Aproposito della diatriba sulla “Commissione Vaccini” (Nitag) del Ministero
della Salute, sollevata all’interno della maggioranza di governo un paio di
settimane fa, vediamo innanzitutto di cosa si tratta. L’acronimo sta per “National
Immunization Technical Advisory Group” ovvero Gruppo Nazionale di Indirizzo Tecnico
sulla Immunizzazione. È un organo consultivo proposto dalla Organizzazione
Mondiale della Sanità (WHO) per le nazioni della regione Europea con lo scopo
di fornire agli organismi decisionali di ogni Paese indicazioni e
raccomandazioni sui programmi nazionali di immunizzazione della popolazione,
basati su robuste evidenze scientifiche accettate dai professionisti della
salute pubblica (sic). Un istituto che in alcuni Paesi europei funziona da
oltre 20 anni, in altri è stato istituito più di recente. Bene dunque ha fatto
il Ministro a revocare il mandato al Gruppo quando ne ha constatato la non
conformità della composizione al dettato della norma. Il
fatto che a causa di questa legittima decisione sia stato sottoposto a stretta
sorveglianza da parte di un vice-ministro nominato espressamente dalla Presidente
del Consiglio, manda un certo spiacevole sentore. Quanto alla canea che si è
scatenata nell’intero mondo politico intorno a questa faccenda, da uomo di
scienza non posso far a meno di notare quanto l’ignoranza stia permeando la
mentalità contemporanea, soprattutto di un buon numero di esponenti politici.
Quando rappresentanti parlamentari in posizione rilevantissima nella compagine
governativa (non solo nel nostro Paese, ahimè!) esprimono giudizi che chiamano
in causa la pluralità di opinioni riguardo un argomento scientifico, dimostrano
la più palese ignoranza dei più basilari principi della scienza.
La Scienza e gli avanzamenti
scientifici che vengono via via riconosciuti come tali, si basano infatti su
una enorme pluralità di giudizi (non di semplici opinioni da bar sport) basati
su una grande mole di documenti scritti, frutto di laboriosi studi, che
riportano dati, statistiche e ragionamenti e che sono a disposizione di
chiunque sia in grado di leggerli e studiarli per farsi un’opinione informata
sui fatti e non certo sulle leggende metropolitane o i like sui social, come
usa oggigiorno. Si chiama letteratura scientifica e ogni lavoro, scritto
e verificato attraverso il metodo della “peer review” (revisione da
parte di colleghi) che viene accettato per la pubblicazione su riviste
universalmente riconosciute, ha valore e dignità per meritare menzione da parte
dei colleghi che intraprendano studi nello stesso campo. Logicamente anche
questi lavori non sono affatto esenti da critica e discussione, a volte feroce,
anche a posteriori, tuttavia col tempo prevarranno i lavori che hanno ottenuto
il generale consenso della comunità internazionale degli studiosi di
quell’argomento andando a costituire le pietre miliari dei futuri avanzamenti
scientifici.
Sui vaccini poi, un campo di
interesse per la salute di tutta l’umanità da circa 230 anni (dal 1796, con la
prima inoculazione ad opera di Edward Jenner) la letteratura scientifica è molto
corposa, molteplice e notevolmente complessa. Non proprio un argomento da
trattare da parte di chiunque abbia una qualche opinione in merito. Prova ne
sia il famoso (e infame) falso scientifico del collegamento tra autismo e vaccini
nell’infanzia. Un falso studio, smentito dalla comunità scientifica col metodo
di cui sopra e di cui l’autore stesso (A. Wakefield, 1998) ha dovuto ammettere la
manipolazione dei dati per scopi di lucro. Nel 2010 la rivista (The Lancet) ha
ritirato l’articolo e Wakefield è stato radiato dall’Albo dei Medici del Regno
Unito per cattiva condotta professionale. Ecco un punto su cui dovrebbero
riflettere i politici di cui sopra! Sfortunatamente, questo falso si è
propagato, come del resto tanti altri, ed ha tutt’ora schiere di convinti
assertori che preferiscono crederci ancora e tra questi anche personalità
politiche non solo in Italia (vedi l’attuale Segretario alla Salute del Governo
USA, di cui già mi occupai su Odissea (1)), che in perfetta
malafede sfruttano l’ignoranza e la dabbenaggine del loro popolo. Questo è anche
uno dei motivi per l’istituzione dei Nitag in ciascun Paese.
Tuttavia la mancanza di
percezione (voluta o meno) di questo fondamentale principio di funzionamento
dell’avanzamento scientifico da parte dei nostri politici, dovrebbe preoccupare
tutti quanti perché sono loro, purtroppo, a decidere per noi cosa sia bene o
male per tutta la popolazione. Il fatto che si facciano guidare dall’onda del
consenso più che dalla ragione della scienza che si esprime attraverso dati
inconfutabili (secondo le più recenti conoscenze), dovrebbe essere motivo di
censura in primis da parte dei loro colleghi (criterio della “peer review”!),
indipendentemente dalla collocazione politica, in quanto palesemente inadatti a
rappresentare il popolo di cui tanto si riempiono la bocca a totale sproposito.
Inutile infatti sarebbe appellarsi alle moltitudini dei votanti per ottenere
l’esclusione di queste persone attraverso il voto democratico perché, lo si è
già visto fino alla nausea, il giudizio espresso nel voto non rappresenta più da
un pezzo una scelta ragionata e fatta in coscienza e buona fede perché ormai
deviato da tali e tanti fattori esterni al pensiero raziocinante da dover
impensierire tutti noi. Insomma, la correttezza professionale che si riscontra
come un dato di fatto nel mondo scientifico fornisce un confronto impietoso con
l’attitudine dei politici. D’altra parte, il mondo è ormai pieno di esempi di
presa del potere anche in Paesi di solidissima tradizione democratica, da parte
di figuri che hanno molto più a che fare con gli imbonitori da fiera e i
mercanti del suk piuttosto che gli statisti di cui oggi sentiamo tanto la
mancanza. Non molto tempo fa in Italia furono istituiti i Corsi di Laurea in
Scienze Politiche.
Ecco, oggigiorno, a giudicare dai fatti, non potrebbe esistere
un ossimoro più efficace! Volendo tornare al caso
specifico, non si può non notare come al Ministero della Salute, oltre o piuttosto
che di una commissione sui vaccini, col malcelato intento di rivangare
l’operato di altri politici nell’occasione dell’ultima pandemia da Covid-19, ci
sarebbe un gran bisogno di promuovere un’approfondita indagine sul
funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale nel suo complesso, una volta
fiore all’occhiello del nostro Paese, ora una delle prime preoccupazioni della
cittadinanza, soprattutto per coloro che negli ultimi anni hanno dovuto
ricorrere alle prestazioni di tale Servizio, a partire dai Pronto Soccorso e
fino alle carenze endemiche che si riscontrano in reparti ospedalieri di
primissima necessità. E di questo porto, ahimè, inconfutabile testimonianza
diretta.
E così torniamo al punto di
partenza, se i politici si occupano del consenso delle masse e non del
benessere dei cittadini, non fanno un buon servizio né alle masse che
pretendono di rappresentare, né al resto della cittadinanza più vigile e
attenta che pur conoscendo bene quali sono le loro carenze professionali, non
ha la forza dei numeri per scalzarli dalle loro poltrone. La soluzione? Solo con la perseveranza e l’intransigenza nell’educazione
della popolazione si può ottenere qualche progresso. Ed ecco l’altro ostacolo;
proprio su questo punto, l’educazione (o istruzione che dir si voglia), i metodi e le risorse impiegate, si
consuma da almeno una trentina d’anni una battaglia tra coloro che vedono
nell’istruzione e e nella cultura un ostacolo all’affermazione del consenso e chi
cerca di utilizzare le risorse per scopi di bottega… in entrambi i casi chi ci
rimette sono i cittadini. A quando un governo di onesti “illuminati”? (1). Potere e Affari di Famiglia.
R. Rinaldi “Odissea” 27-02-2025 https://libertariam.blogspot.com/2025/02/potere-e-affari-di-famiglia-di-romano.html?m=1