UNA NUOVA ODISSEA...

DA JOHANN GUTENBERG A BILL GATES

Cari lettori, cari collaboratori e collaboratrici, “Odissea” cartaceo ha compiuto 10 anni. Dieci anni di libertà rivendicati con orgoglio, senza chiedere un centesimo di finanziamento, senza essere debitori a padroni e padrini, orgogliosamente poveri, ma dignitosi, apertamente schierati contro poteri di ogni sorta. Grazie a tutti voi per la fedeltà, per la stima, per l’aiuto, per l’incoraggiamento che ci avete dato: siete stati preziosi in tutti questi dieci anni di vita di “Odissea”. Insieme abbiamo condiviso idee, impegni, battaglie culturali e civili, lutti e sentimenti. Sono nate anche delle belle amicizie che certamente non saranno vanificate. Non sono molti i giornali che possono vantare una quantità di firme prestigiose come quelle apparse su queste pagine. Non sono molti i giornali che possono dire di avere avuto una indipendenza di pensiero e una radicalità di critica (senza piaggeria verso chicchessia) come “Odissea”, e ancora meno quelli che possono dire di avere affrontato argomenti insoliti e spiazzanti come quel piccolo, colto, e prezioso organo. Le idee e gli argomenti proposti da "Odissea", sono stati discussi, dibattuti, analizzati, e quando occorreva, a giusta ragione “rubati”, [era questa, del resto, la funzione che ci eravamo assunti: far circolare idee, funzionare da laboratorio produttivo di intelligenza] in molti ambiti, sia culturali che politici. Quelle idee hanno concretamente e positivamente influito nella realtà italiana, e per molto tempo ancora, lo faranno; e anche quando venivano avversate, se ne riconosceva la qualità e l’importanza. Mai su quelle pagine è stato proposto qualcosa di banale. Ma non siamo qui per tessere le lodi del giornale, siamo qui per dirvi che comincia una una avventura, una nuova Odissea...: il gruppo redazionale e i responsabili delle varie rubriche, si sono riuniti e hanno deciso una svolta rivoluzionaria e in linea con i tempi ipertecnologici che viviamo: trasformare il giornale cartaceo in uno strumento più innovativo facendo evolvere “Odissea” in un vero e proprio blog internazionale, che usando il Web, la Rete, si apra alla collaborazione più ampia possibile, senza limiti di spazio, senza obblighi di tempo e mettendosi in rapporto con le questioni e i lettori in tempo reale. Una sfida nuova, baldanzosa, ma piena di opportunità: da Johann Gutenberg a Bill Gates, come abbiamo scritto nel titolo di questa lettera. In questo modo “Odissea” potrà continuare a svolgere in modo ancora più vasto ed efficace, il suo ruolo di laboratorio, di coscienza critica di questo nostro violato e meraviglioso Paese, e a difenderne, come ha fatto in questi 10 anni, le ragioni collettive.
Sono sicuro ci seguirete fedelmente anche su questo Blog, come avete fatto per il giornale cartaceo, che interagirete con noi, che vi impegnerete in prima persona per le battaglie civili e culturali che ci attendono. A voi va tutto il mio affetto e il mio grazie e l'invito a seguirci, a collaborare, a scriverci, a segnalare storture, ingiustizie, a mandarci i vostri materiali creativi. Il mio grazie e la mia riconoscenza anche ai numerosi estimatori che da ogni parte d’Italia ci hanno testimoniato la loro vicinanza e la loro stima con lettere, messaggi, telefonate.

Angelo Gaccione
LIBER

L'illustrazione di Adamo Calabrese

L'illustrazione di Adamo Calabrese

FOTOGALLERY DECENNALE DI ODISSEA

FOTOGALLERY DECENNALE DI ODISSEA
(foto di Fabiano Braccini)

Buon compleanno Odissea

Buon compleanno Odissea
1° anniversario di "Odissea" in Rete (Illustrazione di Vittorio Sedini)


"Fiorenza Casanova" per "Odissea" (Ottobre 2014)

martedì 26 settembre 2023

SPIONAGGIO E CRIMINI DI STATI E DI GOVERNI
di Enrico Vigna


Edward Snowden

Edward Snowden, a dieci anni dall’esilio in Russia dichiara: “Non mi sono pentito di nulla” e dice di essere impressionato dalle moderne capacità raggiunte dalle nuove tecnologie di sorveglianza. A dieci anni dalla sua fuga dai Servizi segreti USA e la salvezza ottenuta grazie all’asilo politico concesso dalla Russia, l’ex funzionario dell’intelligence statunitense ha concesso alcune interviste a media russi e internazionali, in cui riafferma la sua scelta, sia per la verità, che di vita.
 
(…) Non mi pento di aver fatto conoscere la verità”, ha dichiarato, facendo riferimento alla sua vicenda, quando fece conoscere documenti, che erano classificati come top secret, i quali rivelarono dettagli prima sconosciuti sulla sorveglianza globale, che il governo degli Stati Uniti effettuava e della complicità con le intelligence dei governi europei. Nelle documentazioni, consegnate ai giornalisti a Hong Kong, vi erano migliaia di documenti top-secret, dove era certificata l'entità della sorveglianza, sopratutto illegale, da parte della National Security Agency statunitense e dell'agenzia di intelligence britannica GCHQ. In alcune interviste ha anche affermato che le attività esercitate nel 2013, sembrano “un gioco di ragazzi” in confronto alla tecnologia utilizzata oggi. Snowden è sbalordito dall’invasione della privacy sia nel mondo fisico che in quello digitale. “La tecnologia è diventata gravemente influente e determinante, se pensiamo alla situazione di dieci anni fa e alle capacità dei governi odierni di determinare pensieri e opinioni di massa causa l’uso ormai ordinario delle telecamere CCTV disponibili addirittura in commercio, il riconoscimento facciale, l'intelligenza artificiale e gli spyware intrusivi come Pegasus, utilizzati contro dissidenti e giornalisti”.
L’ex agente statunitense di NSA e CIA, guardandosi indietro ha raccontato la natura delle sue scelte: “Avevamo fiducia che il governo non ci avrebbe ingannato. Ma lo hanno fatto. Avevamo fiducia che le aziende tecnologiche non si sarebbero approfittate di noi. Ma lo hanno fatto. Accadrà di nuovo perché questa è la natura del potere”.


 
CIA

Snowden è in esilio in Russia dal 2013, i suoi denigratori lo condannano per il fatto di essere in Russia, ma lui ha spiegato che era l’unica vera opzione a sua disposizione, oltre al carcere a vita negli Stati Uniti. Le critiche contro di lui si sono intensificate da quando è scoppiato il conflitto in Ucraina e Snowden ha ricevuto la cittadinanza russa l'anno scorso, due anni dopo averne fatto richiesta. Negli ultimi due anni, l’ex agente ha tenuto meno discorsi pubblici e si è ritirato dalle interviste alla stampa e dai social media, ma ha ribadito la conferma della sua scelta. Per esempio egli vede nell'uso diffuso della crittografia end-to-end una delle conseguenze positive delle fughe di dati da lui attuate, infatti le principali aziende tecnologiche sono rimaste sorprese dalle rivelazioni secondo cui la NSA (National Security Agency, dove lavorava Snowden) stava consegnando dati personali a terze parti. Quell’imbarazzo si trasformò in ira, quando ulteriori fughe di notizie rivelarono che la NSA accedeva ai dati delle principali aziende tecnologiche attraverso vulnerabilità backdoor. Snowden ha raccontato che fu nel 2013, mentre lavorava sotto copertura per la CIA, che decise il distacco dai servizi segreti USA e far sapere al mondo la verità. Decise così di contattare segretamente diversi giornalisti e fornire loro documenti segreti acquisiti durante il suo servizio, che dimostravano la sorveglianza di massa che le agenzie di intelligence statunitensi conducono sui rappresentanti della leadership di stati e aziende straniere, nonché sui comuni cittadini, sia all'estero che a livello nazionale.
Il programma segreto in questione, era denominato PRISM, che consente alla NSA di visualizzare e-mail, ascoltare messaggi vocali e altri messaggi, visualizzare foto e video, e tenere traccia dei file trasferiti di quasi tutti. Raccogliendo tutti i dati degli utenti, da aziende come Microsoft, Google, Apple, Yahoo, Facebook o YouTube.
In seguito all’incontro con i giornalisti Glenn Greenwald, Laurie Poitras, Barton Gelman ed Ewen McCaskill, in cui ha fornito migliaia di documenti riservati, riuscì ad attirare l'attenzione internazionale, dopo che articoli basati sui suoi materiali, furono pubblicati su The Guardian, The Washington Post e numerose altre pubblicazioni in Occidente.
Nelle interviste, ha detto che rivelando documenti segreti, sapeva che avrebbe detto addio per sempre alla sua vita normale e comoda, ma lo ha fatto comunque perché “non potevo permettere al governo degli Stati Uniti di violare la privacy, la libertà di Internet e le libertà fondamentali delle persone in tutto il mondo, con l’aiuto di un enorme sistema di sorveglianza che stanno segretamente sviluppando (...)le mie azioni erano un tentativo di  informare il pubblico su ciò che si sta facendo in loro nome e su ciò che si sta facendo contro di loro cercando di aprire un ampio dibattito sulla sorveglianza di massa e sulla segretezza del lavoro del governo degli Stati Uniti”.
 
KGB

Come conseguenza, nonostante l’opposizione delle agenzie di intelligence, le aziende hanno introdotto la crittografia end-to-end diversi anni prima del previsto. “La crittografia end-to-end era un sogno irrealizzabile nel 2013, quando questa storia scoppiò. Una quota enorme del traffico Internet globale veniva trasmessa elettronicamente senza protezioni di alcun tipo. Oggi tutto ciò è ormai superato”. Snowden è consapevole che i progressi tecnologici che stanno stritolando la vita privata non si sono certo fermati. “L’idea che dopo le rivelazioni del 2013, dal giorno dopo ci sarebbero stati arcobaleni e unicorni non è realistica. È un processo continuo. E dovremo lavorare su questo per il resto della nostra vita, e per quella dei nostri figli e oltre”.
Edward Snowden è oggi, con il prigioniero Julian Assange, uno dei più conosciuti “whistleblowers” (informatore) al mondo, ma anche uno dei più ricercati latitanti dalla “giustizia” statunitense e non solo.
È sfuggito al sinistro destino di Assange solo perché in quel giorno di dieci anni fa, gli fu concesso asilo temporaneo in Russia, asilo permanente un anno dopo e cittadinanza della Federazione Russa l’anno scorso. Il 4 giugno 2013, il governo degli Stati Uniti presentò le accuse penali contro Snowden per “furto di proprietà del governo”, “violazione delle leggi sullo spionaggio”, “divulgazione non autorizzata di informazioni classificate della difesa nazionale” e “rilascio intenzionale di intelligence sulle comunicazioni classificate”. Di fatto, egli ha solo rivelato le operazioni segrete, illegali e incostituzionali della National Security Agency (NSA) degli USA.
Snowden ha rivelato i numerosi programmi di sorveglianza globale del governo statunitense condotti dalla NSA, associata all’alleanza di intelligence “Five Eyes” (Five Eyes è una comunità di intelligence informale di cinque paesi anglosassoni, che, oltre agli Stati Uniti, comprende Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda), in collaborazione con società di telecomunicazioni e governi europei.
“Seduto alla mia scrivania, avrei potuto origliare chiunque, voi o il vostro commercialista, un giudice federale o persino il presidente degli Stati Uniti…”.
 
 

Una delle rivelazioni di Snowden fu anche il “bilancio nero della NSA”, così come le numerose operazioni, riuscite o meno, delle 16 agenzie di spionaggio che compongono la comunità dell'intelligence americana. Ha anche rivelato che la NSA paga aziende tecnologiche private statunitensi per accedere alla loro rete di comunicazioni. Solo nel corso del 2013, per questo scopo furono spesi l’incredibile cifra di 52 miliardi di dollari. L’agenzia accedeva segretamente a questi dati attraverso un programma di sorveglianza che era, o è tuttora chiamato MUSCULAR. Secondo un rapporto del Washington Post, citando le informazioni fornite da Snowden, il 90% di coloro che sono sotto sorveglianza negli Stati Uniti e negli altri paesi sono cittadini comuni. “Il mio unico motivo è stato informare il pubblico di ciò che viene fatto in loro nome e di ciò che viene fatto contro di loro”.
Gli USA, ha rivelato Snowden, spiavano Brasile, Francia, Messico, Gran Bretagna, Cina, Germania e Spagna, oltre ad altri 35 leader mondiali. Documenti pubblicati da Spiegel, hanno mostrato che la NSA ha intercettato 122 leader di alto rango in tutto il mondo, oltre ad avere anche piani per espandere ulteriormente le sue attività illegali per aumentare notevolmente la padronanza della rete globale e ottenere dati “da chiunque, sempre e ovunque”. Snowden ha anche riconfermato che WikiLeaks ha finanziato la sua fuga. Julian Assange ha raccontato che chiese al console di allora, dell’ambasciata ecuadoriana a Londra, di rilasciare un passaporto a Snowden. Con quel documento egli atterrò 10 anni fa all’aeroporto Sheremetyevo di Mosca, ribadendo che, nonostante gli sforzi denigratori degli USA, che lo accusano di essere una “spia russa”, i fatti hanno dimostrato la sua lotta per la verità e la giustizia, i documenti non furono dati alla Russia, ma a famosi giornalisti occidentali e statunitensi.
 
 
Julian Assange

Edward Snowden ha anche ironicamente accennato all’attualità, dopo gli scandali che hanno coinvolto quest’anno la presidenza USA, dopo che CBS News, citando fonti, ha diffuso informazioni sulla scoperta di circa 10 materiali classificati nell’ufficio dell'attuale presidente degli Stati Uniti, che erano archiviati insieme a documenti che non contenevano dati classificati. Il procuratore generale degli Stati Uniti Garland ha ordinato al procuratore del paese nel distretto settentrionale di indagare sulla provenienza dei materiali. “Vale la pena notare che il presidente Joe Biden sembra aver raccolto più documenti riservati di molti informatori. Per fare un confronto: Reality Winner (condannato negli Stati Uniti per fuga di notizie dalla National Security Agency - ndr) è stato condannato a cinque anni per un solo documento. Nel frattempo, Biden, Donald Trump, Bill Clinton, David Petraeus, questi ragazzi hanno dozzine, centinaia di documenti. E niente prigione”, ha detto. Snowden ha anche attirato l’attenzione sul fatto che il Dipartimento di Giustizia USA aveva scoperto i documenti una settimana prima delle elezioni di medio termine e non ha reso pubblica la storia. Poco dopo che a Snowden fu concesso l’asilo in Russia, Julian Assange così commentò il caso Snowden: “Venezuela ed Ecuador avrebbero potuto proteggerlo solo per un breve periodo. In Russia sarà al sicuro per sempre, lì è rispettato e non avrà più problemi. Non cambiar paese. Questo fu il mio consiglio a Snowden, lì è il posto più sicuro per lui”.

 

      

 

POLVERE ALLA POLVERE
 

Il trionfo della morte
(Clusone, particolare)

Papi, Re, Mafiosi, Capi di Stato… tutti in polvere.
C’è una sola verità, ed è la morte.

PIACENZA. LA POESIA SI MOBILITA




POETI
di Pino Canta
 

La banca della strage

Senza titolo
(Per Piazza Fontana)
 
il prof occultis
fece scala reale
bevve boccali
 
vi anneghiam smunti
robotici ignari
con accesi cellulari
dove i boati sono cartoni
 
sempre spingendoci
fiocchi di neve
come palle di natale

lunedì 25 settembre 2023

IL PENSIERO DEL GIORNO


Franco Cardini
 
Orwell aveva ragione. La gente dice ‘dittatura’ e pensa al partito unico, allo stato di polizia e al dittatore che grida dal balcone. Ma il progresso inarrestabile ha imposto modelli più sottili, e almeno in apparenza meno feroci”.
Franco Cardini

LA SOVRANITÀ INDISPENSABILE
di Franco Continolo


D
eepak Tripathi è un PhD, un ricercatore all’inizio della carriera accademica, britannico che con diligenza ripercorre la storia del concetto di sovranità. Il difetto principale del suo saggio, oltre a quello di non mettere in discussione la NATO, è di aderire al punto di vista mainstream che non distingue tra sovranità e potere: con il rifiuto del potere assoluto si finisce così per giustificare la sovranità limitata. In realtà, come si è detto altre volte, la sovranità o c’è o non c’è – tertium non datur. Il motivo è che la sovranità è la condizione per l’esercizio della responsabilità di governo – senza sovranità, ossia quando si debba rispondere a qualcun altro, o quando non si capisca bene chi comandi, si è degli irresponsabili. Sebbene più antico della dottrina della divisione dei poteri – Montesquieu pubblica De l’Esprit des Lois nel 1748 – il concetto moderno di sovranità, nato con la Pace di Vestfalia, 1648, è stato meno oggetto delle riflessioni dei filosofi, legato com’era alla separazione tra potere politico e religioso. Sono stati gli americani, o Tocqueville nell’osservarne i costumi – qui Tripathi non è chiaro – a teorizzare il principio che la sovranità appartiene al popolo. Tocqueville era infatti impressionato dalla vitalità e dall’autonomia delle comunità locali negli Stati Uniti del primo Ottocento. Fra l’altro, ciò spiega perché il termine populismo abbia avuto negli Stati Uniti un significato meno negativo che in Europa, dove è sinonimo di demagogia, almeno finché non è arrivato Trump. È immaginabile che sempre agli americani si debba l’introduzione del concetto di sovranità e del principio di non ingerenza nella Carta delle Nazioni Unite. Come sappiamo, con la morte di Roosevelt, gli Stati Uniti hanno subito imboccato la direzione opposta, e per questo non è così azzardato pensare che il motivo per cui nella costituzione di un paese occupato come l’Italia, il concetto di sovranità deducibile dagli articoli 1 e 11 sia così vago, sia l’influenza dell’occupante (che negli stessi mesi in cui si elaborava la Costituzione imponeva il “regime change”, ovvero la fine del governo di unità nazionale). Va in proposito ricordato che il “rules based order” è un sistema in cui i governi si sottopongono alle regole americane, ossia diventano irresponsabili. Ciò ci porta alla domanda: ma allora essere sovrani vuol dire non accettare nessun vincolo esterno? Evidentemente no; la convivenza richiede che si facciano accordi e si medino interessi opposti per salvaguardare la pace mondiale. Il problema è che questi accordi, che questi trattati non possono essere definitivi: ogni governo, vecchio o nuovo, deve avere la facoltà di recedere se le condizioni pattuite si rivelino insoddisfacenti o contrarie ai propri interessi. Il caso della NATO, dove nessuno se ne va, pur di fronte a un cambio di natura – da alleanza difensiva a offensiva – e dove, grazie al folle art. 5, si è stati chiamati ad andare in Afghanistan con il pretesto di un attacco terroristico, rivelatosi a tutti gli effetti frutto di un diabolico complotto interno, è tipico di un trattato limitativo della sovranità nazionale, quindi da ripudiare. La NATO è anche il motivo per cui nessuno oggi se ne va da una UE che è diventata un’organizzazione guerrafondaia. Eppure la libertà di andarsene dall’UE è fuori discussione, come ha dimostrato Brexit. Ma lì, dal punto di vista americano, i motivi erano più futili, e non c’era la guerra. Decisivo per il successo di Brexit è stato l’appoggio di un Corbin giustamente indignato per il trattamento della Grecia, ma con le idee altrettanto confuse sull’ordine internazionale. Diventata incerta, in particolare dopo la Grecia, la convenienza economica dell’appartenenza all’UE, e diventata inaccettabile la sua posizione sulla guerra, la permanenza in essa ha senso solo per dare più peso alla battaglia per lo scioglimento della NATO, priorità assoluta per un’Europa che voglia riprendere in mano il proprio destino, ed essere fattore di ordine e di pace.   

LA DISGREGAZIONE DELL’OCCIDENTE
di Luigi Mazzella



Leopardi, Flaiano e Pasolini: chi si ricorda di loro?
 
La disgregazione dell’Occidente non è a macchia di leopardo: è uniforme, omogenea, monocolore come la “pantera nera” dei fumetti di Cino e Franco della mia infanzia. La musica che ci ha reso celebri nel mondo oggi è rappresentata dai contorcimenti sul palco di persone che sembrano (o sono?) drogate con ombelichi, maschili e femminili, in bella evidenza: il trionfo del rap e delle sue ossessive cantilene non conosce differenze linguistiche e contagia anche i rappresentanti di culture diverse dalla nostra. La letteratura si concentra sulla narrazione di storie personali così come possono essere viste dal buco della serratura di una porta chiusa o socchiusa e si astiene rigorosamente da considerazioni e approfondimenti che potrebbero affaticare la mente dei lettori. La scrittura giornalistica e l’eloquio radiotelevisivo ripetono stancamente il main stream suggerito dalla finanza (sostanziale detentrice dei relativi libri-paga). La filosofia ha ceduto il passo alla sociologia che descrive in modo coloristico la società con l’uso di espressioni che toccano vertici di popolarità mediatica prima di essere del tutto dimenticate. L’arte del governo dei popoli è divenuta esercizio del malaffare, della prostituzione ideologica, del servilismo verso le uniche potenze egemoni che poi sono le maggiori responsabili del tramonto della cosiddetta civiltà occidentale. La scuola, in mano a preti e a speculatori privati con i peli sullo stomaco continua a concedere diplomi, dietro il pagamento di lauti compensi, ad “asini” che diventano patentati ma non meno ignoranti. La razionalità, l’uso della logica, la stessa ricerca di un elementare buon senso, sono banditi dalla pratica e dalla vita quotidiana. Ciascuno si rappresenta e finge una realtà di comodo per incastonarvi i propri comportamenti immaginando, con vari artifizi, che essi possano garantire sul piano personale e/o generale, un presente e un futuro migliore (che per alcuni individui particolarmente fantasiosi si estenderebbe dopo la riduzione in ossa e ceneri del corpo umano, ad un’improbabile e fantomatica sopravvivenza ultraterrena. In conclusione la vita odierna dell’Occidente, ripudiando le armonie intellettive ed emotive del suo variegato e disomogeneo passato, si sta avviando verso una strada uniforme di non ritorno, senza avere neppure una lucida consapevolezza del baratro. Giacomo Leopardi l’aveva intuito. Ennio Flaiano l’aveva previsto. E Pier Paolo Pasolini gli aveva fatto eco. Inutilmente! Qualcuno obietta: Sono tutti i pessimisti del nostro panorama culturale! È agevole rispondere, parafrasando George Bernard Shaw: È vero, ma con quel che sta avvenendo nella parte ovest del Pianeta, per essere ottimisti non è proprio necessario essere stupidi, ma certamente aiuta molto.  

UNA REGIONE PRESENTABILE?  
 


Dopo due mesi di pausa riprende l’attività sotto il Palazzo del Consiglio regionale della Toscana: Idra non dimentica. Di nuovo sotto la lente dell’informazione indipendente le scelte energetiche adottate dalla giunta Giani a dispetto di amministrazioni locali, Soprintendenze, Ente Parco, associazionismo, in direzione ostinata e contraria all’economia, all’ecologia e alla democrazia. Al centro, la piaga della Golar Tundra stanziale in un porto turistico e delle metaniere vai-e-vieni inflitte all’amministrazione comunale di Piombino e alle comunità che si affacciano su un Tirreno impreziosito dall’Elba e dalle altre perle dell’arcipelago toscano. Una partita disputata col risultato già scritto a tavolino, si è ben visto. Ma anche con un gioco sufficientemente mediocre da languire quanto a tiri in porta (non si è visto un gran rigassificare!), e la necessità di tempi supplementari altrove. Solo che… la gente di Liguria ha già capito tutto! A scuola si insegna a mettere in fila le parole coi significati: il collegio dei docenti e la dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Quiliano (Savona) annunciano la volontà di “disertare qualsiasi proposta idi educazione ambientale, civica e di salute che pervenga dalla Regione Liguria o dagli enti ad essa collegati ritenendo ipocrita la richiesta di formare le coscienze degli studenti a valori che nella realtà vengono disattesi e calpestati!”. Come sempre, davanti al Palazzo del Pegaso, si contesterà anche l’eolico selvaggio, che attenta in Mugello alla conservazione di risorse naturali rare e indispensabili. Si discuteranno le correlazioni fra salute pubblica, guerra ed emergenze programmate. Si segnaleranno altre notiziole che la ‘grande stampa libera’ tiene chiuse nel cassetto. Come la faraonica Alta Velocità ferroviaria in costruzione sotto la fragile città d’arte Firenze dimenticando allegramente decreti, trasparenza e sicurezza...
 
Davanti a Palazzo del Pegaso, Via Cavour 2-4, Firenze martedì 26 settembre 2023, 15.00 - 16.30 mercoledì 27 settembre, 9.30 - 11.00
con cartelli, carta da pacchi, pennarelli e volantini per farci domande, ascoltare risposte, confrontare dati e idee provare a uscirne civilmente insieme.
 
Associazione di volontariato Idra
055.760.27.73, 334.904.36.02, idrafir@gmail.com; http://www.idraonlus.it, https://www.facebook.com/idra.firenze




A BONOLA IL 30 SETTEMBRE



Comunicato Stampa
        
Via Betti area ex CPS insieme a tutto il quartiere Bonola si riunisce in assemblea popolare nel sottopassaggio Bonola il 30 Settembre ore 16.00 per ribadire di destinare questo prezioso Bene Comune a Giardino Pubblico dopo averlo bonificato. Il Comune di Milano che aveva ventilato l’ipotesi di cederlo a terzi per costruirvi un fabbricato, dopo l’assemblea popolare del Primo Giugno si è chiuso in un silenzio assordante. Noi invece non siamo mai stati né in silenzio né fermi. Abbiamo raccolto 1500 firme in 30 giorni per esempio.
La mobilitazione ci ha resi ottimisti e orgogliosi, un fabbricato in mezzo alle nostre case non lo faremo costruire, neanche se lo calassero con un elicottero perché non ci sta e non è necessario.
Invitiamo la Stampa e le televisioni a partecipare alla nostra bellissima assemblea che sarà molto festosa con cartelli striscioni colorati.
 
Comitato Cittadini Quartiere Bonola
Il Presidente, Francesco Saverio Lanza

L’ISOLA GARIBALDI


 
I ricordi dei lettori. 
 
Sono nato a Milano e sono cresciuto nel quartiere Isola che una volta veniva chiamato Isola Garibaldi perché in via Borsieri era passato l’omonimo condottiero con i Cacciatori delle Alpi. Collegato a corso Como con una passerella sopra la ferrovia, a ciò deve la sua denominazione “Isola”. Eravamo tra la fine degli anni Cinquanta e gli inizi degli anni Sessanta. Case vecchie di ringhiera, solo verso piazzale Lagosta divenivano più eleganti. C’erano delle osterie frequentate dagli adulti e dai vecchi. C’era il Circolo Sassetti del PCI luogo di ritrovo degli anziani del quartiere mentre i giovani frequentavano l’oratorio Sacro Volto di don Eugenio Bussa prete eccellente per l’educazione dei giovani a cui è stato intitolato il cavalcavia costruito molti anni dopo che collega il rione al resto della città. 

Il vecchio ponte

C’erano negozi e negozietti di qualsiasi genere anche un “cibi cotti” toscano. Due cinema: lo Zara in via Garigliano e l’Iris in piazzale Carlo Archinto. Due scuole elementari una maschile e una femminile e un asilo. Passava il tram in piazzale Lagosta ma anche in piazzale Archinto transitava un vecchio tram a carrozze che portava fuori città.
C’era anche un modesto ristorante. L’inverno tra le viuzze c’era la nebbia e la neve e scendeva dai camini la fuliggine delle stufe a carbone. Oggi è un rione snob e tutto questo non c’è più, per contro svettano i grattacieli di Porta Volta.
 
Tiziano Rovelli

 

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