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lunedì 21 luglio 2025

CALDO ESTREMO: CONOSCERLO E DIFENDERSI
di Zaccaria Gallo


Il cambiamento climatico, e l’aumento della temperatura atmosferica, diventerà sempre più una sfida significativa per la salute pubblica. Già ora, la vita e la salute umana, in vari modi, ne vengono condizionate, in maniera negativa, con effetti sull’aria, l’acqua potabile, l’approvvigionamento alimentare e la diffusione di malattie. Ecco perché, in questi giorni, è importante non dimenticare che, l’esposizione al caldo estremo, può essere causa di diversi esiti sanitari sfavorevoli e che, le persone che soffrono di patologie pregresse, o esistenti al momento, e gli anziani (che spesso hanno una ridotta capacità di termoregolazione e soffrono per malattie croniche che li rendono più suscettibili agli effetti del caldo), come tutti coloro che versano in condizioni economiche precarie o in povertà, sono molto più in pericolo di altri. In caso di temperature molto alte, e caldo estremo, siamo tutti vulnerabili e, in particolare, siamo portati a pensare subito alla manifestazione più acuta e drammatica dei colpi di calore e della disidratazione. I disturbi da temperature elevate, invece, possono essere correlate a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, respiratorie, renali e mentali. Dal punto di vista epidemiologico, infatti, durante i periodi di caldo estremo, si verificano aumenti della ospedalizzazione e purtroppo di decessi per infarto, ictus, esacerbazione di crisi respiratorie e insufficienza renale. 



Il caldo estremo ha poi effetti fortemente negativi anche sulla salute mentale: aumentano i disturbi legati all’ansia, depressione e a risposte aggressive nei confronti di persone, cose e ambiente. Quella che viene messa in pericolo è la capacità del nostro organismo di adattarsi alle temperature esterne estreme, fredde o calde che siano, e che ha nome di termoregolazione. È il meccanismo che tende a mantenere costante la temperatura dell’organismo. Tale processo raggiunge un alto grado di perfezione negli animali omeotermi (mammiferi, uccelli e uomini, a sangue caldo), perché dotati di un sistema di regolazione involontario, basato sull’equilibrio di due fenomeni: la produzione e la dispersione del calore. Gli organismi viventi ricevono calore per irraggiamento dal Sole e dai corpi caldi che li circondano. 



L’energia acquisita può essere controllata in modo che non aumenti attraverso l’evaporazione dallo stato liquido a quello di vapore, e conduce a un raffreddamento interno e esterno della pelle. Tutto il meccanismo della termoregolazione è sotto il controllo del nostro Sistema Nervoso, perché è lì che si trovano nuclei di cellule denominati centri termoregolatori. I centri termoregolatori sono dunque piccole aree del nostro cervello, che controllano la temperatura corporea, mantenendola stabile, attorno ai 37°. Il principale centro termoregolatore è situato nell’ipotalamo, sotto alla corteccia cerebrale. L’ipotalamo riceve informazioni sulla temperatura corporea da termo- recettori, sia centrali (nel sangue) che periferici (nella pelle).



In base a queste informazioni, l’ipotalamo attiva meccanismi, per aumentare o diminuire la produzione di calore e per disperderlo, mantenendo l’equilibrio termico del corpo. Nell’uomo, il valore di riferimento del sistema di controllo della temperatura è, come dicevamo, è di 37 °. Questa temperatura può essere modificata da certe condizioni patologiche che portano a un aumento (febbre). Sappiamo che, d’altra parte, anche in questi casi, la temperatura interna non deve aumentare oltre una certa soglia, altrimenti si ha una “termoregolazione sballata”. Essa si manifesterà come una intolleranza al caldo, difficoltà a sopportare temperature elevate, sudorazione profusa, debolezza, vertigini, cefalea, nausea, vomito, crampi muscolari e, nei casi più gravi, portare a svenimenti e confusione mentale. Nel caso estremo del colpo di calore, la temperatura corporea può aumentare rapidissimamente (in 10 o 15 minuti), la pressione arteriosa diminuire repentinamente, la pelle apparire secca ed arrossata, per cessazione della sudorazione e, nei casi più seri, essere causa di gravi danni a carico degli organi interni. Il malessere da caldo, allora, non va mai sottovalutato né mai bisogna omettere tutto ciò che può prevenirlo o alleviarlo. È importante riconoscere i segnali di allarme che ho descritto, chiamare sempre un medico, o una struttura sanitaria di pronto intervento (il 118) e, nell’attesa, distendere la persona in luogo fresco e ventilato, con le gambe sollevate rispetto al resto del corpo, porre una borsa di ghiaccio sulla testa, avvolgerlo in un lenzuolo bagnato in acqua fredda (o, talora, anche in alcool denaturato) e reidratare con abbondante acqua, senza somministrare bevande alcoliche.