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domenica 15 giugno 2025

GOETHE E L’ORIENTE
di Anna Rutigliano


Ho sempre pensato che fra le parole appartenenti a ceppi linguistici differenti vi fosse una sottile parentela, che ognuna di esse costituisse un involucro di storie millenarie e contaminazioni fra popoli, ho sempre concepito queste similarità come speranza che inducesse i popoli, pur con le proprie peculiarità socio-linguistiche e culturali, a coltivare rispetto reciproco, nonostante gli sviluppi diacronici e sincronici della lingua stessa, sulla base proprio di un proto linguaggio universale e comune; come per gli alberi di Hesse, così le parole: scintille di vita eterna. La linguistica contrastiva e la scienza Indoeuropeistica, fondata dai filologi orientalisti Bopp e Rusk, hanno successivamente avvalorato le mie considerazioni in materia linguistica. Durante gli studi universitari baresi di lingua e cultura araba, scopro con stupore, grazie allo zelo della mia docente di islamistica Antonella Storace, che le nostre ciliegie sono etimologicamente imparentate con l’Arabo “كرز” “keraz”, (si pensi alla forma dialettale di alcune zone dell’Italia meridionale), il giorno settimanale sabato con sabbhat - “السبت”, babbo con bab - “بابا”, cotone con qtun” - “قطن”, per citare solo alcuni esempi (corrispondenza, quest’ultima parola, presente nel gergo dialettale del mio paese e che spesso udivo da mia nonna materna, sarta, per vocazione naturale e tradizione tramandata). 


Lo stesso fascino dovette esercitare l’Oriente sul genio francofortese del Faust, il cui streben romantico, per una mente raffinata ed erudita quale quella goethiana, fu proteso alla scoperta di interconnessioni fra Oriente e Occidente e che raggiunse massima espressione negli anni della maturità, nell’opera del 1814 intitolata West Östlicher Divan. Goethe stesso si dedicò alla lettura del Corano e allo studio dell’Arabo sviluppando l’idea di Weltliteratur, non soltanto mossa dalla curiosità per l’esotico, quanto da un atteggiamento sotteso al principio di universalità, di stampo illuministico voltairiano, di riconoscimento dignitoso della diversità sul piano sia religioso che intellettuale dei popoli da Est a Ovest e viceversa, distaccandosi dal patriottismo europeo dell’epoca, di cui non sempre ne condivise le idee e le azioni. Fra i 12 Libri di cui si compone il canzoniere, ispirato alla poesia persiana del poeta Hafez, Goethe fa chiaro riferimento ad Allah nel Libro delle riflessioni (Buch der Betrachtungen), in persiano Tefkir Nameh: “(…) nur wer von Allah begünstiget ist, der nährt sich, erzieht sich, lebending und reich…” (…) soltanto colui che è benedetto da Allah, si nutre, si educa, vivo e ricco…”) e ancora, ne Il libro delle Massime (Buch der Sprüche), in persiano Hikmet Nameh, il riferimento all’Islam è preciso e puntuale: “Närrisch, daß jeder in seinem Falle Seine besondere Meinung preist! Wenn Islam Gott ergeben heißt, in Islam leben und sterben wir alle.” (“È da sciocchi che ognuno, nel suo caso, esalti la propria particolare opinione! Se Islam significa sottomettersi a Dio, allora noi tutti viviamo e moriamo sotto la religione dell’Islam”). 


Ma la raccolta poetica Divano Occidentale-Orientale si caratterizza anche come inno all’amore da parte di Goethe nei confronti della sua amata Marienne von Willemer, la quale collaborò attivamente alla stesura di alcune liriche, senza mai autografarsi. Durante il soggiorno estivo del poeta presso la tenuta sul Meno di Gerbermühle della famiglia Willemer, Marienne e Goethe concepirono la poesia “Gingo biloba”, tratta dal Libro Suleika (Buch Suleika/ Suleika Nameh), quale sigillo di profonda amicizia e stima, racchiuse nel dono di una foglia del secolare albero orientale del Gingo/Ginkgo e di cui vi propongo traduzione:


 
Questa foglia d’albero che dall’Oriente,
si affida al mio giardino,
conferisce un intimo significato,
quale al Sapiente si confà.
 
È un essere vivente
che in sé stessa si è divisa?
O son due foglie che si completano
come fossero una?
 
Fu questo dunque il senso che trovai
a simil quesiti:
non ti accorgi, nelle mie liriche,
che sono uno e doppio insieme?
 
La diversità che convive nelle parole e tramite di esse, la poesia, goethiana, quale approccio ad una visione pragmaticamente universale dell’Umanità, letteralmente Weltanschauung.