IDRA ALLERTA IL SINDACO Associazione
di volontariato Idra
Tav. Nel cono d’ombra del progetto spiccano altre
cinque criticità di rilievo. Firenze.
Riuscirà la talpa che scava sotto la città Unesco di nome Firenze a superare gli
ultimi sei macigni incontrati per strada? Li segnala dettagliatamente
Idra in una Pec inviata stamani a Sara Funaro, e per conoscenza ai
gruppi consiliari di Palazzo Vecchio (qui il testo integrale). “Gentile Sindaco, abbiamo
ricevuto faticosamente notizia a metà luglio dal Ministero dell’Ambiente.
è l’incipit - dell’avvenuta decadenza, oramai da otto mesi, della
funzionalità dell’Osservatorio Ambientale
Nodo AV di Firenze, presieduto da un esponente designato dal Comune di Firenze”.
Non si registravano più
suoi segni di vita da quando Idra aveva chiesto all’Osservatorio notizie
sull’ultimo ‘contrattempo’ intervenuto nel corso dei lavori: la mutata
destinazione (nell’apparente silenzio di Palazzo Vecchio) delle terre di scavo estratte
dalle frese in azione per lo scavo del passante. Anziché contribuire a un progetto
di riambientalizzazione e valorizzazione paesaggistica della ex miniera di
Santa Barbara nel Comune di Cavriglia, fiore all’occhiello del presidente della
Regione Eugenio Giani, lo smarino viene indirizzato infatti in impianti di gestione
rifiuti. Lo aveva appresoIdra il 15 maggio dall’Osservatorio Ambientale del Valdarno (a quella
data ammontavano già a circa 105.000 tonnellate), e ne aveva prontamente divulgato notizia
(qualche ‘organo di informazione’ cittadino si ostinava però ancora ieri a sostenere il
contrario…). Sulla circostanza che l’Osservatorio fiorentino fosse ormai fuori gioco
dal 1 gennaio si erano un attimo distratti pure a Roma, se è stato necessario segnalarlo
alla Direzione Generale Valutazioni Ambientali del
Ministero per vederne comparire finalmente notizia a
fine agosto sulla pagina istituzionale. A ogni buon conto,
scrive Idra alla Funaro a proposito dei quesiti rimasti senza riscontro, “Le alleghiamo qui
la nota in questione, confidando che possa essere almeno Lei, gentile Sindaco,
a soddisfare la richiesta di informazioni trasmessa all’Osservatorio”.
Nel merito della lunga
ingiustificabile vacanza dello strumento
principale di monitoraggio e verifica pubblica della cantierizzazione per
l’Alta Velocità, e quindi dei supporti tecnici ad esso collegati (ARPAT e
Autorità di Bacino distrettuale Appennino settentrionale), Idra menziona i
contenuti di una interrogazione
segnalata al riguardo un mese fa da un gruppo consiliare, e si associa alla
richiesta di una risposta al riguardo, essendo venuti meno con la decadenza
dell’Osservatorio strumenti indispensabili di salvaguardia e tutela
dell’ambiente, del territorio e della legalità. “Ella comprenderà, gentile Sindaco, osserva l’associazione di
volontariato fiorentina, quale e quanto sia il grado di preoccupazione che la
cittadinanza nutre nei riguardi delle modalità di esecuzione di un progetto
così ambizioso, delicato e controverso (si riascolti al riguardo la netta
stroncatura formulata dal Suo predecessore Sindaco Dario Nardella)
quando si considerino anche le numerose altre circostanze che concorrono a
tracciarne un quadro di dubbia legittimità: a) la citata sconfessione ‘in corsa’ della finalità ambientalista
promessa col recupero delle terre di scavo; b) l’ubicazione del
progetto di nuova Stazione - oltre che infelice sul piano urbanistico (tuttora
irrisolto) e trasportistico (a danno
conclamato dei passeggeri con origine o destinazione a Firenze) -
paradossalmente esonerato
dall’indispensabile vaglio della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale
nonostante la pericolosità idraulica ‘alta’ del sito; c) l’omessa
presentazione del piano di emergenza previsto dal DM 28/10/2005
“Sicurezza nelle gallerie ferroviarie” nel progetto esecutivo di Passante e di
nuova Stazione in corso di attuazione; d) il mancato
collaudo tecnico amministrativo dello Scavalco AV Castello-Rifredi e
i suoi riflessi
sulle eloquenti condizioni di degrado dell’opera; e) l’avvio dell’esecuzione
del progetto di adeguamento idraulico del torrente Mugnone in zona Romito
(‘bypass Mugnone’), lo scorso 14 luglio, in mancanza di un adeguato
processo di informazione, consultazione e interlocuzione con la popolazione
interessata dalle sue conseguenze”. “Per tutti questi motivi - recita in conclusione la nota - Le chiediamo un
prezioso tempestivo intervento atto a colmare le lacune informative descritte e
a prevenire le conseguenze paventate per effetto delle procedure autorizzative
adottate”.