A 224 anni
dalla scomparsa prematura del poeta, teologo e filosofo Novalis, vorrei rendere
omaggio al genio tedesco romantico del Blaue Blume (Il Fiore Blu),
attraverso la traduzione del Secondo Inno,
tratto dagli Hymnen an der Nacht, una raccolta di poesie dedicata alla
sua amata Sophie, dopo la sua morte, pubblicata sulla rivista tedesca Athenaeum nel 1800, in cui il poeta si
raccoglie in sé stesso nella luce della notte per “romanticizzare” il divino,
araldo di infiniti segreti. Se ogni atto traduttivo, nella lingua e cultura d’arrivo,
comporta sia una perdita che una aggiunta di elementi, dovuti a differenti
variabili di natura socio-linguistica e culturale, il mio è un tentativo di essere
quanto più fedele a quel sentimento della “Sehnsucht” tedesca tipica dei poeti romantici
del circolo di Jena, di cui Novalis si fa esemplarmente portavoce. Anna Rutigliano
Secondo inno alla notte Farà sempre ritorno il mattino? Finirà mai la violenza sula Terra? Infausta frenesia che divora l’avvicinarsi
celestiale della Notte. Arderà mai in eterno il segreto sacrificio d’Amore? Alla Luce è stato attribuito il suo Tempo; ma il regno della Notte non possiede tempo né spazio. Eterno è il sonno. Sacro Sonno, non rallegrare troppo di rado il devoto alla Notte, in questo giorno di fatica terrena. Gli stolti soltanto ti rinnegano e non conoscono sonno se non quello dell’ombra. che tu infondi su di noi, con pietà, in questo crepuscolo di vera Notte. Non ti percepiscono Nel torrente dorato dei grappoli, nel miracoloso olio del mandorlo e nel bruno succo del papavero. Non sanno che Tu sei lì, fluttuante ai seni della tenera fanciulla a rendere Cielo il suo grembo, non sospettano che ti opponga da antiche storie aprendo Cieli e che conduca la chiave alle dimore dei beati, Tu, silenzioso messaggero di Infiniti Segreti.