Anche nella
nostra parte di mondo (l’Occidente) che appare in preda all’irrazionalità
più piena, chi è dotato di un minimo di buona volontà dovrebbe fare un
tentativo di usare la ragione: provare, cioè, a capire che cosa è avvenuto e
avviene intorno a lui. E ciò non al solo fine di evitare giudizi
avventati, ma di salvare la propria pelle! Prima di tutto,
esaminiamo: i fatti. 1 - Con
motivazioni, più che diverse, radicalmente opposte, un brutto giorno
truppe russe sono entrate in Ucraina.Ciò,secondo la
versione ucraina, per aggredire quel Paese e occupare parte del suo territorio,
appropriandosene. Secondo la
versione russa, per proteggere le minoranze russofone e filorusse del Donbass e
porre fine ai massacri compiuti dai battaglioni Azov, dichiaratamente
neo-nazisti: e ciò in piena violazione di patti sottoscritti a Minsk in ben due
tornate. 2 - L’America
presieduta da Joe Biden, democratico, ha “sposato”, senza dubbi
e immediatamente la “versione Ucraina” rifiutando sic et
sempliciter quella russa. In più, come Presidente americano
dell’epoca, Biden ha indotto la NATO a violare l’articolo 5 del suo stesso
Trattato per intervenire in soccorso dell’Ucraina, pur non essendo questo
Paese né membro del Patto Atlantico né (nonostante l’irrilevanza di tale,
seconda circostanza) dell’Unione Europea. 3 -
I Paesi Europei facenti parte della NATO, divenuti, sia pure contra
legem e
all’insaputa delle rispettive popolazioni, “cobelligeranti” del Presidente
Zelensky, hanno contribuito e contribuiscono con armi e sostegni finanziari
alla guerra, pur non avendo inviato sinora truppe sui campi di battaglia; si
sono limitati, al momento, a mettere allo studio il ripristino della leva militare
che, per sua natura, non può che essere obbligatoria. 4 - Alle
ultime elezioni presidenziali Statunitensi, contro le prevalenti previsioni del
“Deep State” nordamericano, ha vinto Donald Trump che ha subito
dichiarato di non avere mai creduto alla “propaganda filo-Ucraina” imposta dal
suo avversario politico, il “democratico” Joe Biden. Coerentemente con
tali premesse, il neo eletto Presidente ha dichiarato la resa degli Stati
Uniti e l’uscita del suo Paese dal conflitto, non mandando più armi a Zelensky
e proponendosi, di certo meno razionalmente essendo solo un perdente bellico,
come gestore delle azioni per la pace. 5 - Gli altri
Paesi Europei della NATO non hanno fatto altrettanto e si sono dichiarati - i
più oltranzisti - “volenterosi di guerra”, ed impegnati, quindi, a mandare a
Zelensky armi in massima parte acquistate negli Stati Uniti! 6 - Il
Partito Democratico americano di Obama, Biden, Clinton, pur dopo la sconfitta,
ha continuato, come fautore dell’illegittimo intervento NATO a sostenere
il suo punto di vista e attraverso i canali diplomatici (e non solo) ha chiesto
o imposto e comunque ottenuto, con penosi “distinguo” la condivisione
della sua lotta persistente da parte dei Paesi Europei. Fin qui, a mo’ di
premessa, i fatti. Ora, per chiarire le idee, veniamo alle domande.
A) Si può
ritenere irragionevole che Trump non avendo mai creduto e non
credendo alla tesi propagandistica dell’aggressione a freddo della Russia,
ritenga, invece, che quella guerra, sia stata provocata “ad arte” e che i
massacri di russofoni e filorussi ordinati da Zelensky ai battaglioni
Azov, e siano stati, quindi, l’effetto di subdoli
intrighi e di sotterranee manovre della congrega di spie al servizio del
partito Democratico americano per proseguire nella sua tradizionale
politica di bellicismo permanente, volta ad arricchire l’industria delle
armi e la lobby finanziaria ebraica di Wall Street e
della City? B) Si può
ritenere irragionevole che un Paese che non
è la Francia di Napoleone, né la Germania di Hitler, né l’Inghilterra di
Guglielmo il Conquistatore ma solo una terra abitata da un “popol” definito
“morto” da Giosuè Carducci, dove hanno potuto imperversare, in farse
successive, governanti da strapazzo, ma che pure ha l’orgoglio di essere la
patria della migliore cucina mondiale e di possedere il più ricco
ed importante patrimonio artistico del Pianeta non abbia alcuna
voglia di votare per marionette della politica che tutte insieme
appassionatamente vorrebbero condurlo in guerra per favorire un fallito
mestierante dell’avanspettacolo ucraino? C) È così
irragionevole pensare che quel “popol morto” (sempre a detta di Carducci)
abbia ancora (conservi) un filo di speranza e si auguri che il suo
astensionismo dal voto, dettato dalla disperazione di trovarsi di fronte a nani
della guerra che parlano come giganti della pugna, possa cessare e
dare a un un quisque
de populo i voti necessari per dargli la forza e il coraggio di
ragionare con la propria testa e condurre il Paese nel porto sicuro di una
neutralità rispettosa dei beni da trasmettere alle generazioni
future? D) È veramente
irragionevole, infine, lasciare gingillarsi con le loro asce di guerre
le pulzelle di ogni colore (nere o rosse, per noi pari sono) e
lasciar parlare al vento i modesti “attendenti” che ritengono di essere
divenuti, per una sorta di successione ereditaria, impettiti generali?