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venerdì 27 giugno 2025

A QUANDO UNA NATO SENZA USA?
di Luigi Mazzella
 
 
L'America se la ride...
elaborazione di Max Luciani
 
Mentre in Italia la pulzella della Garbatella, come una scolaretta delle scuole medie, scopre l’icasticità dei brocardi latini e li cita con piglio evangelico (o mussoliniano), incurante degli effetti di rigetto che quello (bellicoso) prescelto possa produrre su un uditorio che desidera intensamente la pace, mentre la Schlein ritiene che essere di sinistra significhi urlare, dimenarsi scompostamente, blaterare frasi sconnesse, insultare gli avversari (digrignando una “chiostra di denti” che non è proprio quella che Minerva mostrava a Giove). Mentre gli altri burattini dell’italico teatrino mimano malamente Macron, Starmer, Metz, Von der Leyen. Mentre tutto ciò avviene tra un consesso internazionale e l’altro, con o senza ipocriti salamelecchi, Donald Trump intesse il suo sogno geopolitico mondiale, alternando a fuochi (purtroppo non d’artificio), gesti (che sembrano e non sono, invece) improvvisati, frasi oltraggiose e riconoscimenti (gentili) di qualità strategiche ad altri leader mondiali. Il tutto, ottenendo plausi e dissensi a gogò di cui egli non si fa alcun carico eccessivo, convinto della bontà e della lungimiranza del suo progetto. In questo momento, d’altronde, il vento spira a suo favore.
 “La guerra è finita” titolano i giornali: l’effetto dell’uranio distrutto in Iran è lo stesso della bomba su Hiroshima per la fine della seconda guerra mondiale; Netanyahu che vedeva l’Iran dietro i suoi guai più recenti può tirare un sospiro di sollievo e consolidare il suo potere egemonico in Medio Oriente senza cruenti eccidi; con la Cina di Xi e con la Russia di Putin i rapporti non possono che essere di reciproco e scambievole rispetto; la prima si riprenderà, con buona probabilità, Formosa e la forza NATO di sostegno a Zelensky e contraria a Putin (peraltro, in aperta violazione dell’articolo 5 del patto atlantico e in contrasto con l’orientamento dell’ONU) si ridurrà a quella dei Paesi Europei dove non mancano i “volenterosi” e dove Trump, dopo la vittoria riconosciutagli dell’aumento al 5% delle spese militari varato dall’Europa, potrà persino sentirsi del tutto “disimpegnato” dal conflitto. 
Sarà persino libero di abbandonare l’Alleanza atlantica, secondo il saggio suggerimento, a suo tempo, datogli da Elon Musk.  
È inutile nascondersi che il quadro geopolitico disegnato da Trump piacerà veramente poco agli Europei, iniziatori o fomentatori di guerre sostanzialmente combattute e vinte dagli Americani. Esso, inoltre, rappresenta un implicito riconoscimento che le critiche alla finta e falsa “democrazia” Occidentale da tempo rivolte alla parte di mondo da noi abitata, erano più che fondate. Dai cinque assolutismi religiosi e ideologici che rappresentano l’intera cultura dell’Ovest non possono che nascere sostanziali autocrazie. Si dirà che nel suo mappamondo politico, Trump si è configurato un ruolo autocratico, libero dai condizionamenti del Pentagono, della CIA, dell’FBI, della lobby di Wall Street e della City, e sarà vero. Per capire ciò che le accade intorno, l’italica pulzella non ha che da rispolverare altri brocardi latini: ne troverà uno che recita “nemo plus dat quam ipse habet” che, tradotto in parole povere vuol dire: in una cultura che si nutre di fascismo, di comunismo, di assolutismi religiosi mediorientali è demenziale parlare di democrazia. I concetti rubati ad altri contesti politici (Grecia di Pericle) fanno la fine della farina del Diavolo secondo i fideisti: vanno in crusca!