Pagine

martedì 16 settembre 2025

VE LO DICO IN VERSI
di Marcello
 

Governo proditorio      
 
Potrei farvi tutti quanti a fette
e senza dialettici artifici,
ricordando le cose da voi dette,
le promesse di renderci felici,
 
l’assoluta vantata competenza,
l’aver studiato come meglio fare,
la dedizione, nonché l’intelligenza
per potere al meglio governare.
 
Il patrio orgoglio e l’Italianità
finalmente di nuovo rispettati.
Sarebbe terminata l’umiltà
All’Europa di star subordinati.
 
Ve lo ricordo: “E che succederà?
Solamente che son finiti i giochi!”
Diceva Giorgia che pensava già,
urlando lei, di lasciar tutti fiochi.
 
Ma poi turista fu del servilismo
perché dovunque si è trovata
si inchinò all’altrui affarismo
da brava cucciola domesticata,
 
Del resto non è una novità:
uno degli stigmi del fascismo
è il non aver nessuna dignità,
limitandosi all’opportunismo.
 
Come nel trattato di Dublino,
di cui si dovrebber vergognare
dell’Europa rendendoci zerbino:
dove sbarcan, lì dovran restare.
 
Quel che firmaron lo capiron poi
che l’ondata di quei disperati
l’avremmo accolta tutta quanta noi,
quelli, dico, dai flutti risparmiati.
 
Di poi Giorgetta, sempre alabardata,
nonché proclive alle vigliaccherie,
disse che ogni barca va affondata,
porti chiusi ed altre fesserie.
 
Quindi le successive piroette
e l’assiduo impegno più nefario
-devastante come cavallette-
nella realizzazione del contrario.
 
Col debito pubblico aumentato
di 300 miliardi o poco più
or si va vantando a perdifiato
del record di qualunque sia virtù.
 
Governava già con Berlusconi,
con 400 mila fallimenti,
e pur essendo stati men predoni
peraltro ci toccò la cura Monti.
 
Mentre tutto quanto è rincarato
e lo stipendio è rimasto uguale,
quello dei boiardi è raddoppiato
e può ulteriormente batter l’ale.
 
Invece quello minimo è vietato,
e ciò per la nobile intenzione,
come usava nel buon tempo andato,
di conseguir la piena occupazione
 
laddove, in forza della schiavitù,    
non c’era l’ombra d’un disoccupato.
Questa quindi la vostra gran virtù,
stando a quanto viene strombazzato.
 
Altro non mantenere le promesse,
ben altro darsi, con accanimento,
quasi le mete fossero le stesse,
al loro plateale tradimento.
 
Quello che distingue il traditore
-come ci fa notare padre Dante-
dal ben più modesto mentitore
è che il primo muore sull’istante.
 
Il suo corpo poi viene vissuto
-occupandolo immediatamente
come se manco fosse deceduto-
da un demonio, nel tempo rimanente.
 
La cosa non poteva far clamore
stante l’esigua distinzione
tra diavolo e bieco traditore
ed è tutta qui la spiegazione.
 
E la cosa era ben plausibile,
dall’alto fin nel medioevo basso,
questo che ci par così risibile,
oggi, non più credendo a Satanasso.
 
Il traditore non è più il demonio,
ma, fra quanti galleggian nella fogna,
quello che usa il comprendonio
per esser la più fetida carogna.