I PERICOLOSI COLPI DI MANO DELL’ESECUTIVO
Non sempre la
fretta e buona consigliera e la velocità una virtù.
Se poi i tentativi
(se ne sia consapevoli o no) sono quelli di rendere
la democrazia
sempre meno rappresentativa, e l’opinione popolare
un dato trascurabile,
allora i pericoli si fanno seri. Che a produrre
tutto questo sia
un gruppo di governanti cosiddetti giovani, non ci pare
meno rivoltante
dei colpi di mano di chi giovane non è.
IL TESTO DELLA
PETIZIONE PROMOSSA DALLA REDAZIONE
DE “IL FATTO
QUOTIDIANO”
No al Parlamento
dei nominati e alle riforme che limitano i referendum e uccidono la democrazia
partecipata firmando la petizione
LE CONTRORIFORME dell'Italicum e del Senato delle
Autonomie, concordate dal governo con il pregiudicato Silvio Berlusconi e il
plurimputato Denis Verdini:
- consentono a
un pugno di capi-partito di continuare a nominarsi i deputati a propria
immagine e somiglianza (con le liste bloccate per la Camera), addirittura
aboliscono l'elezione dei senatori (scelti dalle Regioni fra consiglieri e
sindaci, ridotti a un ruolo decorativo e per giunta blindati con
l'immunità-impunità) e tagliano fuori i partiti medio-piccoli (con soglie di
sbarramento abnormi);
- trasformano il Parlamento nello zerbino di un
premier-padrone, “uomo solo al comando” senza controlli né contrappesi, con una
maggioranza spropositata che gli permette di scegliersi un presidente della
Repubblica e di influenzare pesantemente la Corte costituzionale, il Csm, la
magistratura e l'informazione televisiva e stampata;
- espropriano i cittadini dei residui strumenti di
democrazia diretta: i referendum (non più 500mila, ma addirittura 800mila
firme) e le leggi di iniziativa popolare (non più 50mila, ma addirittura
250mila firme).
DICIAMO NO ALLA
SVOLTA AUTORITARIA, come i migliori costituzionalisti italiani hanno
definito il combinato disposto delle due controriforme, ispirate – consapevolmente o meno – al “Piano di
Rinascita Democratica” della loggia P2 di Licio Gelli.
DICIAMO SÌ ALLA
DEMOCRAZIA PARTECIPATA e vi chiediamo di sostenere solo riforme
istituzionali che rispettino lo spirito dei Padri Costituenti del 1946-'48:
restituendo ai cittadini il diritto di scegliersi i parlamentari e
coinvolgendoli nella cosa pubblica; tutelando le minoranze e le opposizioni;
allargando gli spazi di partecipazione diretta alla formazione delle leggi;
limitando l'immunità parlamentare alle opinioni espresse e ai voti dati e
abolendo i privilegi impunitari in materia di arresti, intercettazioni e
perquisizioni; combattendo i monopòli e i conflitti di interessi, specie nel
mondo della televisione e della stampa; ampliando l'indipendenza e l'autonomia
dei poteri di controllo, dalla magistratura all'informazione.
Antonio Padellaro,
Marco Travaglio, Peter Gomez e la redazione del Fatto Quotidiano