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martedì 9 settembre 2025

IDRA ALLERTA IL SINDACO
Associazione di volontariato Idra



 
Tav. Nel cono d’ombra del progetto spiccano altre cinque criticità di rilievo.
 
Firenze. Riuscirà la talpa che scava sotto la città Unesco di nome Firenze a superare gli ultimi sei macigni incontrati per strada?
Li segnala dettagliatamente Idra in una Pec inviata stamani a Sara Funaro, e per conoscenza ai gruppi consiliari di Palazzo Vecchio (qui il testo integrale).
“Gentile Sindaco, abbiamo ricevuto faticosamente notizia a metà luglio dal Ministero dell’Ambiente. è l’incipit - dell’avvenuta decadenza, oramai da otto mesi, della funzionalità dell’Osservatorio Ambientale Nodo AV di Firenze, presieduto da un esponente designato dal Comune di Firenze”. Non si registravano più suoi segni di vita da quando Idra aveva chiesto all’Osservatorio notizie sull’ultimo ‘contrattempo’ intervenuto nel corso dei lavori: la mutata destinazione (nell’apparente silenzio di Palazzo Vecchio) delle terre di scavo estratte dalle frese in azione per lo scavo del passante. Anziché contribuire a un progetto di riambientalizzazione e valorizzazione paesaggistica della ex miniera di Santa Barbara nel Comune di Cavriglia, fiore all’occhiello del presidente della Regione Eugenio Giani, lo smarino viene indirizzato infatti in impianti di gestione rifiuti. Lo aveva appreso Idra il 15 maggio dall’Osservatorio Ambientale del Valdarno (a quella data ammontavano già a circa 105.000 tonnellate), e ne aveva prontamente divulgato notizia (qualche ‘organo di informazione’ cittadino si ostinava però ancora ieri a sostenere il contrario…).
Sulla circostanza che l’Osservatorio fiorentino fosse ormai fuori gioco dal 1 gennaio si erano un attimo distratti pure a Roma, se è stato necessario segnalarlo alla Direzione Generale Valutazioni Ambientali del Ministero per vederne comparire finalmente notizia a fine agosto sulla pagina istituzionale.
A ogni buon conto, scrive Idra alla Funaro a proposito dei quesiti rimasti senza riscontro, “Le alleghiamo qui la nota in questione, confidando che possa essere almeno Lei, gentile Sindaco, a soddisfare la richiesta di informazioni trasmessa all’Osservatorio”.



Nel merito della lunga ingiustificabile vacanza dello strumento principale di monitoraggio e verifica pubblica della cantierizzazione per l’Alta Velocità, e quindi dei supporti tecnici ad esso collegati (ARPAT e Autorità di Bacino distrettuale Appennino settentrionale), Idra menziona i contenuti di una interrogazione segnalata al riguardo un mese fa da un gruppo consiliare, e si associa alla richiesta di una risposta al riguardo, essendo venuti meno con la decadenza dell’Osservatorio strumenti indispensabili di salvaguardia e tutela dell’ambiente, del territorio e della legalità.
“Ella comprenderà, gentile Sindaco, osserva l’associazione di volontariato fiorentina, quale e quanto sia il grado di preoccupazione che la cittadinanza nutre nei riguardi delle modalità di esecuzione di un progetto così ambizioso, delicato e controverso (si riascolti al riguardo la netta stroncatura formulata dal Suo predecessore Sindaco Dario Nardella) quando si considerino anche le numerose altre circostanze che concorrono a tracciarne un quadro di dubbia legittimità:
a) la citata sconfessione ‘in corsa’ della finalità ambientalista promessa col recupero delle terre di scavo;
b) l’ubicazione del progetto di nuova Stazione - oltre che infelice sul piano urbanistico (tuttora irrisolto) e trasportistico (a danno conclamato dei passeggeri con origine o destinazione a Firenze) - paradossalmente esonerato dall’indispensabile vaglio della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale nonostante la pericolosità idraulica ‘alta’ del sito;
c) l’omessa presentazione del piano di emergenza previsto dal DM 28/10/2005 “Sicurezza nelle gallerie ferroviarie” nel progetto esecutivo di Passante e di nuova Stazione in corso di attuazione;
d) il mancato collaudo tecnico amministrativo dello Scavalco AV Castello-Rifredi e i suoi riflessi sulle eloquenti condizioni di degrado dell’opera;
e) l’avvio dell’esecuzione del progetto di adeguamento idraulico del torrente Mugnone in zona Romito (‘bypass Mugnone’), lo scorso 14 luglio, in mancanza di un adeguato processo di informazione, consultazione e interlocuzione con la popolazione interessata dalle sue conseguenze”.
“Per tutti questi motivi - recita in conclusione la nota - Le chiediamo un prezioso tempestivo intervento atto a colmare le lacune informative descritte e a prevenire le conseguenze paventate per effetto delle procedure autorizzative adottate”.