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lunedì 29 settembre 2025

TOC TOC: C’È QUALCUNO CHE VIGILA?
di Associazione di volontariato Idra


 
Sul pericolo-Mugnone a Firenze i cittadini bussano alla porta dell’Autorità di bacino.
 
Toc toc! C’è qualcuno là dentro? C’è qualcuno che legge le carte degli scavi TAV a ridosso del capriccioso torrente Mugnone? C’è qualcuno che ha visto il pelo della piena lambire già due volte quest’anno il piano d’appoggio delle Frecce rosse che attraversano Firenze? C’è qualcuno che ha messo in conto il rischio-Mugnone alle Cure, al Romito, a Novoli? C’è qualcuno che sente di doversi allarmare per quella fossa grande e profonda che si prepara per la scintillante stazione Foster proprio addosso al torrente?
Sì, almeno a quest’ultima domanda una risposta esplicita c’è: è quella del più alto esponente dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale, il segretario Gaia Checcucci. Alla vigilia dell’ultimo anniversario dell’alluvione del ’66, l’ha messa nero su bianco fra virgolette il quotidiano Il Tirreno, intervistandola: «Attenzione, la cassa d’espansione del Mugnone mi diventa la stazione Foster e su queste grandi opere ci piacerebbe ci fosse la sensibilità di chiedere un parere all'autorità competente».



Una prova in più, dunque, della fondatezza delle preoccupazioni che gli scavi TAV fanno ragionevolmente scattare negli abitanti e nei visitatori che la città di Firenze la amano, la conoscono, la studiano. Un caso esemplare di cittadini e istituzione che appaiono dover essere oggettivamente alleati. E invece…
È da quel novembre 2024 che un’associazione parte civile e testimone dei danni ambientali e sociali che la TAV ha regalato al Mugello chiede un incontro con la dott.ssa Checcucci. Sono parecchi, gravi e urgenti infatti i temi da discutere, sui quali Idra confida in un’iniziativa tempestiva e rigorosa da parte dell’Autorità: appaiono da indagare i presupposti tecnici e giuridici che hanno permesso di aggirare le procedure di valutazione, i contenuti degli studi idraulici effettuati, l’affidabilità dei dati sui quali si modellano gli interventi di adeguamento, la stessa omessa «sensibilità di chiedere un parere all'autorità competente» che la dott.ssa Checcucci lamenta.



Ma, a dispetto dei reiterati solleciti anche per posta certificata, la delegazione tecnica apprestata dall’associazione per il colloquio è ancora qui che aspetta un invito formale al colloquio auspicato. Da dieci mesi, ormai. Avranno la stessa pazienza Giove Pluvio e il Mugnone, coi chiari di luna meteorici che abbiamo imparato a conoscere?
Da osservare che tutte le altre autorità pubbliche investite a vario titolo di responsabilità in rapporto alle conseguenze potenziali e attuali delle tante anomalie riscontrate nella progettazione, nell’autorizzazione e nell’esecuzione degli scavi TAV continuano a ostentare indifferenza a fronte delle segnalazioni fattuali trasmesse dai cittadini: dal sindaco al presidente della Regione, dalle commissioni consiliari ai Ministeri all’ ANAC. Il solo presidente di uno dei Quartieri coinvolti, il 5, Filippo Ferraro, ha mostrato curiosità e interesse: se ne attendono con fiducia gli esiti. Sulla clamorosa assenza, nel progetto esecutivo del sotto attraversamento TAV della città, del piano di emergenza imposto dal Decreto sicurezza gallerie ferroviarie si registra - oltre l’insistita indisponibilità ad accordare un colloquio - il silenzio persino del prefetto di Firenze, ancorché informato per Pec direttamente dal Comando provinciale dei Vigili del Fuoco.  Dov’è finita tutta la ‘cultura green’ che si vanta nei Palazzi, sui media e nel dibattito pubblico?



Ecco perché lunedì 28 settembre, fra le 10 e le 13, nell’ambito del ‘dialogo in strada’ sulla deriva bellicista che affligge in questa cupa stagione il mondo della comunicazione e dell’economia (si veda anche l’alleanza strategica Militari Mobility fra Rfi e la società ‘Leonardo’), un rappresentante di Idra ha documentato con cartelli e volantini lungo via de’ Servi, dove ha sede l’Autorità di bacino, la strana vicenda del costosissimo super scavo autorizzato senza valutazione di impatto ambientale in un’area classificata a pericolosità idraulica alta, lungo un corso d’acqua già esondato nel 1992 e che per due volte (il 28 gennaio e il 14 marzo) ha minacciato di saltare gli argini nei soli ultimi nove mesi! Uno di quei casi a cui i giornali e le telecamere riserveranno magari fiumi di cronache solo a disastro avvenuto, invocando fuori tempo massimo - in coro con autorità, partiti e sindacati - il valore imprescindibile della prevenzione! Saranno ‘distratti’ ancora una volta?