (appartenenti ai cosiddetti poli di sinistra, di centro, e di destra) a garantire alla “plebe”, come ai tempi di Giovenale a Roma, solo  panem (sotto forma di bonus, sussidi, redditi variamente denominati, agevolazioni, benefici) et circenses (festival di vario tipo, manifestazioni sportive, agonistiche e persino, con gusto macabro,  meste e ripetutissime commemorazioni di eventi tragici).
L’uniformità dell’offerta politica consentirà, certamente, ai rappresentanti del popolo (da eleggere al Parlamento e al Governo del Paese) di non dover più dare prova e dimostrazione di falsi buonismi, di risparmiarsi di dichiarare ipocritamente inavvertite solidarietà di tipo umano, sociale o geopolitico, ma essi non potranno liberarsi dal peso di osservare scrupolosamente un’altra massima del pensiero romano: salus rei publicae suprema lex est.
Il che significa  che in un frangente drammatico qual’ è quello che stiamo vivendo in questi giorni nella nostra “nei secoli martoriata Europa” (con redivivi Napoleoni desiderosi di altre Waterloo, di “eredi” ariani di più ampio numero rispetto, ai tedeschi smaniosi  di armarsi nuovamente di tutto punto per aggredire la Russia con il rischio di ripetere “i nefasti” della seconda guerra mondiale, con inglesi, nostalgici masochisti dell’epiteto di “perfida Albione”, largamente  usato in Francia fin dal secolo XVII) è all’ Italia che essi dovranno innanzitutto pensare come “lex suprema”, superiore a ogni altro impegno internazionalmente assunto.



Suggerimento: un ritorno al sistema proporzionale di votazione favorirebbe la scelta dei partner di governo in momenti difficili come quello attuale, dove è in gioco la sopravvivenza del Paese. Allo stato, i pazzi e i sanguinari sono presenti in tutte le “coalizioni” (di destra, di sinistra e di centro) previste dall’attuale, osceno sistema elettivo, che possiamo definire “maggioritario per la minoranza meno minoranza”.
A cambiare una legge elettorale non ci vuole molto. Occorre, però, non porre indugio e fare presto per isolare in un unico ghetto (come quelli “anti pestilenziali” di epoche remote) tutte quelle forze che vogliono la rovina del Paese, ingigantendo pericoli inesistenti. Se a votare saranno tutti i pacifisti presenti in Parlamento la maggioranza necessaria dovrebbe esserci. E per le votazioni si potrebbe sperare in un radicale ridimensionamento degli astensionisti (pacifisti delusi dalla presenza di guerrafondai, manifesti o mascherati, in ogni coalizione). Per il resto, parafrasando con un mutamento il titolo di un noto film: “L’Europa può attendere!” Per “rovinarsi” c’è sempre tempo!