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mercoledì 23 luglio 2025

ELEZIONE DIRETTA
di Franco Astengo


Il sindaco di Milano Sala
 
Il sistema politico italiano sta attraversando una fase molto complessa e difficile da interpretare, in particolare sul versante dei livelli di "governance" teoricamente più vicini ai problemi concreti del territorio: Regioni e Comuni.
 Stiamo assistendo alla vicenda "Milano" (evidente esplicitazione dell'esistenza di una corrente "Sinistra per ricchi") al balletto per la scelta delle candidature per le prossime regionali sia sul versante del centro-sinistra sia della destra e altri episodi sparsi come quello riguardante l'ex-sindaco di Pesaro che confermano però una tesi generale che vorremmo esporre.
L'elezione diretta di Sindaci e Presidenti di Regione (erroneamente definiti "Governatori" con una impropria attribuzione giornalistica) da elemento di stabilità (come nelle intenzioni delle leggi istitutive) si è trasformata in fattore di blocco della dinamica democratica, formazione di gruppi separati (con l'intreccio politica/amministrazione favorita da un altro tipo di legislazione, come quella "Bassanini", presuntamente modernizzante), contribuendo a svuotare i partiti politici riducendoli - in pratica - a comitati elettorali cui approdano di frequente carrieristi di vario stampo.
L'elezione diretta ha stravolto il rapporto tra personalizzazione ed etica della responsabilità a vantaggio della prima modificando anche la relazione tra il soggetto investito del ruolo e la coalizione di diversi che è necessario costruire per fronteggiare in un sistema politico articolato come quello italiano la logica del maggioritario. Vediamo gli effetti di questo stato di cose di cui Milano (ma non solo) rimane punto emblematizzante. Sono in atto fenomeni che richiederanno profonde trasformazioni proprio nella capacità d’indirizzo nel governo della cosa pubblica. Sviluppo alcuni esempi: lo spostamento “fisico” nella possibilità di utilizzo di servizi sociali; l’innalzamento di qualità nella sostenibilità ambientale dei centri urbani; l’adeguamento dei centri storici alle esigenze di un turismo di qualità e dimensione diversa rispetto a quello rutilante del consumismo di massa; un tipo di ristrutturazione urbana per costruire un’offerta di case in modo tale da rendere appetibile la possibilità di trascorrervi molto più tempo di quanto non fosse in passato; un’attrezzatura culturale e sociale adeguata a una inedita offerta di tempo libero; la fluidità dei trasporti collettivi; l’equilibrio tra il centro e le periferie cittadine.



Tutte queste vere e proprie necessità sono negate dalla logica della concentrazione di capitali sul piano speculativo che alla fine rendono ricchezza privata e negano ricchezza pubblica. Sono cambiate troppe cose in una misura molto ampia e occorre ripensare anche i riferimenti istituzionali: la governabilità rappresentata dalla personalizzazione minaccia di rappresentare il grimaldello da cui può passare lo svuotamento della democrazia fondata sulla rappresentanza e di conseguenza agevolare il salto verso l'autocrazia. Sarà necessaria una seria rivisitazione dell'impianto istituzionale riflettendo, anche a livello locale, su alcuni punti essenziali che rendono fragile l'insieme del nostro sistema politico: ruolo dello Stato e rapporto centro /periferia; deficit di rappresentanza politica e crisi della governabilità; funzione decisionale e di orientamento sociale e culturale degli strumenti dell'innovazione comunicativa fin qui usati dalla politica in esclusiva funzione propagandistica nel quadro generale di trasformazione della democrazia rappresentativa in democrazia del pubblico fino a "democrazia recitativa" (in un quadro sociale egemonizzato dall'individualismo competitivo). Nel dibattito che a sinistra dovrà necessariamente aprirsi sarebbe utile che trovassero spazio i temi della strutturazione istituzionale e una riflessione, finalmente attenta, sui guasti della personalizzazione della politica e della conseguente elezione diretta in vista anche della costruzione necessaria di una forte opposizione al premierato che, in caso di referendum, dovrà riguardare l'intero corpo elettorale nelle sue articolazioni e sfaccettature culturali e sociali.