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sabato 13 dicembre 2025

NANI E SCEMI DI GUERRA
di Luigi Mazzella



Anche nella nostra parte di mondo (l’Occidente) che appare in preda all’irrazionalità più piena, chi è dotato di un minimo di buona volontà dovrebbe fare un tentativo di usare la ragione: provare, cioè, a capire che cosa è avvenuto e avviene intorno a lui. E ciò non al solo fine di evitare giudizi avventati, ma di salvare la propria pelle! Prima di tutto, esaminiamo: i fatti.
1 - Con motivazioni, più che diverse, radicalmente opposte, un brutto giorno truppe russe sono entrate in Ucraina. Ciò, secondo la versione ucraina, per aggredire quel Paese e occupare parte del suo territorio, appropriandosene. 
Secondo la versione russa, per proteggere le minoranze russofone e filorusse del Donbass e porre fine ai massacri compiuti dai battaglioni Azov, dichiaratamente neo-nazisti: e ciò in piena violazione di patti sottoscritti a Minsk in ben due tornate.
2 - L’America presieduta da Joe Biden, democratico, ha “sposato”, senza dubbi e immediatamente la “versione Ucraina” rifiutando sic et sempliciter quella russa. In più, come Presidente americano dell’epoca, Biden ha indotto la NATO a violare l’articolo 5 del suo stesso Trattato per intervenire in soccorso dell’Ucraina, pur non essendo questo Paese né membro del Patto Atlantico né (nonostante l’irrilevanza di tale, seconda circostanza) dell’Unione Europea.
3 - I Paesi Europei facenti parte della NATO, divenuti, sia pure contra legem 
e all’insaputa delle rispettive popolazioni, “cobelligeranti” del Presidente Zelensky, hanno contribuito e contribuiscono con armi e sostegni finanziari alla guerra, pur non avendo inviato sinora truppe sui campi di battaglia; si sono limitati, al momento, a mettere allo studio il ripristino della leva militare che, per sua natura, non può che essere obbligatoria.
4 - Alle ultime elezioni presidenziali Statunitensi, contro le prevalenti previsioni del “Deep State” nordamericano, ha vinto Donald Trump che ha subito dichiarato di non avere mai creduto alla “propaganda filo-Ucraina” imposta dal suo avversario politico, il “democratico” Joe Biden. Coerentemente con tali premesse, il neo eletto Presidente ha dichiarato la resa degli Stati Uniti e l’uscita del suo Paese dal conflitto, non mandando più armi a Zelensky e proponendosi, di certo meno razionalmente essendo solo un perdente bellico, come gestore delle azioni per la pace.
5 - Gli altri Paesi Europei della NATO non hanno fatto altrettanto e si sono dichiarati - i più oltranzisti - “volenterosi di guerra”, ed impegnati, quindi, a mandare a Zelensky armi in massima parte acquistate negli Stati Uniti!
6 - Il Partito Democratico americano di Obama, Biden, Clinton, pur dopo la sconfitta, ha continuato, come fautore dell’illegittimo intervento NATO a sostenere il suo punto di vista e attraverso i canali diplomatici (e non solo) ha chiesto o imposto e comunque ottenuto, con penosi “distinguo” la condivisione della sua lotta persistente da parte dei Paesi Europei. Fin qui, a mo’ di premessa, i fatti. Ora, per chiarire le idee, veniamo alle domande.



A) Si può ritenere irragionevole che Trump non avendo mai creduto e non credendo alla tesi propagandistica dell’aggressione a freddo della Russia, ritenga, invece, che quella guerra, sia stata provocata “ad arte” e che i massacri di russofoni e filorussi ordinati da Zelensky ai battaglioni Azov, e  siano stati, quindi, l’effetto di subdoli intrighi e di sotterranee manovre della congrega di spie al servizio del partito Democratico americano per proseguire nella sua tradizionale politica di bellicismo permanente, volta ad arricchire l’industria delle armi e la lobby finanziaria ebraica di Wall Street e della City?
B) Si può ritenere irragionevole che un Paese  che non è la Francia di Napoleone, né la Germania di Hitler, né l’Inghilterra di Guglielmo il Conquistatore ma solo una terra abitata da un “popol” definito “morto” da Giosuè Carducci, dove hanno potuto imperversare, in farse successive, governanti da strapazzo, ma che pure ha l’orgoglio di essere la patria della migliore cucina mondiale e di possedere il più ricco ed  importante patrimonio artistico del Pianeta non abbia alcuna voglia di votare per marionette della politica che tutte insieme appassionatamente vorrebbero condurlo in guerra per favorire un fallito mestierante dell’avanspettacolo ucraino?
C) È così irragionevole pensare che quel “popol morto” (sempre a detta di Carducci) abbia ancora (conservi) un filo di speranza e si auguri che il suo astensionismo dal voto, dettato dalla disperazione di trovarsi di fronte a nani della guerra che parlano come giganti della pugna, possa cessare e dare a un
un quisque de populo i voti necessari per dargli la forza e il coraggio di ragionare con la propria testa e condurre il Paese nel porto sicuro di una neutralità rispettosa dei beni da trasmettere alle generazioni future?  
D) È veramente irragionevole, infine, lasciare gingillarsi con le loro asce di guerre le pulzelle di ogni colore (nere o rosse, per noi pari sono) e lasciar parlare al vento i modesti “attendenti” che ritengono di essere divenuti, per una sorta di successione ereditaria, impettiti generali?