LA PROPAGANDA
di Luigi Mazzella
A
certi livelli meglio evitarla
Nel bene e nel male, le
iniziative della Chiesa Cattolica per raggiungere i propri obiettivi hanno
quasi sempre fatto centro: come quando, ad esempio, hanno inventato l’attività
di “propaganda”, istituendo un’apposita Congregatio de Propaganda fide nella
lotta al protestantesimo (nel XVI secolo). I laici captarono immediatamente
l’importanza dell’innovazione ecclesiastica e, per ottenere maggiori vantaggi
sui “nemici” del momento vi aggiunsero, a partire dalla prima guerra mondiale,
l’arma delle informazioni fuorvianti, le false notizie capaci di infondere
paura e terrore, il ricorso spregiudicato e cinico all’ipse dixit per
avvalorare punti di vista e tesi, slogan di banalità e vaghezza sconcertanti
per rassicurare il colto e l’inclita che tutti si stanno uniformando ai
comportamenti suggeriti e altro ancora. Il Novecento e questo inizio di terzo
millennio hanno segnato il successo (è troppo aggiungere: perverso?) della
propaganda, soprattutto bellica. Ne più recenti eventi tragici (Ucraina e
Israele) la fantasia degli addetti alla propaganda si è sbizzarrita da una
parte e dall’altra. E così come quella russa ha sottolineato l’inosservanza dei
patti sottoscritti a Minsk in due riprese per la tutela delle minoranze russofone e filo
russe nelle regioni di confine (com’era avvenuto, alla fine della seconda
guerra mondiale, in Alto Adige-Sud Tirolo con il patto De Gasperi-Gruber) da
parte di Zelensky e le aggressioni violente e cruente dei battaglioni
neo-nazisti Azov ai danni di popolazioni
vessate ma inermi, in senso contrario la propaganda statunitense, europea e
della NATO di Stoltenberg ha parlato di un grave e futuro pericolo di invasione da parte di Putin di
altri Paesi Europei, di sue mire imperialistiche ed espansionistiche e via
dicendo. Non meno aggressive le propagande avversarie nei fatti di Israele con
ricorso a una violenza verbale pari a quella usata nel corso della seconda
guerra mondiale. Naturalmente, l’uomo saggio sa bene che la propaganda dell’uno
e dell’altro dei confliggenti è uno strumento di taroccata falsità e quando gli
viene ripetuto (spesso ossessivamente) il contrapposto mainstream si tura
idealmente le orecchie e pensa che l’unica possibilità razionale d’intervento
che gli resta è quella di biasimare il ricorso alla guerra e invocare la pace
con la cessazione delle ostilità cruente e distruttive. Naturalmente il
“fazioso” (passionale politicamente) non si attiene a tale saggia prudenza e
aggiunge stolide considerazioni in favore dell’una o dell’altra falsa verità,
con ciò dimostrandosi non diverso dall’ingenuo quisque de populo, destinatario
della disinformazione propagandistica.