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domenica 2 novembre 2025

SCAFFALI
di Sergio Frigo


Joseph Conrad

Epistolari
 
Concepito in occasione del centenario della morte di Joseph Conrad, lo scorso anno, arriva in questi giorni in libreria edito dalla vicentina Ronzani l’epistolario Lettere a Marguerite Poradowska (pag. 300, € 22), con le missive che lo scrittore scambiò nell’arco di trent’anni, tra il 1890 e il 1920, con la cugina acquisita e a sua volta scrittrice di vaglia, anche se sconosciuta in Italia. Il libro - dalla grande accuratezza bibliografica ed editoriale - è curato da Giuseppe Mendicino, autore di una recente biografia dello scrittore de La linea d’ombra, Lord Jim, Cuore di tenebra e Tifone, mentre ad Anna Lina Molteni si deve la traduzione delle lettere (scritte in francese) e un intenso saggio sulla scrittrice. Si tratta di un carteggio significativo non solo per la qualità della scrittura (seppure in una lingua che gli rimane estranea), per il tono diretto e venato a tratti persino di autoironia e per l’importanza della relazione che legò Conrad alla donna (di nove anni più vecchia di lui ma molto bella e affascinante), ma soprattutto perché documenta il complesso e difficile percorso che lo portò a lasciare la vita di mare - dopo decine di missioni in tutto il mondo - e ad intraprendere la carriera di scrittore. Quelle oltre 100 lettere rappresentano infatti un punto di vista privilegiato sulle esperienze, le letture, le riflessioni (e le fatiche) che portarono il giovane marinaio originario della Polonia a diventare una delle glorie della letteratura inglese. 


La copertina del libro

“Da quando mi sono svegliato stamane” scrive a Marguerite il 24 aprile del 1894, all’indomani della fine del suo primo libro, La follia di Almayer, “mi sembra di aver sepolto una parte di me nelle pagine che sono davanti ai miei occhi. E tuttavia sono felice”.
Nella donna - a cui si rivolge, chiamandola Zia, con una sensibilità e un’intensità inaspettate in un uomo considerato a torto misogino - Conrad trova un’interlocutrice attenta, partecipe, affettuosa, colta e appassionata, come sottolinea anche il saggio di Annalina Molteni. Probabilmente, osserva il curatore, la loro relazione a un certo punto diventò anche qualcosa di più che un legame amichevole e intellettuale: ne fa fede la curiosa assenza, nel carteggio, delle lettere appartenenti al periodo 1895-1900. Conrad aveva 38 anni e voleva dare stabilità alla sua vita: “Potrebbe aver chiesto a Marguerite di sposarlo, ricevendo un diniego motivato da ragioni di convenienza sociale”, scrive Mendicino. 



Il loro rapporto potrebbe esserne stato momentaneamente turbato, e le loro lettere riportarne le tracce, per cui successivamente i due corrispondenti, per tutelare il riserbo che li accomunava, potrebbero aver deciso di comune accordo di distruggerle. L’anno dopo lo scrittore si sarebbe sposato con una giovane dattilografa, Jessie Emmeline George, che gli avrebbe dato due figli, ma il rapporto con Marguerite non si sarebbe interrotto, anche se si sarebbe mantenuto su binari forse meno personali.