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venerdì 9 febbraio 2024

ANCORA SU GAZA
di Laura Cantelmo
 

Caro Angelo, ti ringrazio per questo immane lavoro che fai ogni giorno e ti ringrazio soprattutto per l’apertura democratica che consente di ammettere ogni intervento, a meno che non sia in contrasto con la nostra Costituzione antifascista. Non ti chiedo, ovviamente, di esercitare alcuna censura, ma dico a te, che diffondi idee e opinioni (fantastica quella sulla Costituzione della Terra) il mio stupore nel leggere su “Odissea” di sabato 27 gennaio 2024   l’intervento del giudice Guido Salvini sul conflitto mediorientale (La memoria e il presente). Un uomo e un magistrato stimato per aver saputo scovare le porcherie del potere nazionale e internazionale che non è riuscito a spendere una sola sillaba sul popolo palestinese, assimilandolo totalmente ad Hamas. Proprio mentre il governo israeliano viene accusato a livello internazionale di genocidio, lui taccia i manifestanti pro-Palestina di antisemitismo e di filonazismo. Possibile che solo lui abbia incontrato unicamente persone così spregevoli? Offese inaccettabili rivolte a chi nel mondo, di fronte alla carneficina operata da Netanyahu e dai suoi sostenitori, si schiera a difesa dei Palestinesi di Gaza e della Cisgiordania. Salvini vede solo il 7 ottobre - giorno terribile e sicuramente deprecabile - e la Shoah, di cui nessuno osa negare l’orrore e l’unicità, come dimostra il Giorno della Memoria dedicato proprio a quella tragedia, mentre non prende minimamente in considerazione la storia pregressa e la tragedia di un popolo sotto assedio - gli “arabi”… neppure degni di essere denominati col nome della terra che abitano da secoli - che avrebbe dovuto accettare condizioni poste da certe Risoluzioni dell’ONU ritenute irricevibili.


 
Non esiste, forse, l’autodeterminazione dei popoli? Ed è questo, dunque, il prezzo giusto da pagare per quella scelta? È possibile non provare imbarazzo nell’accettare il massacro di una popolazione intera? Molti sanno che è bene distinguere tra antisemitismo e antisionismo: la deprecabile persecuzione cui sono stati sottoposti gli ebrei nel tempo ha trovato una “soluzione” nella dottrina sionista di Hertzl, che teorizzava “una terra senza popolo per un popolo senza terra”. Dove la “terra senza popolo” era la Palestina, abitata nel 1948 da 600.000 esseri umani, di cui solo il 6% erano ebrei. I quali hanno “reso il deserto un giardino”, ritenendosi più bravi dei residenti palestinesi a coltivare la terra e abbattendo regolarmente gli antichi ulivi, dopo essersi appropriati illegalmente dei territori (come deprecato dall’ONU). Un popolo, quello ebraico, che ha dato al mondo illustri intellettuali ed artisti (nessuno lo nega), mentre è sottinteso - secondo il giudice - che il popolo palestinese non ha prodotto nulla… Imbarazzante davvero. Invito il giudice Salvini a informarsi meglio su nomi come Edward Said - grande intellettuale orientalista e Mahmud Darwish - massimo poeta, tra i tanti scrittori e artisti che possiamo elencare.
Affermazioni antisemite? No, signor giudice, questa è storia e dolorosa cronaca quotidiana. Dopo aver pianto visitando con gli studenti i lager in Polonia, dopo aver pianto sui libri di Primo Levi, di Anna Frank e sui diari di Etty Illesum, ora, dopo aver visto con i miei occhi Israele e la Palestina ed aver avuto un figlio che è stato cooperante in quel territorio, piango su quanto sta soffrendo il popolo Palestinese da più di settant’anni. E rifiuto con forza l’accusa di filonazismo e di antisemitismo genericamente scagliata contro chi si rende conto di cosa sta accadendo in quella parte del mondo.
Restiamo umani!