La passività
non è mai stata nelle sue corde: non è mai riuscita a “subire e basta”
soprattutto nell’ambiente torinese connotato da quell’impronta sabauda in cui
le gerarchie sono ben definite. Le
radici familiari di Anna Antolisei Burzio sono fortemente connotate dalla
Legge, ma soprattutto dal diritto, quello di esprimere appieno le proprie idee
e di realizzare i propri sogni senza essere limitata da protocolli di
perbenismo, o peggio ancora, di ipocrisia.A parte il cognome paterno
legato al Manuale di Diritto Penale, la madre, separata e poi divorziata, le ha
insegnato - a modo suo - a combattere per la propria libertà nei lontani anni
Cinquanta, quando per la donna non esistevano tutele particolari. Anna,
giovanissima, andata a nozze con un magistrato dall’inflessibile rigore, ha
ricevuto alla nascita tutta la versatilità ispirata dalla Musa Polimnia.
La copertina del libro
La
passione per la forma breve, l’aforisma, ha sempre attratto la sua attenzione:
visto che ancora una ventina d’anni fa, era un genere trascurato dall’editoria
e poco accessibile al grande pubblico, ha deciso di costituire un’Associazione e
un premio letterario che colmasse la lacuna non solo a livello nazionale: ha
iniziato quindi una sistematica ricerca dei tanti entusiasti e prolifici massimatori
contemporanei. Il Premio “Torino in Sintesi” si è rivelato il modo più efficace
per indurre scrittori relegati in una nicchia poco conosciuta a riemergere, per
gettare luce su nomi e opere attuali di tutto rispetto. Il premio, biennale, è
giunto alla nona edizione e vive felicemente senza il minimo supporto delle
Istituzioni cittadine o regionali, senza che la stampa in generale abbia mai
degnato di una riga il concorso aforistico più blasonato d’Europa, guadagnandosi
l’internazionalità attraverso la sezione dedicata agli stranieri.
Un primo piano di Anna
Ma non
è tutto. Anna Antolisei, pur avendo esordito come giornalista ha alle spalle un
iter letterario di tutto rispetto, con romanzi e saggi, attraversando vari
generi letterari, e arrivando in questi giorni al suo “bambino di carta” più
prezioso: un raffinato cofanetto dal titolo Ieri è un altro giorno
impresso in 50 esemplari numerati e firmati dall’autrice su preziosa carta
Corolla Book delle Cartiere Fedrigoni. I sette fascicoli legati a filo refe -
corredati di tavole stampate a getto d’inchiostro - contengono l’anima di una
poetessa che ha sempre rifiutato di essere definita tale: indomita e ribelle
anche in questa occasione, visto che la sua versione più diffusa nella società
letteraria è all’apparenza una distaccata organizzatrice di eventi culturali. Un
salto nel buio, o meglio… nella luce, attraverso parole che vibrano di
autenticità, di sentimenti profondi, quelli tenuti nascosti a un pubblico non
idoneo, ma che potrebbero risvegliar dal sonno molte anime oggi assuefatte alla
banalità del Male.
La
risposta sta forse in una frase del capitolo “Noi due”: “Ho un guinzaglio di
prudenza in mano” dove non è al cane Terranova che si rivolge, ma piuttosto
a se stessa nella forma di Grande Madre protettrice di quella Anna bambina con
un passato difficile. Nel distacco da una madre biologica la cui bellezza è
vissuta nello specchio con “un’illusione in meno e un mistero in più” ci offre
una chiave di lettura che sfiora il mito, dove Venere e Psiche si incontrano,
finalmente libere. Un
vero peccato che le copie siano davvero poche, nessuna in vendita, e che un
pubblico più ampio non possa vivere le emozioni che suscitano questi mini
saggi-poesie: vivere mentalmente l’ansia del capitolo “Panik attak”,
sprofondare nell’abisso di questo gorgo che attanaglia per poi lasciare “il
tuo corpo stremato, tremante e solo sulla spiaggia. Esausto, indifeso, nudo”
mentre le onde si ritirano, può essere terapia per chi riesce a immedesimarsi e
vivere parti del Tutto a lui sconosciute. Anna
Antolisei avrebbe potuto essere una di quelle “madamine” del bel mondo
torinese, ma ha capito presto quanto poco le si addicesse tale connotazione ed
è evaporata con una certa velocità da tale imprimatur, per materializzarsi come
individuo al di là delle etichette, in grado di offrirci un breve scorcio del
suo mondo magico, dove la sua interpretazione di Rossella O’Hara è racchiusa in
“Ieri è un altro giorno”, rovesciamento dell’iconica sentenza racchiusa in Via
con vento.