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domenica 23 novembre 2025

LA PROVOCAZIONE DI BELFORT 
di Jenny Clarring



P
er la scrittrice canadese che parla e scrive correttamente in inglese, francese ed italiano (insegna letteratura italiana all’Università) la pretesa più falsa e infondata degli Occidentali è la loro dichiarata e convinta fiducia di conoscere la verità. In buona sostanza il loro meccanismo collaudato sarebbe quello di inventarsi una realtà e poi credere che sia vera. In effetti, ciò che Tacito imputava alla gente germanica (Germani fingunt et credunt) rappresenta per la Belfort la caratteristica di tutti gli abitanti della parte ovest del globo: e ciò solo a partire dalla cosiddetta era cristiana. Il mondo di finzioni in cui Hedy si trova immessa, sin dalla nascita, comincia a starle stretto sin dalla primissima adolescenza: avverte il sacrificio della ragione a fronte delle credenze immotivate, la compressione totale del piacere contro ogni istinto vitale, la privazione della libertà nelle scelte esistenziali più fondamentali.
Hedy, nei rapporti familiari, comincia con il rifiutare le menzogne religiose, prima sotto il profilo dei loro effetti nella vita individuale e poi sotto quello delle conseguenze in campo collettivo.
Sul piano privato, attribuisce agli effetti contorti dei monoteismi mediorientali (condivisi dalla madre e dal padre) i colpi mortali inferti alla sessualità strettamente e naturalmente connessa agli esseri viventi  (umani, animali e vegetali) e conseguentemente  la nascita del potere religioso di condannare e perdonare le colpe derivanti da atti naturalissimi, definiti arbitrariamente, “peccati della carne”, acquisendo, facilmente,  un enorme potere su tutti i copulanti  fuori del sacro vincolo del matrimonio officiato da sacerdoti. La ragazza diviene una masturbatrice abituale e non confonde mai il piacere che riesce a darsi da sola o con partner maschili o femminili con l’amore che considera cosa ben diversa che può svilupparsi, in maniera sana e duratura, tra due individui di sesso uguale o diverso solo sulla base di profonde affinità personali di vario tipo. Sul piano pubblico, Hedy rimpiange la civiltà nata sulle sponde del Mediterraneo che esprime la saggezza razionale di Minerva, basata su una visione empiristica e concreta della realtà e aborre tutte le fumisterie dualistiche elaborate da Mosè, Cristo e Maometto nonché quelle idealistiche di Platone e di Hegel.
La natura provocatoria del romanzo filosofico scritto dalla Belfort risulta ancora più evidente nelle pagine appassionate dove è descritto l’amore intenso, profondo, potenzialmente eterno che lega Hedy, Clark e Betty, dove il sesso è ben lungi dal rappresentare uno strumento di potere ed esclude ogni idea di possesso tra esseri umani.
 
Hedy Belfort
Il romanzo di una cortigiana anonima
Effigi Ed. 2025