di
Gabriele Scaramuzza
Veduta del centro storico |
Da più di mezzo secolo
trascorriamo le nostre estati a Bonassola, nota località posta in una piccola
insenatura del Mar Ligure, tra Sestri Levante e La Spezia. Prossimi le sono
Framura e Levanto, ora facilmente raggiungibili in bicicletta o a piedi
percorrendo le gallerie dismesse, ma riadattate, della vecchia ferrovia. Meta
di villeggiatura è stata per lo più, ed è tuttora, per genovesi, torinesi,
emiliani, milanesi; ma non solo. Ha una lunga storia Bonassola, di
borgo marinaro - dai commerci di vino dal 1500 ai primi del '900, alle
scorrerie dei turchi. Offre una quieta bellezza naturale che certamente è tra i
maggiori motivi dell’attrazione che da tempo esercita; ma insieme incentiva la
sua crescita culturale, e sostiene il suo aprirsi al mondo. Vanta un passato di
presenze di tutto rilievo: sul piano artistico, filosofico, professionale,
politico, sportivo. Per quanto mi riguarda segnalo Antonio Banfi (di cui
proprio a Bonassola abbiamo ricordato nel 2007 il cinquantesimo anniversario
della morte) e suoi allievi quali Enzo Paci; la famiglia di Franco Fornari, la
famiglia Monti-Sturani (legata all’ambiente di Cesare Pavese), Armando Cossutta
con i suoi. A questi aggiungerei ora anche Piergaetano
Marchetti (RCS MediaGroup), insieme al quale Piera Gandolfi ha presentato un
libro di Franco Vanni.
Da
non dimenticare sono poi l’origine bonassolese di Matteo Vinzoni (1690-1773; illustro
cartografo), la residenza, nella prima metà del secolo scorso, di Antonio
Discovolo - pittore bolognese per nascita, allievo a Firenze di Giovanni
Fattori, ma stabilitosi poi a Bonassola (dove morì nel 1956) con la famiglia.
Mauro Discovolo, il figlio, ne ha tenuto viva la presenza con le sue molteplici
attività culturali, anche musicali. Sul piano delle arti visive sono poi da
ricordare Cafiero Filippelli e Orlando Grosso, che a Genova fu anche
Sovrintendente - notizie tutte, queste ultime, che devo ad Andrea Baboni. Di
molti di questi tornano tuttora per le loro vacanze a Bonassola i discendenti.
A sua
volta Bonassola ha tenuto e tiene vivi eventi culturali significativi - anche
se l’impressione è ora purtroppo che tutto si stia fatalmente, a poco a poco,
attenuando. Continua tuttavia al cinema all’aperto, sotto gli alberi, la
proiezione di film di vario genere, alcuni di grande qualità. La NuovaProLoco
Bonassola non manca di organizzare escursioni e gite. Tra le prime
è da raccomandare quella al Giardino Peverati, poco sopra la Madonnina della Punta,
ricco di vegetazione varia, anche esotica, frutto delle ricerche e delle
importazioni del suo fondatore. Passeggiate
tra la natura, con letture poetiche (Montale e altri) sono state curate da
Carlo Torricelli.
Ogni
evento è stato un piccolo progetto per portare l'attenzione su Bonassola o sul
territorio che ci circonda, sulla sua storia, sul suo rapporto col mare (il
Comune promuove ad es. le conferenze di Sasha sulle Onde). Ci sono stati
reading e incontri in Sant’Erasmo, quali "Navigazioni", (con brani di
Eduardo Galeano e altri scrittori), "Storie di mare" insieme a
comandanti e ufficiali marittimi Bonassolesi e discendenti da antiche famiglie
di armatori e ammiragli. Story telling e letture di poesie anche in piazza o al
Castello, nell'ambito di mostre di pittura.
Scorcio del centro storico |
In questi
ultimi anni si è cercato di portare teatro di qualità a Bonassola col Festival
Nuove Terre, che è un festival di territorio (aderiscono i Comuni di Framura,
Deiva Marina, Moneglia e Sestri Levante), oltre agli spettacoli del Teatro
Pubblico Ligure: lo scorso anno ha visto la recitazione da parte di Arianna
Scommegna del monologo di Molly Bloom; e la presenza di Tullio Solenghi, Mario
Incudine e Antonio Vasta.
Ancora
Piera Gandolfi, fino allo scorso anno Assessore alla Cultura (e ora sostituita
da Federica Schiaffino), ha organizzato presentazioni di libri, incontri su temi
significativi, che hanno visto a Bonassola noti scrittori:
Marco Ferrari col suo Mare verticale (dedicato alle Cinque Terre di un tempo,
quando vi soggiornavano artisti e letterati). L'Ammiraglio
Vittorio Alessandro con Puntonave: annotazioni
di una vita trascorsa in mare, in mezzo a operazioni di soccorso (come lo
sbarco dei migranti a Lampedusa, o la tragedia di Costa Concordia). Marco
Burrini ha presentato Da Sestri Levante a
La Spezia-Storia della ferrovia del litorale ligure (una pagina di storia
locale della seconda metà del 1800). Franco Vanni e Andrea
Greco hanno parlato di Banche impopolari
(inchiesta sul credito popolare e il tradimento dei risparmiatori. Gabriella
Chioma Splendore e ombra: Virginia Verais
di Castiglione (la Contessa di Castiglione era della Spezia). Da ultimo ricordo, lo
scorso anno, Bruno Morchio, che ci ha presentato Un piede in due scarpe.
In
anni ormai lontani negli anni sono stati gli incontri animati da Bruno Arpaia e
Iaia Caputo sulla terrazza della Guetta: tra questi mi sono rimasti impressi
quelli con Alessandro Piperno e con Sandro Gerbi.
Tra il 2004 e il 2015 si
sono tenuti all’Oratorio Sant’Erasmo gli Incontri
Musicali organizzati da Tiziana Canfori (sempre
prodiga di
aiuti e di progetti culturali preziosi), che hanno visto la presenza di giovani
concertisti, cantanti, musicologi, per lo più provenienti dal Conservatorio Niccolò
Paganini di Genova (dove Tiziana Canfori insegna). Questi incontri si sono
purtroppo interrotti, con grande rammarico dei non pochi che li seguivano con
viva partecipazione. Così non è più proseguita la pubblicazione di La Lente,
con cui Tiziana Canfori (che la dirigeva) “ha fatto una grande operazione
culturale, coinvolgendo gli abitanti e facendoli pescare nelle loro memorie per
scriverne. Nessuno aveva fatto questo prima di lei”, sono parole di Piera
Gandolfi.
Levanto. Chiesa di S. Andrea |
Venendo
all’anno in corso, Il Mosaico d’Estate
2019. Programma Eventi Bonassola prevede, tra l’altro, una riuscita lettura
(nell’ambito del progetto "Odissea un racconto mediterraneo") di brani dall’Odissea da parte di Amanda Sandrelli; i
concerti “Bonassola Jazz and More…” curati da Johannes Faber, trombettista, allievo
del Conservatorio di Monaco, affermatosi in Germania, insegnante anche al
Conservatorio Paganini di Genova - presenza musicale costante da anni a
Bonassola, dove risiede. In Parrocchia si sono ascoltati The Choir of Sidney
Sussex College; un concerto di organo all’interno del Festival “Il suono del
tempo” Antichi Organi”. Inoltre: Un concerto per archi del Calidore String
Quartett nell’ambito del XVIII Festival paganiniano di Carro. E ancora: il
Concerto Polifonico Musica Nova, e, infine, il Mesconia Quartett “Idillio tra
musica classica e jazz”, ultimo del ciclo “Bonassola Jazz and More…”.
Ancora
nella Parrocchia Santa Caterina, come ogni estate, sono tuttora in corso (fino
al 9 agosto) incontri idealmente aperti a tutti - credenti o meno -, e di
sicuro rilievo culturale. Il parroco don Giulio Mignani, con la collaborazione
di Gigliola Biavaschi, propone (qui riprendo le parole di entrambi) “quattro
incontri di approfondimento su tematiche religiose, inserite tuttavia in una
prospettiva culturale inclusiva anche di altri ambiti di ricerca quali la
scienza, la letteratura, la filosofia o l'arte. Il titolo scelto, anche come
reazione al dilagare del “brutto” e della volgarità rilevabile in ogni ambito
della vita civile, è Bellezza come
armonia: una riflessione sul bello inquadrata in una visione teologica che
vede nel principio della “relazione armoniosa” la struttura portante
dell'universo e il tessuto di tutto ciò che esiste. I dati della scienza ci
mostrano infatti come in natura non si diano elementi semplici, ma come tutto
sia sistema, risultato di aggregazione e coesione ordinata di elementi: dunque,
appunto, “relazione armoniosa”, principio a cui del resto si può riferire anche
l'idea di bellezza”, Tuttavia, osservano i relatori, “poiché nell’ordinarietà
della vita quotidiana verifichiamo, a vari livelli, che non può sussistere
armonia perfetta, ci domandiamo: ma allora la tensione verso il bene, la
giustizia, l’armonia, la bellezza, sono destinate a rimanere utopia?
Probabilmente sì. Tuttavia l’utopia, il “non luogo” ha una forza di attrazione
capace di cambiare il colore dell’esistenza. L'ideale positivo che ciascuno
persegue, la stella polare che lo guida fa della vita di ognuno un'esperienza
unica e fruttuosa, anche qualora l’obiettivo non venisse mai raggiunto. Nel
perseguirlo, infatti, certamente si sarà speso lavoro, immesso energia positiva
nel mondo fuori di noi, che dunque, anche per il nostro contributo, sarà
migliore. Se inoltre nell’essere umano spiritualmente sano è presente questa
forte tensione verso l'armonia e la bellezza e se la dimensione temporale che
viviamo è tale da non consentirne la piena realizzazione, è forse lecito
pensare che vi sia un luogo, un “oltre” trascendente, dove questo
insopprimibile desiderio di bene potrà trovare compiutezza e piena
realizzazione”.
Veduta di Levanto |
Ricordo infine, last but not least, un evento genuinamente culturale che si svolge
nella vicina Levanto, ma che è disponibile anche per gli ospiti di Bonassola. Qui si è trasferita,
dalla Bonassola che tuttora abita, l’impegno di Tiziana Canfori -
già vivo a Bonassola, come sappiamo. Dal 1992 ogni estate si svolge a Levanto l’Amfiteatrof Music Festival, la cui Direzione
Artistica è da quest’anno affidata, accanto a Tiziana Canfori, a Fausto
Cosentino; la Direzione Amministrativa è di Laura Canale. Nel 28°
anniversario (che quest’anno ricorre) dalla fondazione il Festival continua a
rappresentare una delle realtà più affermate ormai tra le
rassegne estive italiane. Grazie al Comune di Levanto, e grazie a tutti gli
sponsor, il Festival offre concerti ed eventi musicali che spaziano in un vasto
repertorio. L’edizione 2019 inaugura la nuova gestione da parte di Officine del
Levante.
La
rassegna è dedicata a Massimo Amfiteatrof (nome di battesimo Maksim
Aleksandrovič Amfiteatrov), violoncellista di fama
internazionale, che nei primi decenni del Novecento si trasferì da San
Pietroburgo in Italia, prima a Cavi di Lavagna e quindi a
Levanto, dove morì nel 1990. A
due anni dalla sua scomparsa Levanto gli ha dedicato un Festival musicale, per
ricordare il legame affettivo del grande violoncellista con la cittadina
ligure. La famiglia d’origine di Amfiteatrof ebbe a Levanto, infatti, un ruolo
determinante, catalizzando artisti e intellettuali russi esuli in Italia in
quel periodo.
Originariamente
organizzato nel piccolo chiostro del Convento dell’Annunziata, il Festival si è
successivamente spostato sul sagrato della chiesa parrocchiale di Sant’Andrea. Nel
tempo, la rassegna si è imposta per l’elevato livello qualitativo delle sue
proposte e per la loro eterogeneità. È accattivante anche per
le suggestive sedi in cui nella cittadina sono dislocati i concerti: luoghi di
pregio anche dal punto di vista storico-architettonico (chiese, conventi,
castelli, edifici storici, piazze, piazzette e centri storici). Proprio per
tutte queste caratteristiche il Festival è meta dei molti turisti che affollano
nella bella stagione la Riviera di Levante limitrofa alle Cinque Terre; ed offre
sempre più una colonna musicale di prima qualità immersa in paesaggi unici.
Concludo
questa mia rassegna con un brano di Tiziana Canfori: la bellezza, vi leggeremo,
è “speranza ed energia verso il futuro”. Cosa che può essere collegata (dal mio
punto di vista) a quello che considero il leitmotiv di questa estate
bonassolese, e a un orizzonte spaziale e temporale che spero non si limiti, né
si spenga qui: quello del bello - nei suoi risvolti da estetici a civili, da
religiosi ad artistici, da psicologici e, perché no, a metafisico-esistenziali.
Non intendo certo parlare in nome di tutti gli ospiti di Bonassola (ognuno dei
quali, ça va sans dire, vive a modo
suo le proprie estati), ma solo di un modo di viversi anche nelle “vacanze” che
mi è caro, e spero appartenga a molti. Nelle parole di Tiziana Canfori il
lavoro culturale non è mortificazione da cui ci si debba liberare in non meglio
identificate “vacanze”: è gioia che nella distensione delle vacanze si riflette
e in altro modo si continua.
“La
musica è il mio mestiere; un mestiere scelto quando ero ancora molto giovane.
Contando il periodo degli studi e quello, ormai lungo, del lavoro come docente,
vivo in un conservatorio (Genova, Bolzano, Padova, Potenza, Stoccarda o
Salisburgo) da quasi cinquant’anni. Ce ne sarebbe abbastanza per cominciare ad
annoiarsi, penserà forse
qualcuno… Certo che no! La pratica musicale è un continuo sprone alla ricerca
espressiva e alla comunicazione, due ingredienti che mantengono giovane e
acceso l’interesse per quello che si fa. Vivo con gioia la mia professione e da
molti anni faccio in modo di legarla ad altri aspetti della vita che mi
interessano: mi piace fondere musica e teatro, per esempio, e anche studiare
luoghi e formule che permettano a musicisti e pubblico di condividere, insieme
al piacere intellettuale, anche una più semplice esperienza di benessere, di
novità o
di stupore. Benché l’esperienza
di un concerto o di un’opera in un grande teatro, con la sua atmosfera rituale
e la complessità artistica
che assorbono lo spettatore in una sfera magica, sia spesso unica e
insostituibile, mi sono accorta che il pubblico ama anche potersi avvicinare
maggiormente ai musicisti e sentirsi più intensamente parte del concerto. Mi
piace pensare che si possa offrire più di un motivo per venire a un concerto,
mi piace che lo spettatore si senta autorizzato a trovare una chiave di lettura
personale. Soprattutto mi rendo conto che la bellezza chiama bellezza (e la
bellezza, secondo me, è speranza ed energia verso il futuro).
La
bellezza sta nell’arte, ma anche nei luoghi, nella natura, nel coraggio, nella
gentilezza… Per questo ho cercato spazio di sperimentazione in ambito genovese
nel quadro delle iniziative del Conservatorio “Niccolò Paganini”, di cui sono stata a
lungo referente per la Produzione e Vicedirettore: collaborazioni con musei,
palazzi cittadini, editori, centri di ricerca, parchi, iniziative turistiche. Dal
2004 al 2015 parte della mia attività è stata dedicata agli “Incontri Musicali”
di Bonassola, dove la formula che concilia la musica con altre esperienze vive
ha trovato una nuova dimensione ed efficacia. La possibilità di
godere del mare, del sole, della buona cucina, del silenzio dei sentieri, della
dolcezza dell’aria, crea i presupposti per aprire l’offerta musicale a un nuovo
ascolto, più calmo e curioso, nutrito di letture, di idee e di voglia di
condividere. Dal punto di vista dei musicisti, la musica resta sempre un
prodotto che richiede un alto grado di perfezionismo e di fatica, ma offrirla a
un pubblico vivace e accogliente motiva in modo diverso anche gli stessi
performer.
Sono
felice di poter riprendere quel discorso, di poterlo fare con compagni di
strada che stimo e che ben rappresentano il territorio, e raccogliendo l’eredità dell’Amfiteatrof
Music Festival dalle mani esperte di un Maestro come Giorgio Mezzanotte. Spesso
ho goduto delle sue raffinate proposte musicali, che mi invitavano oltre le
gallerie: quest’anno inforcherò la bici quasi tutti i giorni perché Levanto
diventerà la
mia nuova terra della musica”.