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venerdì 21 giugno 2024

LA PROPAGANDA
di Luigi Mazzella


 
A certi livelli meglio evitarla
 
Nel bene e nel male, le iniziative della Chiesa Cattolica per raggiungere i propri obiettivi hanno quasi sempre fatto centro: come quando, ad esempio, hanno inventato l’attività di “propaganda”, istituendo un’apposita Congregatio de Propaganda fide nella lotta al protestantesimo (nel XVI secolo). I laici captarono immediatamente l’importanza dell’innovazione ecclesiastica e, per ottenere maggiori vantaggi sui “nemici” del momento vi aggiunsero, a partire dalla prima guerra mondiale, l’arma delle informazioni fuorvianti, le false notizie capaci di infondere paura e terrore, il ricorso spregiudicato e cinico all’ipse dixit per avvalorare punti di vista e tesi, slogan di banalità e vaghezza sconcertanti per rassicurare il colto e l’inclita che tutti si stanno uniformando ai comportamenti suggeriti e altro ancora. Il Novecento e questo inizio di terzo millennio hanno segnato il successo (è troppo aggiungere: perverso?) della propaganda, soprattutto bellica. Ne più recenti eventi tragici (Ucraina e Israele) la fantasia degli addetti alla propaganda si è sbizzarrita da una parte e dall’altra. E così come quella russa ha sottolineato l’inosservanza dei patti sottoscritti a Minsk in due riprese  per la tutela delle minoranze russofone e filo russe nelle regioni di confine (com’era avvenuto, alla fine della seconda guerra mondiale, in Alto Adige-Sud Tirolo con il patto De Gasperi-Gruber) da parte di Zelensky e le aggressioni violente e cruente dei battaglioni neo-nazisti Azov ai danni di  popolazioni vessate ma inermi, in senso contrario la propaganda statunitense, europea e della NATO di Stoltenberg ha parlato di un grave e futuro  pericolo di invasione da parte di Putin di altri Paesi Europei, di sue mire imperialistiche ed espansionistiche e via dicendo. Non meno aggressive le propagande avversarie nei fatti di Israele con ricorso a una violenza verbale pari a quella usata nel corso della seconda guerra mondiale. Naturalmente, l’uomo saggio sa bene che la propaganda dell’uno e dell’altro dei confliggenti è uno strumento di taroccata falsità e quando gli viene ripetuto (spesso ossessivamente) il contrapposto mainstream si tura idealmente le orecchie e pensa che l’unica possibilità razionale d’intervento che gli resta è quella di biasimare il ricorso alla guerra e invocare la pace con la cessazione delle ostilità cruente e distruttive. Naturalmente il “fazioso” (passionale politicamente) non si attiene a tale saggia prudenza e aggiunge stolide considerazioni in favore dell’una o dell’altra falsa verità, con ciò dimostrandosi non diverso dall’ingenuo quisque de populo, destinatario della disinformazione propagandistica.