LA CORSA AL RIARMO È CORSA ALLA FINE
di Raniero La Valle
Se la “Sinistra” continuerà a dire che Trump è un bullo che non sa
quello che fa, invece di misurarsi con la nuova identità dell'America che
attraverso di lui si manifesta, la destra governerà in eterno. Se la “Sinistra”
continuerà a deplorare il riarmo in corso solo perché toglie denaro alla sanità
e allo Stato sociale, e non perché è una perversione dell’economia e della
politica, la guerra mondiale forse non sarà evitata. Trump è fuori misura con
le sue follie, ma è come il folle di Nietzsche che andava al mercato
dicendo “Dio è morto e noi lo abbiamo ucciso”: il Dio che è morto è la
pretesa messianica del dominio americano sul mondo che invece ha rovinato
l’America, come secondo lui hanno fatto “il peggiore presidente degli Stati
Uniti”, Joe Biden e gli altri come lui. Infatti l’America si è dissanguata per
le guerre fatte anche per conto degli altri (l’“Europa scroccona”), e per
essere stata derubata coi dazi, e le conseguenze sono state in America un freno
all’arricchimento degli uni e una spinta all’impoverimento e alla frustrazione
degli altri.

Trump è il primo governante del mondo che si dice contro la guerra
non per ragioni ideali, vere o false che siano, ma perché è “stupida”, come è
la guerra che ha rinfacciato a Zelensky e a Putin, in quanto produce migliaia e
migliaia di inutili morti, e come sarebbe stata la guerra all’Iran, che egli a
male parole (“che cavolo fate!”) ha bloccato sul nascere, dopo l’azione di
copertura delle bombe sui siti nucleari iraniani, senza neanche vendicarsi per
i pur simbolici missili lanciati dall’Iran contro la base americana in Qatar.
Dichiarando insensata la guerra, Trump riprende il giudizio che già aveva
formulato sessant’anni fa papa Giovanni XXIII quando aveva detto della guerra
come fosse ormai “fuori della ragione”, cioè dell’umano. Essa non serve a
raggiungere alcuno scopo. Ma non sempre è stata stupida, lo è diventata: per i
Greci (Eraclito) era addirittura il padre e re di tutte le cose, poi, come ha
ricordato Luciano Canfora sul “il Fatto Quotidiano”, è servita a procurare
bottino, schiavi, ricchezze e territori. Ma oggi non è più così, anche le terre
rare che Trump vuole dall’Ucraina non sono un dividendo della guerra, ma un
risarcimento per gli aiuti. Oggi la guerra non ottiene nulla, non fa che
distruggere e uccidere, e si risolve in terrorismo e genocidio (Hamas e Gaza),
si rivolta contro chi la fa, è un suicidio. Tuttavia la guerra è oggi la
costituzione materiale del mondo, è il sistema che lo struttura e ne determina
le relazioni e la vita: pertanto è una istituzione che dovrebbe essere abolita
per unanime consenso.

Trump, come gli altri, non arriva a questo: però vuol rompere gli
automatismi che portano alla guerra; semmai è lui a deciderla. Se si sta ai due
documenti sulla ideologia della sicurezza nazionale americana e sulla difesa
nazionale degli Stati Uniti, della Casa Bianca e del Pentagono, vigenti fino a
ieri a partire dall’attentato alle Due Torri, non si può non notare una
discontinuità e una rottura con l’oggi. Essi sostengono come la Russia sia
ormai decotta o prossima alla sconfitta e che la guerra finale, se del caso,
sarebbe quella con la Cina; e se si leggono insieme all’articolo 5 del
Trattato della NATO, si vede come essi inneschino un processo automatico che
potrebbe non essere controllato più da nessuno e attivare un pilota automatico
che ci porti dritto nella guerra mondiale; e se finora poteva sempre esserci un
sussulto di coscienza di uno Stranamore o un coraggio come quello del sovietico
Stanislav Petrov che ha evitato l’olocausto nucleare, domani l’Intelligenza
Artificiale potrebbe decidere che è venuto il momento dello scontro finale in
obbedienza agli algoritmi da noi stessi creati. Ciò innescherebbe la corsa
verso la fine, e non gioverebbe alla grandezza dell’America e al suo dominio
sul mondo. Perciò questa corsa deve essere interrotta, pensa il folle di
Washington.

Non c'è nulla di più pericoloso
di un moderato
Ma allora perché tutte queste armi e queste spese militari, e il
famoso 5 per cento del PIL? Gli europei si sono inventati la minaccia di Putin
(dai Paesi baltici al Portogallo!) con cui Trump invece vuole trattare e
considerano Xi Jinping un Nemico, con cui Trump invece ha avuto la prima
telefonata dopo l’insediamento. Trump per parte sua pensa ai dollari, alla
ricaduta delle commesse sulle industrie americane, e pensa a un uso keynesiano
della spesa militare, un piano Marshall, ma a suo favore. Il più affine a
questo calcolo è il cancelliere Merz, che non può sfiorare il ridicolo pensando
a una nuova Operazione Barbarossa, ma conta su un imponente e incontrastato
afflusso di denaro pubblico per costruire l’economia più forte del continente.
Secondo le vecchie regole del capitalismo, l’economia cresce anche con
l’inutile, si possono scavare fosse e poi riempirle di nuovo, e il PIL cresce.

di un moderato
Trump, per fare più grande l’America, conta sulla
controproduttività delle armi: si moltiplichino gli armamenti, ma che per
carità non ci si faccia la guerra. È il suo “new deal”. La follia è che la
guerra può scoppiare davvero, e l’errore è che lo sviluppo, il new deal, si fa
investendo su tutto ciò che fa la felicità e il lavoro degli uomini, non nei
profitti e nelle aberrazioni dei signori delle armi.