CALDO ESTREMO: CONOSCERLO E DIFENDERSI di
Zaccaria Gallo
Il cambiamento climatico, e
l’aumento della temperatura atmosferica, diventerà sempre più una sfida
significativa per la salute pubblica. Già ora, la vita e la salute umana, in
vari modi, ne vengono condizionate, in maniera negativa, con effetti sull’aria,
l’acqua potabile, l’approvvigionamento alimentare e la diffusione di malattie.
Ecco perché, in questi giorni, è importante non dimenticare che, l’esposizione
al caldo estremo, può essere causa di diversi esiti sanitari sfavorevoli e che,
le persone che soffrono di patologie pregresse, o esistenti al momento, e gli
anziani (che spesso hanno una ridotta capacità di termoregolazione e soffrono
per malattie croniche che li rendono più suscettibili agli effetti del caldo), come
tutti coloro che versano incondizioni
economiche precarie o in povertà, sono molto più in pericolo di altri. In caso
di temperature molto alte, e caldo estremo, siamo tutti vulnerabili e, in
particolare, siamo portati a pensare subito alla manifestazione più acuta e
drammatica dei colpi di calore e della disidratazione. I disturbi da
temperature elevate, invece, possono essere correlate a un aumento del rischio
di malattie cardiovascolari, respiratorie, renali e mentali. Dal punto di vista
epidemiologico, infatti, durante i periodi di caldo estremo, si verificano
aumenti della ospedalizzazione e purtroppo di decessi per infarto, ictus,
esacerbazione di crisi respiratorie e insufficienza renale.
Il caldo estremo ha
poi effetti fortemente negativi anche sulla salute mentale: aumentano i
disturbi legati all’ansia, depressione e a risposte aggressive nei confronti di
persone, cose e ambiente. Quella che viene messa in pericolo è la capacità del
nostro organismo di adattarsi alle temperature esterne estreme, fredde o calde
che siano, e che ha nome di termoregolazione. È il meccanismo che tende a
mantenere costante la temperatura dell’organismo. Tale processo raggiunge un
alto grado di perfezione negli animali omeotermi (mammiferi, uccelli e uomini,
a sangue caldo), perché dotati di un sistema di regolazione involontario,
basato sull’equilibrio di due fenomeni: la produzione e la dispersione del
calore. Gli organismi viventi ricevono calore per irraggiamento dal Sole e dai
corpi caldi che li circondano.
L’energia acquisita può essere controllata in
modo che non aumenti attraverso l’evaporazione dallo stato liquido a quello di
vapore, e conduce a un raffreddamento interno e esterno della pelle. Tutto il
meccanismo della termoregolazione è sotto il controllo del nostro Sistema
Nervoso, perché è lì che si trovano nuclei di cellule denominati centri
termoregolatori. I centri termoregolatori sono dunque piccole aree del nostro
cervello, che controllano la temperatura corporea, mantenendola stabile,
attorno ai 37°. Il principale centro termoregolatore è situato nell’ipotalamo,
sotto alla corteccia cerebrale. L’ipotalamo riceve informazioni sulla
temperatura corporea da termo- recettori, sia centrali (nel sangue) che
periferici (nella pelle).
In base a queste informazioni, l’ipotalamo attiva
meccanismi, per aumentare o diminuire la produzione di calore e per
disperderlo, mantenendo l’equilibrio termico del corpo. Nell’uomo, il valore di
riferimento del sistema di controllo della temperatura è, come dicevamo, è di
37 °. Questa temperatura può essere modificata da certe condizioni patologiche
che portano a un aumento (febbre). Sappiamo che, d’altra parte, anche in questi
casi, la temperatura interna non deve aumentare oltre una certa soglia,
altrimenti si ha una “termoregolazione sballata”.Essa si manifesterà come una intolleranza al
caldo, difficoltà a sopportare temperature elevate, sudorazione profusa, debolezza,
vertigini, cefalea, nausea, vomito, crampi muscolari e, nei casi più gravi, portare
a svenimenti e confusione mentale. Nel caso estremo del colpo di calore, la
temperatura corporea può aumentare rapidissimamente (in 10 o 15 minuti), la
pressione arteriosa diminuire repentinamente, la pelle apparire secca ed
arrossata, per cessazione della sudorazione e, nei casi più seri, essere causa
di gravi danni a carico degli organi interni. Il malessere da caldo, allora,
non va mai sottovalutato né mai bisogna omettere tutto ciò che può prevenirlo o
alleviarlo. È importante riconoscere i segnali di allarme che ho descritto,
chiamare sempre un medico, o una struttura sanitaria di pronto intervento (il
118) e, nell’attesa, distendere la persona in luogo fresco e ventilato, con le
gambe sollevate rispetto al resto del corpo, porre una borsa di ghiaccio sulla
testa, avvolgerlo in un lenzuolo bagnato in acqua fredda (o, talora, anche in
alcool denaturato) e reidratare con abbondante acqua, senza somministrare
bevande alcoliche.