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mercoledì 11 ottobre 2017

VIA LE ATOMICHE DALL’ITALIA

“I rappresentanti dei governi di tutto il mondo che organizzano conferenze di pace e parlano della «Lega delle Nazioni» e di «Pace internazionale», contemporaneamente si preparano al riarmo mondiale in vista di un nuovo massacro.”

Non vincerà nessuno, sarà l'apocalisse

Queste parole  del pacifista anarchico ed antimilitarista  Ernst Friedrich, furono scritte nel 1924 quasi un secolo fa, profetiche per quanto iniziò a realizzarsi poco più di 10 anni dopo,  ma ancora drammaticamente attuali oggi:  i massacri,  infatti, continuano  e l’indifferenza, il fatalismo e la rassegnazione regnano sovrani, 
Su questo punto la narrazione  strategica, vera e propria disciplina accademica e arma effettiva dell’arte della guerra,  svolge un ruolo fondamentale e continua ad essere efficace nell’anestetizzare la coscienza collettiva. A questo scopo concorre non solo l’esercito dei servili amanuensi della stampa e di altri media ma, ben al di sopra di essi e con ben maggiore e criminale responsabilità altri attori decidono quali verità nascondere o deformare e quali falsità diffondere.  Sono gli intellettuali, le gerarchie religiose, la sinistra politica, almeno quella che è o è stata in parlamento, e alcune associazioni che si autodefiniscono pacifiste ma che talvolta sostengono interventi militari. L’ex segretario generale dell’ONU Boutros Ghali (poco amato dagli Stati Uniti) ebbe a dire, a metà degli anni ‘90, che mentre per secoli  le decisioni politiche fondamentali erano legalmente prese da élite, con l’esclusione della grande maggioranza della popolazione, ora a decidere è l’opinione pubblica, ovvero è l’opinione pubblica a dare legittimità all’autorità. Da qui l’importanza della narrazione strategica affidata agli intellettuali ed alle altre istituzioni. Da qui le delinquenziali responsabilità che costoro si sono assunti e continuano ad assumersi.                                                                     
A differenza di un secolo fa quando gli intellettuali che pur tradendo la propria missione originaria, nata a fine ‘800 con il manifesto degli intellettuali contro il processo farsa a Dreyfus, si rivolgevano essenzialmente ad omologhi cioè alle classi dirigenti esprimendo una verità che poteva talvolta coincidere con alcuni interessi di queste, adesso, con menzogne costruite ad arte con l’aiuto di think tank multidisciplinari, si rivolgono alla intera popolazione la quale ha  interessi esattamente opposti agli orientamenti che le si vuol  fare adottare. Una vera  e propria trappola democratica.                                                                
Analoga involuzione rispetto ai fini originari hanno avuto le altre istituzioni. Questa è la situazione e in questa situazione ci è dato il  compito di diradare le nebbie della falsa coscienza  inculcata dai infidi amici e da infidi e cattivi maestri. È un compito molto oneroso e di lungo percorso in cui il primo passo è quello iniziare una contronarrazione di quanto sta avvenendo da un quarto di secolo.
Per fortuna vi sono ancora alcuni intellettuali, politici di sinistra, religiosi e pacifisti non corrotti e non cinici.
È a costoro che ci siamo rivolti per un contributo in questo primo incontro pubblico, che si concluderà in  un’assemblea per costruire una manifestazione contro le  guerre in corso, e quelle in programma, e contro la costruzione e la detenzione di tutte le armi a partire da quelle, nucleari ma non solo, destinate a generare orribili olocausti. I quali saranno elogiati dai cortigiani e dai tifosi dei massacri filantropici, alla maniera di come si espresse  l’Unità all’indomani dell’olocausto giapponese,  il 10 agosto 1945, quando titolò che le due bombe atomiche erano state sganciate “Al servizio della civiltà”.
Forum Contro la Guerra 
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