Epistolari Concepito
in occasione del centenario della morte di Joseph Conrad, lo scorso anno,
arriva in questi giorni in libreria edito dalla vicentina Ronzani l’epistolario
Lettere a Marguerite Poradowska (pag. 300, € 22), con le missive che lo
scrittore scambiò nell’arco di trent’anni, tra il 1890 e il 1920, con la cugina
acquisita e a sua volta scrittrice di vaglia, anche se sconosciuta in Italia.
Il libro - dalla grande accuratezza bibliografica ed editoriale - è curato da
Giuseppe Mendicino, autore di una recente biografia dello scrittore de Lalinea d’ombra, Lord Jim, Cuore di tenebra e Tifone,
mentre ad Anna Lina Molteni si deve la traduzione delle lettere (scritte in
francese) e un intenso saggio sulla scrittrice. Si tratta di un carteggio
significativo non solo per la qualità della scrittura (seppure in una lingua
che gli rimane estranea), per il tono diretto e venato a tratti persino di
autoironia e per l’importanza della relazione che legò Conrad alla donna (di
nove anni più vecchia di lui ma molto bella e affascinante), ma soprattutto
perché documenta il complesso e difficile percorso che lo portò a lasciare la
vita di mare - dopo decine di missioni in tutto il mondo - e ad intraprendere la
carriera di scrittore. Quelle oltre 100 lettere rappresentano infatti un punto
di vista privilegiato sulle esperienze, le letture, le riflessioni (e le
fatiche) che portarono il giovane marinaio originario della Polonia a diventare
una delle glorie della letteratura inglese.
La copertina del libro
“Da quando mi sono svegliato
stamane” scrive a Marguerite il 24 aprile del 1894, all’indomani della fine del
suo primo libro, La follia di Almayer, “mi sembra di aver sepolto una
parte di me nelle pagine che sono davanti ai miei occhi. E tuttavia sono
felice”. Nella donna - a cui si rivolge,
chiamandola Zia, con una sensibilità e un’intensità inaspettate in un uomo
considerato a torto misogino - Conrad trova un’interlocutrice attenta,
partecipe, affettuosa, colta e appassionata, come sottolinea anche il saggio di
Annalina Molteni. Probabilmente, osserva il curatore, la loro relazione a un
certo punto diventò anche qualcosa di più che un legame amichevole e
intellettuale: ne fa fede la curiosa assenza, nel carteggio, delle lettere appartenenti
al periodo 1895-1900. Conrad aveva 38 anni e voleva dare stabilità alla sua
vita: “Potrebbe aver chiesto a Marguerite di sposarlo, ricevendo un diniego
motivato da ragioni di convenienza sociale”, scrive Mendicino.
Il loro rapporto
potrebbe esserne stato momentaneamente turbato, e le loro lettere riportarne le
tracce, per cui successivamente i due corrispondenti, per tutelare il riserbo
che li accomunava, potrebbero aver deciso di comune accordo di distruggerle. L’anno dopo lo scrittore si
sarebbe sposato con una giovane dattilografa, Jessie
Emmeline George, che gli avrebbe dato due figli, ma il rapporto con Marguerite
non si sarebbe interrotto, anche se si sarebbe mantenuto su binari forse meno
personali.