Città come recupero di un tempo interiore
indelebile e irripetibile. Zurigo, Catania, Torino, Senigallia,
Salerno… spirando in lungo e in largo del Bel Paese, è il vento della memoria e
del ricordo a trasportare la gondola aerostatica di Città e Scrittori
composta da ben 36 autori (Di Felice Edizioni 2025, pagg.176), la nuova antologia
curata da Angelo Gaccione, nelle peregrinazioni dell’anima del suo equipaggio.
Cartografie emotive prima ancora che vere e proprie mappe turistiche, di
interesse storico-architettonico per i più curiosi visitatori, percorribili
persino in bicicletta per i più ecologisti, i luoghi in questione, si alternano
fra borghi rurali, adagiati fra monti di natura lavica e colline verdeggianti, quasi
a contemplare un paesaggio incontaminato e diffidente della modernità e città
industrializzate, pur con il loro aspetto regale ed elegante. Luoghi di
resistenza partigiana e di lotte operaie, un tempo capitali dell’Illuminismo,
in contrapposizione a città mercificate e ai non-luoghi, dalle cupe geometrie
in acciaio, dove all’occhio interiore dello scrittore non sfugge il processo di
cancellazione di ogni traccia di memoria operato dalla cementificazione edilizia,
resiliente, tuttavia, nei meandri dell’immaginazione, attraverso sogni barocchi,
preghiere poetiche e preziosi sedimenti di granelli di minerali e cristalli. E
ancora cortili, cuore e motore della vita contadina, quali spazi di riunioni
familiari, spiragli di luce e speranza, di libertà. Paesi e città natali in cui
ritrovare pace e spiritualità, dagli odori gastronomici inconfondibili, ma
anche terre lasciate per necessità di studio o per lavoro, verso un altrove
apparentemente migliore e accogliente, ma mai luoghi traditi, che rivivono nei
ricordi e negli echi di storie. A completare la mappatura emotiva svettano fiere
e nostalgiche le città marittime, dalle spiagge di fine sabbia di velluto, che furono
un tempo testimoni di passeggiate meditative e di primi amori adolescenziali,
con il mare segretamente in ascolto. Se il milieu di matrice zoliana, letteralmente
il luogo di mezzo, è fattore determinante del destino identitario di ciascun individuo,
ogni città di questa antologia è, per gli scrittori che vi sono nati, mezzo di
riflessione, sul rapporto unico con la propria terra d’origine, per alcuni
versi, dai toni ironici di critica socio-economica, per altri, come riconciliazione
con sé stessi e di recupero di un tempo interiore
indelebile e irripetibile.