Sera
mite e tranquilla. Il
sole è tramontato da poco. L’ombra della notte, piano piano, raggiunge gli
alberi e le panchine. Fresco
profumo di pino e il secco rumore di un calcio balilla, dove quattro ragazzi,
sotto i tredici anni stanno giocando. Altri,
con le ragazze, siedono ai tavolini di legno: strana, davvero, variopinta
comunità. Parlano,
e la loro voce si sente appena. Anche se, improvvisamente ridono per qualche
battuta che non si riesce a cogliere. Accendono
una “canna”. Le
mamme dei più piccoli, che giocano con bici e tricicli, son sedute in cerchi,
più in là, dall’altra parte del cancello d’ingresso. La
luna cresce tra gli aghi. Tre
cani e un uomo, con pancia coperta appena da una maglietta bianca aderente,
sorseggia direttamente dalla bottiglia una birra. La
ragazzina, capelli lisci, ha smesso di piangere. Il
soffio improvviso del “grecale”, il vento che viene dal mare. Da
un televisore lontano: “Israele ha attaccato l’Iran”.