ANCORA SU GAZA
di Laura Cantelmo
Caro Angelo, ti ringrazio
per questo immane lavoro che fai ogni giorno e ti ringrazio soprattutto per l’apertura
democratica che consente di ammettere ogni intervento, a meno che non
sia in contrasto con la nostra Costituzione antifascista. Non ti
chiedo, ovviamente, di esercitare alcuna censura, ma dico a te, che
diffondi idee e opinioni (fantastica quella sulla Costituzione della
Terra) il mio stupore nel leggere su “Odissea” di sabato 27 gennaio
2024 l’intervento del giudice Guido Salvini sul
conflitto mediorientale (La memoria e il presente). Un uomo e un
magistrato stimato per aver saputo scovare le porcherie del potere nazionale e
internazionale che non è riuscito a spendere una sola sillaba sul popolo
palestinese, assimilandolo totalmente ad Hamas. Proprio mentre il governo
israeliano viene accusato a livello internazionale di genocidio, lui
taccia i manifestanti pro-Palestina di antisemitismo e di filonazismo.
Possibile che solo lui abbia incontrato unicamente persone così spregevoli?
Offese inaccettabili rivolte a chi nel mondo, di fronte alla carneficina
operata da Netanyahu e dai suoi sostenitori, si schiera a difesa dei
Palestinesi di Gaza e della Cisgiordania. Salvini vede solo il 7 ottobre -
giorno terribile e sicuramente deprecabile - e la Shoah, di cui nessuno osa
negare l’orrore e l’unicità, come dimostra il Giorno della Memoria
dedicato proprio a quella tragedia, mentre non prende minimamente in
considerazione la storia pregressa e la tragedia di un popolo sotto assedio - gli
“arabi”… neppure degni di essere denominati col nome della terra che abitano da
secoli - che avrebbe dovuto accettare condizioni poste da certe Risoluzioni
dell’ONU ritenute irricevibili.
Non esiste, forse, l’autodeterminazione dei popoli? Ed è questo, dunque, il
prezzo giusto da pagare per quella scelta? È possibile non provare imbarazzo
nell’accettare il massacro di una popolazione intera? Molti sanno che è bene
distinguere tra antisemitismo e antisionismo: la deprecabile persecuzione cui
sono stati sottoposti gli ebrei nel tempo ha trovato una “soluzione” nella dottrina
sionista di Hertzl, che teorizzava “una terra senza popolo per un popolo senza
terra”. Dove la “terra senza popolo” era la Palestina, abitata nel 1948 da
600.000 esseri umani, di cui solo il 6% erano ebrei. I quali hanno “reso
il deserto un giardino”, ritenendosi più bravi dei residenti palestinesi a
coltivare la terra e abbattendo regolarmente gli antichi ulivi, dopo essersi appropriati
illegalmente dei territori (come deprecato dall’ONU). Un popolo, quello
ebraico, che ha dato al mondo illustri intellettuali ed artisti (nessuno lo
nega), mentre è sottinteso - secondo il giudice - che il popolo palestinese non
ha prodotto nulla… Imbarazzante davvero. Invito il giudice Salvini a informarsi
meglio su nomi come Edward Said - grande intellettuale orientalista e Mahmud
Darwish - massimo poeta, tra i tanti scrittori e artisti che possiamo elencare.
Affermazioni antisemite? No, signor giudice, questa è storia e dolorosa cronaca
quotidiana. Dopo aver pianto visitando con gli studenti i lager in Polonia,
dopo aver pianto sui libri di Primo Levi, di Anna Frank e sui diari di Etty
Illesum, ora, dopo aver visto con i miei occhi Israele e la Palestina ed aver
avuto un figlio che è stato cooperante in quel territorio, piango su
quanto sta soffrendo il popolo Palestinese da più di settant’anni. E rifiuto
con forza l’accusa di filonazismo e di antisemitismo genericamente scagliata
contro chi si rende conto di cosa sta accadendo in quella parte del mondo.
Restiamo umani!