Ibelgi cominciano forse a rendersi conto che la NATO e l’UE
hanno fatto della loro capitale un centro di corruzione (e di traffico di
droga, riferisce il Daily Mail), la cui principale dipendenza è
Kiev. Come è noto la campagna allarmistica UE-NATO sui fantomatici droni
russi, capaci di arrivare ovunque indisturbati, è funzionale al progetto
del muro anti-droni, una vera manna per il complesso industrial-militare,
il cui sviluppo sta tanto a cuore a von der Leyen. Il progetto è il
riflesso dell’idea che la guerra inUcraina si allarghi naturalmente agli altri
paesi confinanti con la Russia, ossia ai baltici e alla Polonia, paesi UE e
NATO: su questa ipotesi, fantasiosa quanto stupida, si basa il programma di
riarmo europeo. È Andrei Martyanov a spiegare la stupidità dell’idea: se
scoppiasse la guerra Russia-NATO, i droni e i muri conseguenti servirebbero a
ben poco, perché si avrebbe immediatamente l’escalation con il
lancio di missili capaci di radere al suolo in pochi minuti Londra, Parigi,
Berlino, Ramstein, ecc. Si può aggiungere che solo menti malate di revanscismo
e neonazismo possono concepire un allargamento della guerra terrestre
combattuta in Ucraina: che interesse può avere la Russia ad
annettere territori abitati da popolazioni ostili, e di cui non ha
bisogno? Se poi le intenzioni della Russia fossero davvero quelle, un’UE
lungimirante non ne approfitterebbe per liberarsi di paesi che, come ha detto
Lavrov nell’intervista tradotta e fatta circolare l’altro ieri e ancora ieri,
anziché essere convertiti dall’UE alla coesistenza pacifica, hanno convertito
l’UE alla guerra alla Russia?
Ecco
cosa scrive la Tass Dopo un mese
di intensa campagna mediatica sui “droni non identificati ma probabilmente
russi” nello spazio aereo del Paese, sempre meno belgi sono propensi a credere
che dietro questi incidenti ci sia Mosca, mentre molti sospettano che la
campagna sia stata guidata da sostenitori della militarizzazione del Belgio,
come riportato in un articolo di prima pagina del quotidiano DH intitolato “La
minaccia dei droni russi: perché i belgi non ci credono”. Il quotidiano cita
opinioni diffuse sui social media che suggeriscono che le segnalazioni sui
droni siano state inventate per far credere ai belgi che “la colpa sia della
Russia”. Il quotidiano sottolinea che “non ci sono prove di voli di droni”. Di
conseguenza, “sempre più belgi dubitano delle segnalazioni” di sorvoli di “siti
chiave, considerandole una manipolazione mediatica o politica”, scrive DH.
Secondo il quotidiano, dall’inizio della pandemia di COVID-19, “la fiducia
nelle istituzioni pubbliche è in calo, alimentando un clima di sospetto e
teorie del complotto”. DH cita un commento della principale fonte dei resoconti
sulla “minaccia dei droni” per il Belgio: il Ministro della Difesa, Theo
Francken. “Secondo la minoranza più rumorosa, è tutto inventato per
giustificare i bilanci militari. È una sciocchezza”, ha affermato. Allo stesso
tempo, Francken stesso è l’autore di un piano per stanziare 34,2 miliardi di
euro di fondi pubblici per accelerare la militarizzazione del Belgio nei
prossimi anni.