LA PACE È LA
STRADA
di Mario Busti*
Saluto
tutti e ringrazio di cuore coloro che hanno lavorato con tanta dedizione e
sollecitudine per questo percorso culturale che inizia oggi. Apriamo con
profonda soddisfazione questo importante corso di studi che abbiamo costruito insieme
Università di Camerino e noi Università per la pace, ed al quale vi siete
iscritti in tanti. Grazie a voi tutti!
Questo corso ha un piano didattico molto ampio e
ricco, ci aiuterà senz’altro ad impostare una matura cultura della pace. È la
domanda che ci poniamo costantemente: “come impostare una matura cultura della
pace!”
Assistiamo purtroppo ad un processo di
brutalizzazione globale in atto nel mondo e alla rilegittimazione della guerra come
strumento di conduzione dei conflitti. La politica internazionale appare come
una giungla dove si scontrano animali feroci. Di fronte a tutte le violenze
piccole e grandi occorre un vasto e profondo programma di educazione permanente
alla nonviolenza e alla democrazia, che parta proprio dall’infanzia. In tal
senso stiamo riscoprendo la figura di M. Montessori, grande educatrice. La sua
opera, il suo messaggio pur essendo storicamente datati, in realtà stanno
dinnanzi a noi! C’è un episodio rilevante, un incontro tra la grande Educatrice
e Gandhi il quale, sconsolato, ammetteva che, pur avendo parlato e lavorato
tanto per la pace, l’India era ancora un Paese attraversato da numerosi
conflitti. A lui la Montessori rispose affermando la necessità di partire
dall’infanzia per una vera educazione alla pace.
Vogliamo favorire al massimo la formazione di
personalità nonviolente capaci di essere costruttori e operatori di pace.
C’è un detto di Gandhi che a lui piaceva ripetere,
lo pongo al centro come un faro che ci illumina: “Non vi è alcuna strada che porta alla pace; la pace è la strada”.
La pace non può essere vista come qualcosa di statico, un fine che si raggiunge
una volta per tutte, o solo assenza di guerra…. Al contrario è un processo
dinamico e permanente - è questo il senso delle parole di Gandhi - per il quale occorrono continui sforzi, il
primo dei quali è quello proprio educativo. E per mantenersi su questa strada è
necessario rispondere in maniera adeguata alle grandi sfide che sono oggetto
delle lezioni di questo corso: il ruolo delle organizzazioni internazionali,
cosa intendiamo per sviluppo, le migrazioni, il dialogo interculturale e
religioso, ecc. ecc.
In tutti i paesi occidentali è in atto la crisi
delle democrazie e della rappresentanza politica: un dato sicuro che evidenzia
questa crisi e la ridotta partecipazione alle elezioni. C’è una crescente
sfiducia nella politica; uno su due non è andato a votare.
Il Direttore di Limes,
Caracciolo, ha compiuto un’analisi più ampia sulla crisi che caratterizza tutte
le democrazie, non solo quella italiana.
Siamo inoltre preoccupati per un diffuso ottundimento delle coscienze
nei confronti della violenza. Non ci sono solo gruppi che preparano attentati,
ma c’è più in generale la tendenza all’uso di un linguaggio degradato sempre
più aggressivo e violento, amplificato dai social.
Democrazia Pace Nonviolenza sono tre termini che
vanno coniugati insieme, sono inscindibili. C’è un nesso profondo tra i termini
che va colto.
La democrazia implica che ciascuno di noi assuma un
ruolo consapevole e attivo, non solo delegare ad altri. In tal senso parliamo
di cittadinanza attiva!
La pace è la
strada. La nonviolenza è lo stile, il metodo, il nucleo fondamentale della
democrazia. Allora educare alla democrazia ed educare alla nonviolenza, in
sostanza, coincidono!
Lo scopo di questo corso è formare Operatori di
Pace, personalità nonviolente capaci di intervenire ed interagire nei conflitti,
per una composizione pacifica.
Una persona nonviolenta è una persona la quale ha
profondamente interiorizzato una norma morale che proibisce il ricorso alla
violenza, sia quella fisica che quella psicologica, sia quella evidente che
quella nascosta.
Desidero qui tracciare alcuni elementi della
personalità nonviolenta, quale stimolo di riflessione per tutti noi.
Per essere personalità idonee ad essere attori di
pace e democrazia, quali sono le qualità necessarie? Un insieme di qualità che
interagiscano tra loro: la capacità di identificare la violenza ed il ripudio
di essa; fiducia negli altri; empatia; capacità di dialogo; mitezza; coraggio; pazienza.
Ciascuna di esse meriterebbe una riflessione ampia e approfondita, ma
sicuramente queste caratteristiche emergeranno durante il corso di studi. Ne
sono sicuro. Credo che le singole qualità, o anche virtù, prese da sole siano
insufficienti, non dico tutte, ma occorre una costellazione di qualità. Mi
viene una metafora: non basta una luce, ne occorrono molte e molte insieme per
illuminare la notte!
Concludo con una Parola luminosa, il paragrafo n.
223 della “Fratelli tutti” di Papa Francesco:
“San Paolo menzionava un frutto dello Spirito Santo
con la parola greca chrestotes (Gal 5,22), che esprime uno stato d’animo non aspro, rude, duro, ma benigno,
soave, che sostiene e conforta. La persona che possiede questa qualità aiuta
gli altri affinché la loro esistenza sia più sopportabile, soprattutto quando
portano il peso dei loro problemi, delle urgenze e delle angosce. È un modo di
trattare gli altri che si manifesta in diverse forme. Come gentilezza nel
tratto, come attenzione a non ferire con le parole o i gesti, come tentativo di
alleviare il peso degli altri. Comprende il “dire parole di incoraggiamento,
che confortano, che danno forza, che consolano, che stimolano”, invece di
“parole che umiliano, che rattristano, che irritano, che disprezzano”.
Quant’è auspicabile, quant’è desiderabile questo
stato d’animo!
E allora che questo stato d’animo prenda decisamente
piede in tutti noi, questo è il mio augurio a voi che partecipate a questo
importante corso. Buon cammino. Buon corso e buona giornata.
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