Elogio della carta
stampatae delle edicole. Nell’era
del video e del digitale, degli smartphone, i-Pad, Pc, e-book, audiolibri,
possono ancora vivere di vita propria i libri, le riviste, i giornali, la carta
stampata in generale? È un interrogativo che si è posto recentemente in un suo
articolo (Confessioni e manie di un
bibliofilo, ‘Panorama’, 7 maggio 2025, pp. 46-47) anche Marcello Veneziani,
dal quale mi separano non poche decisive posizioni culturali e politiche, ma al
quale mi sento vicino per la comune passione bibliofila, per l’amore della
conoscenza e del sapere. Provo
un vero e proprio piacere estetico nel tenere in mano e nello sfogliare la
carta stampata, di cui ricerco e mi piace anche l’odore. In un mondo rumoroso e
agitato, nell’epoca dello scorrimento veloce e frettoloso delle immagini e
delle parole, leggere la carta stampata può consentire il superamento della
superficialità e gli indispensabili approfondimenti nella conoscenza del reale,
può contribuire in modo eminente a mantenere quella capacità di sosta e di
raccoglimento interiore, di riflessione e di concentrazione che rischiamo
sempre più di perdere, con danni irreparabili e tremendi per tutti, soprattutto
per le nuove generazioni, bravissime nell’uso della strumentazione tecnologica
più sofisticata (che nessuno vuole demonizzare, ovviamente), ma massimamente a
rischio per quel che riguarda le capacità dibuona lettura e scrittura, di meditazione e concentrazione.
Perciò
la nostra riconoscenza e gratitudine dovrebbero andare a tutti coloro che
lavorano nell'ambito delle case editrici grandi e piccole, delle librerie,
delle riviste, dei giornali, senza trascurare le edicole e gli edicolanti.
Questi ultimi fanno molto spesso sacrifici considerevoli, con levatacce
all'alba, orari prolungati e guadagni risicati; si sentono pure dire da alcuni
clienti che "non fanno nulla", perché li vedono tranquillamente
seduti all'interno delle edicole. Come è noto, vi sono molte edicole che hanno
chiuso, in ogni caso ve ne sono sempre meno; per sopravvivere vendono sempre
più giocattoli, penne e altri prodotti non cartacei; in esse, non solo è ancora
possibile consultare e comperare tanta interessante produzione cartacea
(distributori permettendo), ma è possibile pure - ciò vale naturalmente
soprattutto per i frequentatori abituali e per coloro che amano indugiarvi,
scoprirne le ricchezze nascoste - conversare fruttuosamente, conoscere nuove
persone, ampliare i propri orizzonti umani e sociali. In questo senso, esse
sono anche talvolta - soprattutto per chi non va troppo di fretta ed è
consapevole del valore della lentezza e della capacità di sosta - specchi della
società e palestre di umanità, rivelatrici di molti nostri pregi e valori,
bassezze e miserie. Da
lettore forte e assiduo frequentatore di edicole, testate giornalistiche e
librerie, ho sempre cercato coi miei edicolanti, librai e amici o conoscenti
giornalisti un rapporto fondato non solo sulla convenienza e sull'utile
reciproco, ma anche e soprattutto sull'empatia, sulla collaborazione e
condivisione, sulla simpatia e sull'umorismo, sulla ricchezza umana e ideale,
intellettuale e affettiva. Cerchiamo dunque di restare umani, anche con l'aiuto
indispensabile dei libri, delle riviste, dei giornali e di tutti coloro che
lavorano quotidianamente in questi vasti campi.