Pagine

domenica 25 maggio 2025

INTORNO A PENSEL DI ZACCARIA GALLO 
di Anna Rutigliano
 


Quando Dante, nel suo XXVI Canto dell’Inferno, fa pronunciare a Ulisse, assetato di curiosità e animato da un profondo sentimento di scoperta e conoscenza, rivolgendosi ad i suoi compagni in procinto di oltrepassare le Colonne d’Ercole: “non dimenticate la vostra semenza, fatti non foste a viver come bruti ma per seguire virtute e canoscenza”, il Divin Poeta lo condanna a peccatore per aver violato la volontà divina, oltrepassando il destino trascendentale: Ulisse ed i suoi compagni saranno, infatti, vittime di un violento nubifragio. Ma il destino, protagonista indiscusso e fil rouge dell’intreccio romanzesco di cui ci parla Gallo, in concomitanza con il caso, assume una semantica del tutto differente da quella presocratica, intesa come μοĩρα ειμαρμένη ossia come qualcosa di predestinato e necessario, non controllabile dall’intelletto umano. Abilmente incastrati dall’autore, secondo una struttura anulare dall’incipit all’epilogo, susseguendosi per mezzo di prolessi, analessi, anafore e flussi di coscienza di woolfiana memoria, tutti artifici retorici che rimandano alle peculiarità del romanzo modernista,  destino e caso traghetteranno il lettore in due epoche distanti poco più di due secoli, quella risalente all’attentato perpetrato dai Vandeani a danno di Napoleone, nella notte di Natale dell’800, e quella della tragedia consumatasi all’interno del Bataclan il 13 Novembre 2015, a suon di musica rock, più recente e prossima a noi, sullo sfondo di una Parigi post rivoluzionaria prima ancora che globalmente digitalizzata. Il successo da romanziere di Zaccaria Gallo, noto più per le sue sillogi poetiche, che ho avuto modo di approfondire, e le cui tracce sono ben risonanti nel romanzo in questione, a mio avviso, risulta essere un esperimento pienamente riuscito se consideriamo Pensel un’occasione letteraria per riflettere sulla Storia e la metastoria secondo Weltanschauungen differenti. È come se la storia delle due Pensel, all’interno di contesti storici distanti duecento anni, fosse analizzata secondo molteplici angolazioni dai singoli personaggi del romanzo: la trama si snoda fra perdono e considerazioni teologiche, fra innocenza abusata da chi ha solo brama di potere e profonda analisi dell’interiorità dell’individuo capace di metadiscorsi, da cui però può prender corpo una dolcissima storia d’amore o il desiderio di donare amore paterno, non ultimo il tema del sacrificio da parte di patrioti per rivendicare la propria identità di popolo. Così facendo, Zaccaria Gallo, stabilisce con il suo pubblico lettore un patto di riflessione corale che ha tutte le caratteristiche psicoanalitiche freudiane circa il destino dell’esistenza umana, considerazioni che erano state portate alla luce durante lo scambio epistolare fra Einstein e Freud nel Luglio del 1932 in Warum Krieg. Il padre della psicanalisi è dispiaciuto, quasi in modo rassegnato per non poter trovare una risposta esaustiva al quesito del premio Nobel per la Relativtà, eppure il sorriso di Pensel ci apre un varco di speranza: si può far giustizia senza spargimento di sangue, a detta dell’autore. E allora, come il padre della Relatività: Perché la guerra?