COOPERATIVA “LA LIBERAZIONE”
di Angelo Gaccione
L’idea della cooperativa ha origini solidaristiche è prende corpo nel secolo diciannovesimo, soprattutto per l’influenza del pensiero socialista e cattolico. Riguarda fondamentalmente gli ambienti popolari ed operai e lo scopo è il mutuo appoggio. Darsi una mano fra ceti sociali svantaggiati, aiutarsi nelle difficoltà è un’idea grande, e dovremmo farne un punto di forza. In Italia la prima cooperativa nasce a Torino nel 1854; quella di cui intendo parlarvi io, è nata a Milano il 27 giugno del 1945: praticamente all’indomani della fine della guerra. Immaginiamoci le rovine della città con le sue devastazioni, la fame, la popolazione immiserita e l’economia in ginocchio; rimboccarsi da subito le maniche era fondamentale alla stessa sopravvivenza. Il nome lo scelsero coerente: “La Liberazione”; in fondo la liberazione dal nazi-fascismo c’era stata, ed era costata un sacrificio notevole in termini di lutti e dolori. La sede era sul lato opposto della via Lomellina 14 dove si trova ora; una zona non lontana dal centro, ma che allora si caratterizzava per la presenza di orti e di campi, tant’è che la cooperativa poteva contare su una porzione di giardino utilissima per gli avventori.
Società Cooperativa a responsabilità limitata, inizialmente con durata trentennale, fu in seguito portata a novanta con la costituzione dell’aprile del 1975. Come da Statuto originario la cooperativa nasce proponendosi di giovare all’economia domestica dei soci, di migliorare le condizioni morali, materiali e culturali dei soci e delle loro famiglie, di stimolare lo spirito di previdenza e di risparmio dei soci e dei consumatori in genere, di collaborare allo sviluppo e alla propaganda del movimento cooperativo e mutualistico, provvedendo altresì all’acquisto, nella maniera più diretta possibile, ed alla successiva distribuzione e vendita ai soci di generi di consumo, merci, prodotti ed articoli di qualsiasi natura o tipo, nonché all’organizzazione diretta di determinati servizi ed alla fornitura ai soci delle relative prestazioni. Con questo spirito e con queste premesse, possiamo immaginare come riuscisse a coinvolgere attivamente i propri sostenitori, e come fosse un punto di riferimento importante in termini di soccorso e di socialità. Socialità che la guerra aveva di fatto abolito.
Ha resistito fino ad oggi come poche, questa cooperativa, seppure nel mutare delle sue funzioni. Attualmente si avvale di un bar ristorante che, come attività collaterale, svolge varie iniziative in ambito culturale. Sono punti di forza sia la buona cucina sia il pullulare di incontri culturali e politici che i suoi incredibili fascinosi locali ospita. Dovete necessariamente andarlo a vedere questo luogo affollato di oggetti curiosi degli anni Cinquanta e anche precedenti, di libri, di collezioni di giornali, di foto rare e introvabili, di manifesti, di dipinti (ci sono persino un Garibaldi al galoppo e un Noam Chomsky dentro un’auto d’epoca), di volti di personaggi di un pezzo d’Italia che non c’è più, di cortei di protesta, di frasi, di testi poetici distribuiti su ogni angolo delle pareti, e tanto altro ancora. Nella Sala interna, preposta agli incontri culturali, ho avuto il privilegio di presentare l’antologia poetica su piazza Fontana. Subito dopo viene sistemata e allestita per la cena. È Carlo Brugnone a condurre gli incontri, che è anche presidente del cda del circolo cooperativo. Del palato e degli stomaci da una decina d’anni si prende cura Rudi Sforza che ne è l’oste. La cucina è di tradizione casalinga, offre un servizio di ottimo livello a prezzi concorrenziali. Oltre al locale commerciale, il circolo ha a disposizione al primo piano, un piccolo appartamento dove ospita la sede dell’ANPI di zona, la Sezione 25 Aprile.
Nel corso degli ultimi anni la cooperativa è stata anche seggio per
le primarie del Partito Democratico. Gli incontri che vengono organizzati sono parte
della rassegna “I lunedì di Liberazione”, e sono dedicati a varie tematiche:
culturali, politiche, sociali. Spaziano dalle presentazioni di libri alla
proiezione di documentari, fino ai dibattiti su temi di più urgente e immediata
attualità. Conta complessivamente poco più di 130 soci, ma le iniziative sono
rivolte a tutto il quartiere e rigorosamente a ingresso libero. È frequentato
sia da esponenti del mondo artistico ed intellettuale, sia da generici
professionisti, ma anche da quanti vogliono unire al piacere dell’incontro
conviviale, quello della solidarietà e dell’impegno civile.