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domenica 21 dicembre 2025

MILANO. IL PALAZZO AFORMA DI ESSE...
di Angelo Gaccione


 
E le case colorate di via Balzaretti.


L’unica immagine che sono riuscito a vedere dell’ex stabilimento Rizzoli, l’ho trovata in Rete. Naturalmente è in bianco e nero e la sua stazza, che occupava un’area considerevole già allora, quand’era stato costruito, si distendeva in quelle che sono la via Pascoli, la via Balzaretti, la via Pinturicchio e affacciava, con quello che doveva essere a tutti gli effetti l’ingresso dei dirigenti e degli impiegati, sulla piazza Carlo Erba. Non avendo all’epoca pressoché niente attorno, la struttura doveva apparire ancora più vasta. Il numero non si legge; si legge, invece, con un po’ di fatica perché le foglie degli alberi coprono alcune lettere, il nome Rizzoli che campeggiava sul frontale in alto. Bombardato nel 1943 durante il Secondo conflitto mondiale, gli andò bene e la Rizzoli poté restarvi per tutto il dopoguerra fino agli anni Sessanta, quando lo spazio non bastava più e si trasferì in via Civitavecchia a Crescenzago. A comprare il complesso fu La Rinascente che vi insediò i propri uffici e vi rimase per oltre vent’anni. Alla fine degli anni Ottanta nuovo cambio di proprietà: questa volta nelle mani della compagnia immobiliare LA SA Spa, che la cederà a sua volta alla Zurich Assicurazioni. La compagnia svizzera vi rimase fino al 2009 e alcuni anni dopo il suo trasferimento, nel 2012, l’opera di demolizione ha potuto avere inizio. Il passaggio di mano ha fatto scomparire la scritta, ma ora il numero di quella che era l’entrata si legge bene: è il numero 6 e di originale è rimasto il balconcino che sovrasta il portone. Un portone in metallo dalla graziosa trama composta da fantasiosi segni geometrici. L’area era appetibilissima e gli appartamenti realizzati dagli architetti Eisenman, Degli Esposti e Guido Zuliani, avranno fruttato alla proprietà bei quattrini dai facoltosi acquirenti. Oggi la costruzione che si è elevata di diversi piani in altezza, appare ancora più massiccia. Vista dall’alto, ha la forma sinuosa di un’ansa di fiume o di una esse e non passa di sicuro inosservata. In genere quando venivo da queste parti lo facevo per vedere le belle case in cotto di via Plinio, Piazza Carlo Erba e dintorni in finto gotico, ma di recente, girando nella via Balzaretti, mi sono imbattuto in un gruppo di case “fiorite” e colorate. La Casa della Musica ha porte, serrande, finestre e balconcini colorati di un rosso squillante; pareti esterne azzurre e nere con riprodotti strumenti a fiato, mani che impugnano rossetti e, chissà perché, dondola appeso ad un balcone, la coda di uno squalo di plastica gonfiato. Sul fianco di un’altra abitazione è riprodotto un globo con dentro gli stati del Nord America; su un’altra facciata delle gigantesche rose, e giganteschi gigli su quella di un’altra casa ancora. Una vera galleria d’arte en plein aire realizzata per il Fuori Salone dal magazine Toiletpaper di Maurizio Cattelan. Negli ultimi tempi è divenuta una moda, questa di dipingere le facciate in maniera così fantasiosa, e sta interessando diversi quartieri della città. Comunque la pensiate, alcune vie diventano meno grigie, più allegre, e attirano curiosi: anche se a volte possono apparirci kitsch.


ALBUM

Il vecchio stabilimento Rizzoli


La nuova costruzione 1

La nuova costruzione 2

La nuova costruzione 3

La nuova costruzione 4

La nuova costruzione 5

La nuova costruzione 6


La nuova costruzione 7


La colorata via Balzaretti 


La Casa della Musica


Il delfino appeso


Case fiorite 1


Case fiorite 2




Casa con Globo


IL CONTORNO

















Una pietra di inciampo 
nella zona