Ma alla notizia fornita ieri
da Idra, nell’articolo intitolato ‘Il bluff di Costa San Giorgio’ si
dedicano non più di quattro generiche righe: “Una nota di ieri dell’Associazione
Idra è tornata a chiedere: «A cosa è dovuto il (mancato) avanzamento dei
lavori?»”. Già! Ma a chi lo chiede, l’Associazione di volontariato? E da quanto
tempo? E con quali risultati? Per pudore, immaginiamo, si è evitato di
informare il lettore sul destinatario di quella domanda, e cioè Palazzo
Vecchio, che da più di tre mesi non risponde.
Eppure, è la stessa amministrazione ‘pubblica’ con cui la redazione mostra di
avere buoni rapporti, se è vero che, leggiamo, “dal Comune, dove almeno
ogni quindici giorni parte una telefonata verso l’entourage di Lowenstein,
spiegano che «noi seguiamo la vicenda di Costa San Giorgio costantemente e con
grande attenzione. E la proprietà ci assicura che i lavori si faranno»”.
Parimenti, si è evitato di richiamare la mole di iniziative civili, culturali e
istituzionali promosse negli anni passati da Idra nel solco di un
progetto di partecipazione tenacemente denegata dalla giunta Nardella,
nonostante il placet della Regione Toscana. Forse le attività menzionate e
documentate nel comunicato evidenziavano fin troppo chiaramente l’imprudenza
tecnica - prima ancora che politica - di avallare a ridosso del bene Unesco
Boboli, a beneficio di un privato, scavi nella collina franata addosso alla
famiglia del Buontalenti, con tanto di targa d’epoca che ancora oggi mette in
guardia in via de’ Bardi, a 460 anni di distanza, chiunque ai piedi di Forte
Belvedere intenda costruirci sopra, e soprattutto dentro!
Ma si sa: sennò, che ‘giornalismo’ sarebbe?
Però, intanto, proviamo ad apprezzare il bicchiere un quarto pieno: almeno un
titolo, al povero minacciato Poggio delle Rovinate, oggi è scappato fuori! Con
questi chiari di luna che ci riserva il mondo dell’‘informazione’, non è poco…