Mi sono già occupato di questo argomento un paio di
volte su “Odissea” cercando di fare chiarezza su alcuni fondamentali aspetti
tecnici, scientifici e più generalmente logici che investono quest’opera di
grandiosità e portata uniche. Non è dunque il caso di riproporre quei
ragionamenti, tutt’ora validi, ai quali rimando l’attento lettore ai link (1) e
(2). Nei
giorni scorsi il progetto del ponte sullo Stretto di Messina, vecchio ormai oltre
un quarto di secolo e “aggiornato” una quindicina di anni fa, ha ricevuto
l’approvazione da un organo burocratico-amministrativo, il Comitato Interministeriale
per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile (CIPESS), un
passaggio essenziale nell’approvazione, naturalmente ma a carattere
essenzialmente burocratico. Ovvero il ponte ha le carte in regola. A questo
passaggio seguirà tutta una serie di altre “operazioni propedeutiche alla
cantierizzazione con particolare attenzione alla viabilità, …indagini archeologiche, geognostiche e
geotecniche…L’approvazione del CIPESS
determina altresì la Pubblica utilità dell’Opera, autorizzando la fase
espropriativa. Gli espropri partiranno gradualmente in relazione
all’avanzamento delle attività dei cantieri realizzativi.” Il virgolettato
è estratto dal sito ufficiale della Stretto di Messina S.p.A. Riguardo
la corrispondenza del progetto alle indicazioni e rilievi prodotti da vari
organismi di controllo interni ed esterni alla SM S.p.A., è interessante notare
la seguente affermazione: “La Relazione del Progettista, approvata dal CDA
della Stretto di Messina S.p.A. a febbraio 2024, ha indicato ulteriori
aggiornamenti da sviluppare nel Progetto Esecutivo al fine di adeguarlo ai
seguenti aspetti, in ottemperanza al Decreto-legge 31 marzo 2023, n. 35”: … Seguono
13 punti in cui vengono segnalate altrettante caratteristiche tecniche e
progettuali che riceveranno attenzione nel progetto esecutivo. In pratica si
tratta di una promessa di adeguamento del progetto, in fase esecutiva, alle
indicazioni formulate da vari organi di controllo, sia interni che esterni alla
SM S.p.A. e varie raccomandazioni di adeguamento del progetto secondo i canoni
attuali in questo tipo di progettazione.
Siamo
dunque di fronte all’approvazione da parte di un organo di decisione
politico-burocratica che difatti non ha nulla a che vedere col superamento di
tutte le richieste di modifiche tecniche avanzate nei mesi (anni) scorsi, bensì
pare trovarsi di fronte al loro superamento da un punto di vista puramente
formale e burocratico in una prospettiva futura. In pratica, ad ogni “inciampo”
tecnico, scientifico, normativo, progettuale ed economico, sono state trovate
soluzioni formali fatte di carte redatte da zelanti burocrati incaricati di
trovare la scappatoia per poter tirare diritto col progetto fino a far valere
il principio che tanto piace ai nostri politici, di mettere tutti di fronte al
fatto compiuto. Tra i vari escamotage va poi annoverata la dichiarazione di progetto
di interesse strategico per la difesa nazionale e per la NATO. Questo consente
varie altre scappatoie, come l’utilizzo di parte dei fondi destinati
all’incremento delle spese militari (1,5% del PIL) per coprire parte
dell’enorme impegno finanziario e fin qui poco male. Tuttavia, la nuova
definizione consente la deroga dalla Valutazione di Impatto Ambientale secondo
le normative Italiane e d Europee, uno dei punti in cui il progetto si è
incagliato pesantemente. Un grave pericolo che si nasconde dietro questo è poi
la possibilità di far passare per strategiche anche altre eventuali opere in
cui il Governo potrebbe voler aggirare le norme VIA (basi militari, impianti
industriali, impianti di stoccaggio materiali radioattivi o inquinanti, ecc.
ecc.) difatti neutralizzando le leggi in vigore in materia di salvaguardia
dell’ambiente. Ecco
dunque trovato un grimaldello di carta per far procedere spedito l’iter di
attuazione dell’opera, senza minimamente toccare la sostanza dei miglioramenti
e adeguamenti suggeriti dalle direttive e raccomandazioni emanate finora dagli
organi di controllo e da più parti del mondo scientifico e accademico ed
esplicitarli in un nuovo progetto definitivo. A
prescindere dalla grandiosità e maestosità dell’opera, sicuramente di grande
bellezza e importanza in un panorama italiano in cui le grandi opere sono
diventate ahimè più un veicolo di propaganda politica che di orgoglio nazionale
di appartenenza di tutti i cittadini, dobbiamo purtroppo constatare che siamo
alle solite. Insomma, a chi non piacerebbe potersi immedesimare nella bellezza
e grandiosità di un’opera tanto ambita quanto ardita? Tuttavia, viste le
premesse e il modus operandi, al cittadino viene spontaneo chiedersi in primo
luogo se quella enorme spesa sia giustificabile, soprattutto ben sapendo che va
a discapito di altri e ben più urgenti investimenti necessari per adeguare
servizi e attività che riguardano il benessere primario degli italiani (salute,
lavoro, infrastrutture, sicurezza sismica delle abitazioni, ecc. ecc.) anche a
confronto coi nostri vicini europei. Con
queste premesse viene dunque logico domandarsi quale potrà essere l’impatto
economico totale dell’opera al completamento, oltre naturalmente l’allungamento
dei tempi di attuazione, per un progetto che tutti sanno dovrà essere
sostanzialmente modificato ancor prima di dare l’avvio ai lavori e dovrà
continuare a subire modifiche in corso d’opera, durante tutto l’iter esecutivo.
Queste le testuali parole: “L’opera di attraversamento (le torri, i blocchi
di ancoraggio, il montaggio dell’impalcato) saranno oggetto di una singola fase
progettuale”. Ovvero, il progetto del ponte nel suo insieme sarà messo a
punto prima di costruirlo… Mi pare quasi ovvio. In
pratica viene adottato il principio del fritto misto che si mangia a Napoli: “magnanno
- frienno” oppure, volendo essere malevoli, “l’appetito vien mangiando” … (1). R. Rinaldi - Il Ponte
Sospeso 07-03-2024 “Odissea” 07-03-2024 https://libertariam.blogspot.com/2024/03/il-ponte-sospeso-di-romano-rinaldi.html?m=1 (2). R. Rinaldi - Un Ponte Sempre
più Sospeso “Odissea” 18-04-2024 https://libertariam.blogspot.com/2024/04/un-ponte-sempre-piu-sospeso-di-romano.html?m=1