ACRI. IL MUSEO DEL RISORGIMENTO

Giuseppe (Peppe) Scaramuzzo
Angelo Gaccione conversa con Giuseppe Scaramuzzo, presidente
del Museo del Risorgimento “G. B. Falcone”.
Da qualche anno la città di Acri può vantare un piccolo Museo
del Risorgimento. È ubicato nel luogo più coerente della città, il Palazzo
Sanseverino-Falcone, dove uno degli eroi del Risorgimento ha visto la luce:
Giambattista Falcone. Il tempo potrà farlo diventare un grande Museo, a noi il
compito di preservarlo e sostenerlo. Intanto ha suscitato attenzione anche
fuori e di recente il programma televisivo di Rai 3, Geo e Geo, ha realizzato
un servizio di prossima messa in onda. Presidente ne è il prof. Giuseppe
Scaramuzzo: alla sua passione e al suo deciso e caparbio impegno si deve questa
creatura, e a quanti, nei modi più diversi, lo hanno sostenuto e aiutato in
questa impresa.
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Giuseppe (Peppe) Scaramuzzo |
Angelo Gaccione: Quando è nato e su quali motivazioni ideali il Museo del
Risorgimento?
Giuseppe Scaramuzzo: Il
Museo del Risorgimento “G. B. Falcone” nasce da un lavoro collettivo di
condivisione, perseveranza, impegno e amore per il patrimonio storico-culturale
acrese. È stato istituito il 25 maggio del 2016 dall’Amministrazione guidata
dal sindaco Nicola Tenuta. Tuttavia, solo nella seduta consiliare del 5 luglio
del 2018, il successivo sindaco Pino Capalbo provvedeva ad attivarlo, con la
nomina del Comitato di Gestione, nelle persone della Dott.ssa Mariangela
Pugliese e della Dott.ssa Ferraro Carmela. La minoranza nominava, nella seduta
del Consiglio comunale del 2 agosto 2018, il proprio rappresentante, nella
persona della Dott.ssa Domenica De Rosa. Il Sindaco, poi, con suo decreto del 4
settembre 2018, affidava al professore Giuseppe Scaramuzzo, per “le sue indiscusse competenze relative alla
finalità del Museo” l’incarico di Presidente del Museo Civico
Risorgimentale “Giovan Battista Falcone”. Per le motivazioni ideali ci siamo
ispirati all’insegnamento di Marc Bloch: riteniamo che il recupero e la
diffusione della memoria storica sia importante per ogni Comunità, senza la quale
è destinata a regredire restando priva di identità e di senso di appartenenza.
Senza memoria non c’è futuro.
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Ritratto di G. B. Falcone
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Ritratto di G. B. Falcone |
G: Come è cominciata questa avventura e quando è avvenuta l’inaugurazione ufficiale?
S: Gli inizi sono stati
durissimi, perché del Museo non esisteva nulla: non un documento, non un
reperto, e nemmeno la sede. Non c’era nessuna disponibilità economica, essendo
il Comune in dissesto. Era stato approvato solo uno Statuto, in parte obsoleto
ed in parte elefantiaco. La svolta decisiva si è avuta con la nomina ad
assessore alla cultura del Professor Mario Bonacci, nell’ottobre del 2019, il
quale riusciva, dopo tempo, e non senza difficoltà a trovare una sede in alcune
stanze nell’ala destra del primo piano dello storico Palazzo “Sanseverino-Falcone”.
Intanto mi ero documentato visitando diversi musei, tra cui il Museo del
Risorgimento di Roma, e dopo aver preparato i testi, per l’allestimento vero e
proprio mi sono avvalso della collaborazione dell’architetto Giacinto Ferraro.
Devo sottolineare che l’architetto Ferraro ha fornito in forma assolutamente
gratuita il suo contributo professionale. Mancando i fondi per comprare dei
pannelli adeguati, io e Ferraro abbiamo deciso di riutilizzare pannelli di
ferro, già in dotazione dell’Amministrazione, ripristinandoli adeguatamente e
adattandovi i testi, con un duro e faticoso lavoro. Il Museo è stato inaugurato
il 1°luglio del 2022, nonostante le difficoltà create dalla pandemia da Covid,
alla presenza delle autorità e dell’intera Amministrazione comunale e con la
partecipazione dell’allora Sindaco di Napoli, Dott. Luigi De Magistris al quale
era stata avanzata richiesta di gemellaggio culturale. Attualmente questa
richiesta è in attesa di valutazione da parte della nuova giunta partenopea. In
quella occasione oltre a me ha preso la parola il prof. Carmine Pinto, storico e
docente di Storia del Risorgimento dell’Università di Salerno. Successivamente
è stata aperta la Seconda Sezione: “Gli
acresi nel lungo Risorgimento”, i cui pannelli e le bacheche sono stati
realizzate del bravissimo dipendente comunale Vincenzo Guglielmello.

Scaramuzzo con l'assessore Bonacci
G: Puoi fare una stima dei materiali che lo compongono
e dirci quali sono i documenti o i cimeli più antichi e preziosi?
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Scaramuzzo con l'assessore Bonacci |
S: I materiali
sono diversi, quelli più preziosi sono certamente il volume di Gioberti: Prolegomeni del primato morale e civile degli italiani, seconda edizione, che è del 1846, regalato a Vincenzo Julia da Battista Falcone
con la sua firma. E due fucili fabbricati nella Reali ferriere ed Officine di
Mongiana di Vibo Valentia.

La teca coi fucili
G:
Il nucleo centrale immagino derivi da materiali del tuo archivio personale
messo assieme in un arco temporale e di ricerche molto vaste. Avevi in mente
l’idea di un Museo cittadino, pubblico e aperto gratuitamente ai visitatori e
agli appassionati quando hai cominciato le tue ricerche? Cosa ti ha spinto a
fare una donazione così cospicua e gratuita alla tua città?

S:
Molto materiale è stato recuperato nel 2007 in occasione
del seminario di studio e di ricerca organizzato dalla prof.ssa Marinella
Chiodo nel 150° della morte di Giovan Battista Falcone. Poi le
ricerche sono proseguite presso gli archivi privati della famiglia Julia e
della famiglia Romano.

G:
Sarebbe auspicabile che altri lo facessero con la stessa liberalità. È
importante che cimeli e documenti non restino privati, o peggio, rischino di
andare dispersi.
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S:
Più volte ho rivolto l’invito per avere almeno in “Comodato d’uso” documenti
testi e cimeli. Alcuni hanno accolto l’invito, come la famiglia Julia e il
costruttore Giovanni Falcone. Quest’ultimo ha fornito una serie di documenti
originali molto interessanti sul Risorgimento acrese, che attualmente sono in
fase di sistemazione.

Una delle sale del Museo
G:
Le sale sono attrezzate per tutelare al meglio i materiali? Per esempio
controllo dell’umidità, illuminazione, sistema antifurto.
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Una delle sale del Museo |
S:
L’amministrazione, sopperisce alle necessità più urgenti con difficoltà, non
avendo fondi disponibili, anche perché l’Assessore regionale alla cultura “In
tutt’altre faccende, affaccendato” non si preoccupa di conoscere e valorizzare
queste importanti realtà locali, che hanno una valenza nazionale. Ricordo con
orgoglio che il Comune di Acri è forse il solo che può vantare la partecipazione
dei suoi concittadini a tutte le vicende del “Lungo Risorgimento”: a partire
dalla Repubblica Partenopea del 1799 sino al primo tentativo di Garibaldi di
occupare Roma nel 1867, la campagna dell’Agro romano. Così come soldati acresi
hanno partecipato a tutte le guerre del ’900 e ben 31 di loro hanno fatto parte
delle formazioni partigiane nazionali
(14) e internazionali (17).
Speriamo che si possano recuperare altri locali dove poter allestire, per i
combattenti, di tutte le guerre per i feriti per i prigionieri, per i morti e
per i partigiani un Museo e dotarlo di un archivio. Io ho intenzione di donare
al Comune il mio personale, costituito da migliaia di documenti e da centinaia
di testimonianze, nella speranza che altri seguano il mio esempio.
G:
Chi sono i maggiori fruitori del Museo?
S:
Gruppi e associazioni culturali della provincia di Cosenza e di Catanzaro, gli
studenti di Acri - soprattutto quelle delle scuole medie -, perché le
associazioni locali e gli insegnanti di quasi tutti gli istituti delle scuole
secondarie non lo trovano interessante.

Le riprese Rai3 di Geo e Geo
G:
Puoi dire ai nostri lettori chi tra i visitatori ha mostrato maggiore
apprezzamento al progetto?
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Le riprese Rai3 di Geo e Geo |
S:
In particolare visitatori venuti da fuori. Cito per tutti il messaggio che ci
ha voluto lasciare scritto di suo pugno l’antropologo di fama internazionale
Vito Teti: “Un Museo necessario, bello, commovente, che deve essere visitato da
tutti i giovani del Sud e dagli italiani d’Italia. Complimenti”. Per gli altri
rimando al sito Web museodelrisorgimentoacri.it
G:
In che modo acresi come me che vivono fuori possono dare un contributo fattivo
alla crescita ed alla tutela di questa creatura?
S:
Collaborando. Sul sito Web museodelrisorgimentoacri.it ci sono tutte le
indicazioni per diventare “amici del museo”. Inviando la propria mail si verrà
informati delle attività e si possono dare consigli e suggerimenti.

G. B. Falcone ritratto da Giacinto Ferraro
G:
L’esperienza della posa di una lapide in memoria dei patrioti della Spedizione
di Sapri sul luogo che ha visto la morte del nostro Giambattista Falcone deve
essere stata emozionante.

S:
Moltissimo. Sognavo questo momento sin dal 1995, quando nel 50° anniversario ho
ricordato l’avvenimento, in qualità di assessore alla cultura, consegnando ai
partigiani, molti dei quali erano presenti, una pergamena. Poi nel 60° in
collaborazione con l’Amministrazione comunale, con la Fondazione Padula, con
l’Istituto Campano per la storia della Resistenza e con l’Istituto Calabrese per
la storia della Resistenza, abbiamo ripetuto l’avvenimento con la presenza di
alcuni partigiani, dei combattenti, feriti e prigionieri della II guerra
mondiale e con la presentazione di un volumetto, frutto di una ricerca svolta
con i miei alunni, “Partigiani e combattenti di Acri nella II guerra
mondiale”. L’anniversario del 70° è
saltato perché l’Amministrazione era guidata dal centro destra e l’80°
l’abbiamo ricordato con la solennità dovuta e non con sobrietà.

La lapide a Sanza
G:
Che ne dici dell’idea di riportare ad Acri un pugno di quella terra dove è
stato versato il suo sangue e custodirla nel Museo? Non possediamo i suoi
resti, ma almeno una zolla di quella terra avrebbe un forte significato ideale.
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La lapide a Sanza |