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sabato 23 gennaio 2021

RICORDO DI VITTORIO STRADA
di Fulvio Papi


Vittorio Strada con Solgenitsin

Vittorio Strada, compagno di università degli anni Cinquanta, compagno di studi e indimenticabili gite lacustri poi nella corsa del tempo, interprete tra i più importanti e originali della cultura russa contemporanea. Non sono in grado di ricordare il suo attraversamento, ma so che fu abile e prezioso, ma in più di un caso, difficile per una malaugurata burocrazia culturale e politica. Studenti eravamo nell’area marxista, lui materialista dialettico, io storicista critico. Ma in quel momento contava una sicura solidarietà morale. Dopo la tesi con Banfi, (Vittorio conosceva già il russo) ebbe l’occasione di studiare per molto tempo la cultura, la letteratura, la storia della Russia, tanto più complicata da una burocrazia intellettuale, fino alla   persecuzione politica. Da questa esperienza nacque una originale valutazione storica. Poco prima che se ne andasse, ci scambiammo libri di studio. Mi mostrò segni dell’antica amicizia, e con una memoria che non si eclissava, attenzione e stima. Sentimenti e considerazioni del tutto reciproci con l’idea di un debito che sarebbe rimasto aperto da parte mia. E questo per sempre.