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domenica 4 agosto 2019

ESTATE A BONASSOLA 
di Gabriele Scaramuzza

Veduta del centro storico

Da più di mezzo secolo trascorriamo le nostre estati a Bonassola, nota località posta in una piccola insenatura del Mar Ligure, tra Sestri Levante e La Spezia. Prossimi le sono Framura e Levanto, ora facilmente raggiungibili in bicicletta o a piedi percorrendo le gallerie dismesse, ma riadattate, della vecchia ferrovia. Meta di villeggiatura è stata per lo più, ed è tuttora, per genovesi, torinesi, emiliani, milanesi; ma non solo. Ha una lunga storia Bonassola, di borgo marinaro - dai commerci di vino dal 1500 ai primi del '900, alle scorrerie dei turchi. Offre una quieta bellezza naturale che certamente è tra i maggiori motivi dell’attrazione che da tempo esercita; ma insieme incentiva la sua crescita culturale, e sostiene il suo aprirsi al mondo. Vanta un passato di presenze di tutto rilievo: sul piano artistico, filosofico, professionale, politico, sportivo. Per quanto mi riguarda segnalo Antonio Banfi (di cui proprio a Bonassola abbiamo ricordato nel 2007 il cinquantesimo anniversario della morte) e suoi allievi quali Enzo Paci; la famiglia di Franco Fornari, la famiglia Monti-Sturani (legata all’ambiente di Cesare Pavese), Armando Cossutta con i suoi. A questi aggiungerei ora anche Piergaetano Marchetti (RCS MediaGroup), insieme al quale Piera Gandolfi ha presentato un libro di Franco Vanni. 
Da non dimenticare sono poi l’origine bonassolese di Matteo Vinzoni (1690-1773; illustro cartografo), la residenza, nella prima metà del secolo scorso, di Antonio Discovolo - pittore bolognese per nascita, allievo a Firenze di Giovanni Fattori, ma stabilitosi poi a Bonassola (dove morì nel 1956) con la famiglia. Mauro Discovolo, il figlio, ne ha tenuto viva la presenza con le sue molteplici attività culturali, anche musicali. Sul piano delle arti visive sono poi da ricordare Cafiero Filippelli e Orlando Grosso, che a Genova fu anche Sovrintendente - notizie tutte, queste ultime, che devo ad Andrea Baboni. Di molti di questi tornano tuttora per le loro vacanze a Bonassola i discendenti.   
A sua volta Bonassola ha tenuto e tiene vivi eventi culturali significativi - anche se l’impressione è ora purtroppo che tutto si stia fatalmente, a poco a poco, attenuando. Continua tuttavia al cinema all’aperto, sotto gli alberi, la proiezione di film di vario genere, alcuni di grande qualità. La NuovaProLoco Bonassola non manca di organizzare escursioni e gite. Tra le prime è da raccomandare quella al Giardino Peverati, poco sopra la Madonnina della Punta, ricco di vegetazione varia, anche esotica, frutto delle ricerche e delle importazioni del suo fondatore. Passeggiate tra la natura, con letture poetiche (Montale e altri) sono state curate da Carlo Torricelli.    
Ogni evento è stato un piccolo progetto per portare l'attenzione su Bonassola o sul territorio che ci circonda, sulla sua storia, sul suo rapporto col mare (il Comune promuove ad es. le conferenze di Sasha sulle Onde). Ci sono stati reading e incontri in Sant’Erasmo, quali "Navigazioni", (con brani di Eduardo Galeano e altri scrittori), "Storie di mare" insieme a comandanti e ufficiali marittimi Bonassolesi e discendenti da antiche famiglie di armatori e ammiragli. Story telling e letture di poesie anche in piazza o al Castello, nell'ambito di mostre di pittura.

Scorcio del centro storico

In questi ultimi anni si è cercato di portare teatro di qualità a Bonassola col Festival Nuove Terre, che è un festival di territorio (aderiscono i Comuni di Framura, Deiva Marina, Moneglia e Sestri Levante), oltre agli spettacoli del Teatro Pubblico Ligure: lo scorso anno ha visto la recitazione da parte di Arianna Scommegna del monologo di Molly Bloom; e la presenza di Tullio Solenghi, Mario Incudine e Antonio Vasta.
Ancora Piera Gandolfi, fino allo scorso anno Assessore alla Cultura (e ora sostituita da Federica Schiaffino), ha organizzato presentazioni di libri, incontri su temi significativi, che hanno visto a Bonassola noti scrittori: Marco Ferrari col suo Mare verticale (dedicato alle Cinque Terre di un tempo, quando vi soggiornavano artisti e letterati). L'Ammiraglio Vittorio Alessandro con Puntonave: annotazioni di una vita trascorsa in mare, in mezzo a operazioni di soccorso (come lo sbarco dei migranti a Lampedusa, o la tragedia di Costa Concordia). Marco Burrini ha presentato Da Sestri Levante a La Spezia-Storia della ferrovia del litorale ligure (una pagina di storia locale della seconda metà del 1800). Franco Vanni e Andrea Greco hanno parlato di Banche impopolari (inchiesta sul credito popolare e il tradimento dei risparmiatori. Gabriella Chioma Splendore e ombra: Virginia Verais di Castiglione (la Contessa di Castiglione era della Spezia). Da ultimo ricordo, lo scorso anno, Bruno Morchio, che ci ha presentato Un piede in due scarpe.
In anni ormai lontani negli anni sono stati gli incontri animati da Bruno Arpaia e Iaia Caputo sulla terrazza della Guetta: tra questi mi sono rimasti impressi quelli con Alessandro Piperno e con Sandro Gerbi.
Tra il 2004 e il 2015 si sono tenuti all’Oratorio Sant’Erasmo gli Incontri Musicali organizzati da Tiziana Canfori (sempre prodiga di aiuti e di progetti culturali preziosi), che hanno visto la presenza di giovani concertisti, cantanti, musicologi, per lo più provenienti dal Conservatorio Niccolò Paganini di Genova (dove Tiziana Canfori insegna). Questi incontri si sono purtroppo interrotti, con grande rammarico dei non pochi che li seguivano con viva partecipazione. Così non è più proseguita la pubblicazione di La Lente, con cui Tiziana Canfori (che la dirigeva) “ha fatto una grande operazione culturale, coinvolgendo gli abitanti e facendoli pescare nelle loro memorie per scriverne. Nessuno aveva fatto questo prima di lei”, sono parole di Piera Gandolfi.

Levanto. Chiesa di S. Andrea

Venendo all’anno in corso, Il Mosaico d’Estate 2019. Programma Eventi Bonassola prevede, tra l’altro, una riuscita lettura (nell’ambito del progetto "Odissea un racconto mediterraneo") di brani dall’Odissea da parte di Amanda Sandrelli; i concerti “Bonassola Jazz and More…” curati da Johannes Faber, trombettista, allievo del Conservatorio di Monaco, affermatosi in Germania, insegnante anche al Conservatorio Paganini di Genova - presenza musicale costante da anni a Bonassola, dove risiede. In Parrocchia si sono ascoltati The Choir of Sidney Sussex College; un concerto di organo all’interno del Festival “Il suono del tempo” Antichi Organi”. Inoltre: Un concerto per archi del Calidore String Quartett nell’ambito del XVIII Festival paganiniano di Carro. E ancora: il Concerto Polifonico Musica Nova, e, infine, il Mesconia Quartett “Idillio tra musica classica e jazz”, ultimo del ciclo “Bonassola Jazz and More…”. 
Ancora nella Parrocchia Santa Caterina, come ogni estate, sono tuttora in corso (fino al 9 agosto) incontri idealmente aperti a tutti - credenti o meno -, e di sicuro rilievo culturale. Il parroco don Giulio Mignani, con la collaborazione di Gigliola Biavaschi, propone (qui riprendo le parole di entrambi) “quattro incontri di approfondimento su tematiche religiose, inserite tuttavia in una prospettiva culturale inclusiva anche di altri ambiti di ricerca quali la scienza, la letteratura, la filosofia o l'arte. Il titolo scelto, anche come reazione al dilagare del “brutto” e della volgarità rilevabile in ogni ambito della vita civile, è Bellezza come armonia: una riflessione sul bello inquadrata in una visione teologica che vede nel principio della “relazione armoniosa” la struttura portante dell'universo e il tessuto di tutto ciò che esiste. I dati della scienza ci mostrano infatti come in natura non si diano elementi semplici, ma come tutto sia sistema, risultato di aggregazione e coesione ordinata di elementi: dunque, appunto, “relazione armoniosa”, principio a cui del resto si può riferire anche l'idea di bellezza”, Tuttavia, osservano i relatori, “poiché nell’ordinarietà della vita quotidiana verifichiamo, a vari livelli, che non può sussistere armonia perfetta, ci domandiamo: ma allora la tensione verso il bene, la giustizia, l’armonia, la bellezza, sono destinate a rimanere utopia? Probabilmente sì. Tuttavia l’utopia, il “non luogo” ha una forza di attrazione capace di cambiare il colore dell’esistenza. L'ideale positivo che ciascuno persegue, la stella polare che lo guida fa della vita di ognuno un'esperienza unica e fruttuosa, anche qualora l’obiettivo non venisse mai raggiunto. Nel perseguirlo, infatti, certamente si sarà speso lavoro, immesso energia positiva nel mondo fuori di noi, che dunque, anche per il nostro contributo, sarà migliore. Se inoltre nell’essere umano spiritualmente sano è presente questa forte tensione verso l'armonia e la bellezza e se la dimensione temporale che viviamo è tale da non consentirne la piena realizzazione, è forse lecito pensare che vi sia un luogo, un “oltre” trascendente, dove questo insopprimibile desiderio di bene potrà trovare compiutezza e piena realizzazione”.  

Veduta di Levanto

Ricordo infine, last but not least, un evento genuinamente culturale che si svolge nella vicina Levanto, ma che è disponibile anche per gli ospiti di Bonassola. Qui si è trasferita, dalla Bonassola che tuttora abita, l’impegno di Tiziana Canfori - già vivo a Bonassola, come sappiamo. Dal 1992 ogni estate si svolge a Levanto l’Amfiteatrof Music Festival, la cui Direzione Artistica è da quest’anno affidata, accanto a Tiziana Canfori, a Fausto Cosentino; la Direzione Amministrativa è di Laura Canale. Nel 28° anniversario (che quest’anno ricorre) dalla fondazione il Festival continua a rappresentare una delle realtà più affermate ormai tra le rassegne estive italiane. Grazie al Comune di Levanto, e grazie a tutti gli sponsor, il Festival offre concerti ed eventi musicali che spaziano in un vasto repertorio. L’edizione 2019 inaugura la nuova gestione da parte di Officine del Levante.


La rassegna è dedicata a Massimo Amfiteatrof (nome di battesimo Maksim Aleksandrovič Amfiteatrov), violoncellista di fama internazionale, che nei primi decenni del Novecento si trasferì da San Pietroburgo in Italia, prima a Cavi di Lavagna e quindi a Levanto, dove morì nel 1990. A due anni dalla sua scomparsa Levanto gli ha dedicato un Festival musicale, per ricordare il legame affettivo del grande violoncellista con la cittadina ligure. La famiglia d’origine di Amfiteatrof ebbe a Levanto, infatti, un ruolo determinante, catalizzando artisti e intellettuali russi esuli in Italia in quel periodo.
Originariamente organizzato nel piccolo chiostro del Convento dell’Annunziata, il Festival si è successivamente spostato sul sagrato della chiesa parrocchiale di Sant’Andrea. Nel tempo, la rassegna si è imposta per l’elevato livello qualitativo delle sue proposte e per la loro eterogeneità. È accattivante anche per le suggestive sedi in cui nella cittadina sono dislocati i concerti: luoghi di pregio anche dal punto di vista storico-architettonico (chiese, conventi, castelli, edifici storici, piazze, piazzette e centri storici). Proprio per tutte queste caratteristiche il Festival è meta dei molti turisti che affollano nella bella stagione la Riviera di Levante limitrofa alle Cinque Terre; ed offre sempre più una colonna musicale di prima qualità immersa in paesaggi unici.


Concludo questa mia rassegna con un brano di Tiziana Canfori: la bellezza, vi leggeremo, è “speranza ed energia verso il futuro”. Cosa che può essere collegata (dal mio punto di vista) a quello che considero il leitmotiv di questa estate bonassolese, e a un orizzonte spaziale e temporale che spero non si limiti, né si spenga qui: quello del bello - nei suoi risvolti da estetici a civili, da religiosi ad artistici, da psicologici e, perché no, a metafisico-esistenziali. Non intendo certo parlare in nome di tutti gli ospiti di Bonassola (ognuno dei quali, ça va sans dire, vive a modo suo le proprie estati), ma solo di un modo di viversi anche nelle “vacanze” che mi è caro, e spero appartenga a molti. Nelle parole di Tiziana Canfori il lavoro culturale non è mortificazione da cui ci si debba liberare in non meglio identificate “vacanze”: è gioia che nella distensione delle vacanze si riflette e in altro modo si continua.
La musica è il mio mestiere; un mestiere scelto quando ero ancora molto giovane. Contando il periodo degli studi e quello, ormai lungo, del lavoro come docente, vivo in un conservatorio (Genova, Bolzano, Padova, Potenza, Stoccarda o Salisburgo) da quasi cinquant’anni. Ce ne sarebbe abbastanza per cominciare ad annoiarsi, penserà forse qualcuno… Certo che no! La pratica musicale è un continuo sprone alla ricerca espressiva e alla comunicazione, due ingredienti che mantengono giovane e acceso l’interesse per quello che si fa. Vivo con gioia la mia professione e da molti anni faccio in modo di legarla ad altri aspetti della vita che mi interessano: mi piace fondere musica e teatro, per esempio, e anche studiare luoghi e formule che permettano a musicisti e pubblico di condividere, insieme al piacere intellettuale, anche una più semplice esperienza di benessere, di novità o di stupore. Benché l’esperienza di un concerto o di un’opera in un grande teatro, con la sua atmosfera rituale e la complessità artistica che assorbono lo spettatore in una sfera magica, sia spesso unica e insostituibile, mi sono accorta che il pubblico ama anche potersi avvicinare maggiormente ai musicisti e sentirsi più intensamente parte del concerto. Mi piace pensare che si possa offrire più di un motivo per venire a un concerto, mi piace che lo spettatore si senta autorizzato a trovare una chiave di lettura personale. Soprattutto mi rendo conto che la bellezza chiama bellezza (e la bellezza, secondo me, è speranza ed energia verso il futuro).
La bellezza sta nell’arte, ma anche nei luoghi, nella natura, nel coraggio, nella gentilezza… Per questo ho cercato spazio di sperimentazione in ambito genovese nel quadro delle iniziative del Conservatorio “Niccolò Paganini”, di cui sono stata a lungo referente per la Produzione e Vicedirettore: collaborazioni con musei, palazzi cittadini, editori, centri di ricerca, parchi, iniziative turistiche. Dal 2004 al 2015 parte della mia attività è stata dedicata agli “Incontri Musicali” di Bonassola, dove la formula che concilia la musica con altre esperienze vive ha trovato una nuova dimensione ed efficacia. La possibilità di godere del mare, del sole, della buona cucina, del silenzio dei sentieri, della dolcezza dell’aria, crea i presupposti per aprire l’offerta musicale a un nuovo ascolto, più calmo e curioso, nutrito di letture, di idee e di voglia di condividere. Dal punto di vista dei musicisti, la musica resta sempre un prodotto che richiede un alto grado di perfezionismo e di fatica, ma offrirla a un pubblico vivace e accogliente motiva in modo diverso anche gli stessi performer.
Sono felice di poter riprendere quel discorso, di poterlo fare con compagni di strada che stimo e che ben rappresentano il territorio, e raccogliendo l’eredità dell’Amfiteatrof Music Festival dalle mani esperte di un Maestro come Giorgio Mezzanotte. Spesso ho goduto delle sue raffinate proposte musicali, che mi invitavano oltre le gallerie: quest’anno inforcherò la bici quasi tutti i giorni perché Levanto diventerà la mia nuova terra della musica”.